Questa domanda è stata causa di accesi dibattiti tra gli scienziati fin dal 2007, quando venne scoperto il controverso sito archeologico di Topper, posto lungo il fiume Savannah, in South Carolina, negli Stati Uniti, famoso per il ritrovamento di artefatti, che in base alla datazione, indicherebbero una presenza umana nel continente americano fin da 50.000 anni fa: ben 37.000 anni prima rispetto alla teoria classica del popolamento delle Americhe (Cultura di Clovis).
Ebbene, un nuovo studio pubblicato il 17 settembre 2012 su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), fornisce alcune ulteriori prove che questa ipotesi non è un'idea tanto campata per aria. L'archeologo Albert Goodyear è uno dei co-autori dello studio che conferma la ricerca pubblicata su PNAS nel 2007 da Richard Firestone, uno scienziato del Dipartimento di Energia presso il Lawrence Berkeley National Laboratory.
Durante le sue indagini, Firestone e il suo staff scoprirono in una dozzina di siti archeologici uno strato di sedimenti risalenti a circa 12.900 anni fa, composto da elevate concentrazioni di sferule microscopiche di metallo e nanodiamanti. La particolare composizione della miscela fece subito pensare che si trattasse del risultato dell'esplosione nell'atmosfera terrestre di un oggetto di origine extraterrestre, come una cometa o un meteorite.
Con l'espressione "Younger Dryas", gli scienziati si riferiscono al periodo di raffreddamento estremo che ha avuto inizio circa 12.900 anni fa e che duro circa 1.300 anni. Questo breve picco di congelamento estremo si è verificato nel corso del progressivo riscaldamento successivo alla Glaciazione Wùrm, in netto contrasto con la deglaciazione globale e le sue cause non sono ancora chiare. Secondo gli scienziati, il raffreddamento è stato così rapido da poter essere paragonato a quello mostrato nel film del 2004 "The Day After Tomorrow".
Il team di Firestone ha ipotizzato che l'impatto di un massiccio corpo celeste con Terra possa essere stato il catalizzatore della glaciazione Younger Dryas. L'abbondanza dei campioni raccolti e l'analisi dettagliata dei sedimenti risalenti a circa 12.900 anni fa sarebbero compatibili con l'ipotesi di un mega impatto che avrebbe causato non solo l'estinzione dei grandi animali del Nord America - mastodonti, mammut e tigri dai denti a sciabola -, ma anche cancellato al Cultura di Clovis.
"La teoria dell'impatto extraterrestre getta una luce sugli eventi misteriosi che hanno dato inizio al periodo Younger Dryas, con un ritorno improvviso e inspiegabile del clima glaciale e la conseguente perdita rapida e simultanea di numerose specie animali del Pleistocene e di quella che gli archeologi chiamano la Cultura di Clovis", spiega Albert Goodyear. "C'è sempre da imparare sul passato del nostro pianeta e il sito di Topper continua a essere un prezioso portale per la comprensione di questi affascinanti misteri".
Goodyear svolge attività di ricerca presso l'Università della Carolina del Sud, presso l'istituto di Antropologia e Archeologia e ha cominciato a studiare la cultura Clovis già nel 1984. Con la speranza di trovare prove di una cultura precedente a quella Clovis, nel 1998, Goodyear cominciò gli scavi sul sito di Topper. I suoi sforzi furono ripagati dal ritrovamento di numerosi artefatti che egli crede appartenere ad una cultura glaciale risalente a ben 16.000 anni fa.
Le scoperte di Albert Goodyear non solo hanno catturato l'attenzione dei media internazionali, ma ha suscitato un grande cambiamento di mentalità nella comunità scientifica, contribuenso in maniera decisiva al dibattito sulla possibilità della presenza in Nordamerica di antichissime culture precedenti alla Clovis. [Fonte].
Tratto da: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it
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