Montagnier ha studiato con i suoi colleghi francesi, italiani e tedeschi ed ha già condotto inediti esperimenti sul teletrasporto.
Gli scienziati hanno isolato e schermato dal campo magnetico due provette. In una c’era la molecola di Dna e nell’altra acqua pura. La provetta contenente il Dna è stata irradiata in modo che la radiazione emessa arrivasse sulla provetta con l’acqua. Meno di 24 ore dopo è apparsa nella molecola con l’acqua, il Dna presente nell’altra provetta.
Secondo i ricercatori di Montagnier, il Dna emette infatti onde elettromagnetiche a bassa frequenza che si fondono con la struttura delle molecole dell’ acqua. L’esperimento potrebbe un giorno aprire la porta al teletrasporto “praticato” continuamente nel telefilm di Star Trek, dove ad essere trasportati da un posto ad un altro erano esseri umani.
Ora gli scienziati legati al premio Nobel stanno sperimentando il teletrasporto del Dna dei batteri, ma bisogna ovviamente cominciare dalla cose più piccole. Montagnier ha condotto questi esperimenti per scopi medici: il suo fine resta quello di eliminare il virus dell’Aids da un organismo usando una sorta di “radiazione virale” che, senza alcun contatto fisico, potrà teletrasportare Dna sano da persona a un altra. Se tutto questo non resta solo un processo fantastico, la speranza di sviluppare nuovi metodi – sia per la diagnosi e il trattamento di molte malattie – diventa reale.
Al momento la comunità scientifica guarda con un certo scetticismo alla teoria del premio Nobel. Pochi decenni fa, esperimenti simili erano stati condotti anche dallo scienziato cinese Jiang Kanchzhen, che aveva creato nell’allora Unione Sovietica un’installazione in cui le informazioni dal Dna di un oggetto vivente venivano lette e inviate ad un altro oggetto vivente. In questo senso Kanchzhen aveva fatto un passo molto più in là Montagnier, che ha al momento solo manipolato il Dna della provetta.
Fonte: http://www.blitzquotidiano.it
Commento di Oliviero Mannucci: A dir la verità, il teletrasporto è già realtà, le singole apparecchiature che lo rendono possibile se assemblate insieme sono state presentate all'ufficio dei brevetti statunitensi nel 1997. I primi esperimenti vennero fatti negli anni 40, vedi esperimento Philadelphia. Una nave intera venne teletrasportata da un porto USA ad un altro, ma un marinaio dell'equipaggio morì fuso nel metallo della nave all'atto della rematerializzazione. I computer di allora non avevano la capacità di calcolo di quelli attuali, e tanto meno la rande velocità che occorre nel realizzare il teletrasporto, che deve avvenire in un tempo non superiore a 1/1000000 di secondo, pena il distacco dell'anima dal corpo e conseguente morte degli esseri viventi teletrasportati.
Per maggiori info a questo link: http://www.reporterliveitalia.info/2011/07/negli-usa-hanno-brevettato-il.html
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