I tecnici della Nasa stanno pensando di utilizzare il 'Lagrange Point',
tra la Terra e la Luna per creare una piazzola di sosta in vista della
conquista di Marte e anche per l'esplorazione della faccia nascosta
della Luna
La Nasa sfida Washington e punta a Marte con un 'pit stop' oltre la Luna:
quarant'anni dopo aver messo per l'ultima volta piede sulla superficie
lunare l'ente spaziale americano ha presentato una proposta per
costruire una 'piazzola di sosta' a Lagrange Point 2 (LP2), uno dei
punti di equilibrio dove i campi gravitazionali di Terra e Luna si
cancellano l'un l'altro garantendo un punto di approdo stabile nello
spazio profondo.
Il piano della Nasa, consegnato nei giorni scorsi alla Casa Bianca, prevede che la base sia costruita usando materiale riciclato dalla Stazione Spaziale Internazionale.
L'obiettivo sarebbe di farne il banco di prova per ulteriori
missioni dell'ente spaziale americano: un viaggio umano su un asteroide o
una odissea su Marte entro il 2030.
Ma i rischi sono enormi, e "significativamente" piu' alti di quelli relativi alle missioni dello Shuttle, nelle quali 14 astronauti hanno perso la vita.
Volare fino a LP2 e rimanerci alzerebbe le sfide fisiche logistiche a livelli mai affrontati dall'umanita'.
Gli astronauti potrebbero essere esposti a livelli di radiazioni
spaziali molto elevati una volta usciti dallo scudo di protezione del
campo magnetico della Terra.
Altri ostacoli vengono dai costi in tempi di crisi economica: gli
Stati Uniti stanno gia' spendendo 18 miliardi di dollari nella
costruzione della capsula spaziale Orion e un razzo di accompagnamento
per portare astronauti oltre l'orbita terrestre.
Lo Space Launch System sarebbe il primo vettore di esplorazione spaziale dai tempi del Saturno V, il razzo che porto' l'uomo sulla Luna.
Ci sono anche vantaggi: la 'piazzola di sosta' potrebbe servire come trampolino di lancio per missioni sulla faccia nascosta della Luna, un'area finora sostanzialmente inesplorata potenzialmente ricca di minerali.
fonte ANSA
Se le prime foto di quella parte di superficie lunare sono state merito dell'Unione Sovietica, e'
stato grazie agli Stati Uniti con l'Apollo 8 e il suo equipaggio
composto dagli astronauti Frank Borman, William Anders e Jim Lovell, che
uomini riuscirono ad osservare direttamente la faccia nascosta il 24
dicembre 1968.
"La Luna e' il nostro libro di storia. Sta solo aspettando che ne
sfogliamo le pagine", ha detto Jack Burns, astrofisico dell'universita'
di Boulder, in Colorado, e direttore del Lunar Center (Lunar University
Network for Astrophysics Research), uno dei partner della Nasa
nell'operazione pit-stop.
fonte ANSA
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