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Tuesday, April 10, 2012

L’interazione tra Giove e la cometa di Halley favorisce un’intensificazione delle meteore

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La cometa di Halley, probabile candidata a divenire radente

L’aspetto della cometa di Halley è stato osservato e registrato nel cielo notturno dagli astronomi sin dal 240 a.C. Ora uno studio mostra che le influenze orbitali di Giove sulla cometa e i conseguenti detriti che essa lascia nella sua scia, sono responsabili di esplosioni periodiche nell’attività dello sciame delle meteore Orionidi. La cometa di Halley orbita attorno al Sole ogni 75-76 anni in media. Non appena il suo nucleo si avvicina al Sole, esso si riscalda rilasciando gas e polveri che vanno a formare una spettacolare coda. Questo degassamento lascia una scia di detriti attorno l’orbita. Quando la Terra attraversa il percorso della cometa, le particelle di polvere (meteoroidi) bruciano nell’atmosfera terrestre provocando le famose “stelle cadenti” delle Orionidi in Ottobre, e delle Eta Acquaridi nel mese di Maggio. Il nuovo studio suggerisce che la cometa di Halley è entrata in risonanza con Giove in passato, un comportamento che indica che i detriti del corpo non sono uniformemente distribuiti lungo il suo percorso orbitale. Quando il nostro pianeta incontra uno di questi “ammassi”, si sperimenta una pioggia di meteore molto più spettacolare del solito.

Il pianeta Giove. Credit: NASA

Gli scienziati, con a capo Aswin Sekhar, dell’Osservatorio di Armagh, hanno modellato l’evoluzione orbitale della Halley per oltre 12 000 anni nel passato e per 15 000 anni nel futuro. Il modello suggerisce che dal 1404 a.C. al 690 a.C., Halley era intrappolata in una risonanza 1:6 con Giove (vuol dire che la Halley completava un’orbita ogni sei orbite di Giove intorno al Sole). Più tardi, dal 240 a.C. al 1700 d.C., l’orbita della cometa ha avuto un rapporto 2:13. Il lavoro di Sekhar suggerisce che l’esplosione inusuale di Orionidi osservata nel 1993 è stata dovuta ai meteoroidi rilasciati proprio nel 240 a.C. Egli prevede che il prossimo spettacolo simile sia previsto per il 2070 d.C. “La vera bellezza di questo settore della scienza consiste nella convergenza fisica delle comete e delle dinamiche orbitali. La stretta correlazione tra i record storici di antiche civiltà e le previsioni attraverso la scienza moderna la rendono ancora più elegante,” ha detto Sekhar che poi ha aggiunto ironicamente: “Ci sono abbastanza problemi irrisolti relativi alla Halley e ai suoi sciami meteorici da tenerci occupati fino alla prossima apparizione della cometa nel 2061!”. Il risultato è stato presentato da Aswin Sekhar al National Astronomy Meeting a Manchester.

Fonte: http://www.meteoweb.eu


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