Tempeste solari ed elettromagnetiche, disturbi alle comunicazioni satellitari. Cosa sta succedendo al nostro pianeta? Pare se lo stiano chiedendo perfino alla Nasa,
dove c'è gran fermento per cercare di trovare le soluzioni e,
soprattutto, le motivazioni dei numerosi cambiamenti che coinvolgono non
solo la Terra, ma anche chi la abita.
Principalmente, l'attenzione è rivolta agli aspetti inediti che, ultimamente, il Sole
ci pone davanti. Tanto che i risultati delle ricerche condotte in
questi anni sono stati raccolti in un report di 132 pagine nel quale ci
si sofferma sull'ultimo ciclo solare di undici anni che
avrà il suo apice tra il 2012 e il 2013. Non sono notizie positive,
però. Questi cambiamenti, infatti, potrebbe rivelarsi devastanti per la
nostra società.
E se è dal Sole che le preoccupazioni
giungono agli onori della cronaca, la Nasa ha ideato un nuovo progetto
che prevede la realizzazione di pannelli solari nello spazio in un prossimo futuro. Si chiama SPS-ALPHA
(Solar Power Satellite via Arbitrarily Large PHased Array) e il suo
scopo sarà quello di inviare sul pianeta l'energia accumulata. Per il
momento lo studio è nelle sua fase iniziale e, se dovesse rivelarsi uno
strumento valido, potrebbero aprirsi nuove frontiere nella ricerca di fonti di energia alternativa.
Era il giugno scorso quando l'amministratore della Nasa, Charles Bolden,
inviò ai suoi impiegati un video accompagnato da una mail. Forse, si
trattava di un atto di richiesta a restare uniti nel cercare il metodo
di limitare i danni degli effetti nocivi delle tempeste elettromagnetiche. "Vorrei
solo qualche minuto per parlare a tutti voi nella famiglia della Nasa
sulla preparazione per le emergenze. Quella della Nasa è
un’organizzazione assolutamente unica. Siamo l’unica organizzazione nel
governo federale che è responsabile per la sicurezza ed il benessere
della gente non solo qui sulla Terra ma anche fuori da questo pianeta".
È l'esordio di Bolden nella video-email che assume i toni della
sensibilizzazione delle persone alla difesa delle proprie famiglie, alla
preparazione durante i casi di emergenza.
"La cosa più importante per
noi, al fine di portare al termine con successo la nostra missione, è
che la nostra gente, le nostre famiglie soprattutto, vengano protette,
in modo da poter venire al lavoro tranquilli, che nel caso di una emergenza
le nostre famiglie saranno protette. Quindi torno a chiedervi di
riunire le vostre famiglie e pensare a cosa dovreste fare in una
situazione di emergenza. Spero che adotterete il programma di
preparazione delle famiglie, mentre tutti ci prepariamo al meglio per
affrontare queste emergenze. Sappiate quello che fate. Sappiate che cosa
farete, che cosa vorrete che faccia la vostra famiglia nel caso di una
emergenza. Ma soprattutto siate preparati".
Forse, leggere queste righe richiama alla mente scenari apocalittici da
colossal americani. Ma il loro senso diventa molto nitido quando si
pensa che, effettivamente, i presupposti per affrontare certi tipi di
emergenza ci sono. Rischi se ne sono avuti in un passato recente e ci si
aspetta il picco che dovrebbe giungere nel 2013. Che sia il caso di ponderare anche noi le parole di avvertimento di Charles Bolden?
Federica Vitale
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