Vi sono casi nel panorama ufologico che, spesso per ragioni di collocazione geografica, risultano essere misconosciuti, soprattutto quand’essi abbiano avuto luogo in Stati sui quali ci giungono poche notizie tramite i media. L’Australia è sicuramente uno di questi. Basti pensare, infatti, che riguardo a Wycliffe Well, la cosiddetta capitale australiana degli Ufo, non ci risulta che sulla stampa nostrana siano state spese finora molte parole
Le luci di Wycliffe Well
Wycliffe
Well si trova sulla Stuart Highway, a 380 kilometri a nord di Alice
Springs, nel nord dell’Australia. Sorse nel 1860 come zona
di sosta lungo la linea del telegrafo per poi divenire, durante la
Seconda Guerra Mondiale, un punto di raccoglimento di merci per le
truppe australiane. Al termine del conflitto, due membri delle forze
armate si stabilirono a Wycliffe Well e continuarono lo smercio di
commestibili verso Alice Springs. Nel 1960 venne installata una pompa di
benzina, in una zona
che, essendo scarsamente antropizzata e urbanizzata, vede al suo
interno rarissimi centri abitati. La cittadina è ora costituita da poche
case sparse e da un parco di oltre 60 acri fornito di bar per i turisti
che accorrono in zona.
La fama di luogo di interesse ufologico
sarebbe da farsi risalire già al secondo conflitto mondiale, quando si
riportano avvistamenti di luci brillanti nei cieli nelle ore notturne.
Stando a quanto raccontato dal gestore del parco, Lou Farkus, e da altri
turisti capitati in zona,
fino a trent’anni fa vi era un registro all’interno del quale erano
riportati vari resoconti di avvistamenti avvenuti negli anni ’40, ma poi
tale registro sarebbe stato rubato, per cui a partire dagli anni ’90 il
computo degli avvistamenti viene tenuto da membri dello staff del parco
e la frequenza con cui vengono viste luci misteriose di notte è a dir
poco sorprendente, essendovi all’incirca un avvistamento ogni due
giorni.
Tuttavia, la casistica non ricomprende
solamente luci notturne, dal momento che sono stati riportati
avvistamenti di oggetti sigariformi, quadrati, rettangolari, di luci che
cambiano forma e colore, soprattutto arancioni, verdi e rosse, le quali
spesso emettono raggi luminosi verso il terreno.
Tali oggetti sono stati notati anche in
volo stazionario, per poi ripartire a velocità incredibili. A differenza
di altre zone ufologicamente “calde”, dalle parti di Wycliffe Well sono
rarissimi i casi in cui tali oggetti abbiano mostrato un interesse per
l’uomo, ad esempio seguendo automobili di passaggio o, ancor più,
procedendo ad abductions, in merito alle quali non si hanno quasi resoconti in zona.
Lo stesso si può dire con riferimento ad incontri ravvicinati del terzo
tipo, dato che, in oltre settant’anni di casistica, risulta noto un
solo caso, raccontato allo stesso Lou Farkus, di una donna aborigena che
affermò di aver visto tre entità umanoidi nei pressi di un oggetto
discoidale che era disceso in una radura.
V’è però una interessante eccezione:
stando a quanto raccontato da un abitante del posto, due anni fa un suo
parente era di ritorno da Tennant Creek in automobile, quando
all’improvviso il veicolo si spense nell’esatto momento in cui egli
osservò una grande luce arancione in cielo che si stava avvicinando alla
sua posizione. Al contempo, un senso di stordimento prese possesso
della sua mente, come se tutto quanto intorno a lui si fosse fermato.
Uscito da questo torpore improvviso e inspiegabile, il signore riprese
il proprio tragitto e, una volta tornato a casa, si accorse che era
un’ora più tardi di quanto avrebbe dovuto essere in realtà, mostrando
dunque un tipico esempio di missing time.
Un altro caso notevole si ebbe una notte
dell’aprile 2001, quando una troupe di Channel 10 della televisione
australiana riprese un oggetto arancione che emetteva un raggio verso il
terreno cambiando spesso direzione. La gente presente a Wycliffe Well
iniziò a mostrare segni di forte turbamento, nel timore che il raggio
potesse colpire i presenti. In un filmato fatto da un turista, si vedeva
chiaramente che la luce arancione nascondeva in realtà un oggetto di
forma rotonda dall’aspetto solido. Tale video risulta perso, così come
quello girato dalla televisione nazionale australiana, non fosse che
decine di migliaia di persone nel paese affermano di avere visto queste
riprese nel corso di un programma in prima serata.
Ipotesi
Dinnanzi a un fenomeno così ricorrente e
massiccio è normale che molti abbiano espresso la propria opinione su
quanto stava accadendo. Seguendo un iter risaputo, ecco
giungere alla ribalta ipotesi assurde, come quella secondo la quale si
sarebbe in presenza di uccelli fluorescenti. Lou Farkus non si è nemmeno
degnato di commentare simile ricostruzione, dato che risulta essere
lontanissima da quanto osservato dai locali.
Si è parlato altresì di linee
energetiche particolari che percorrerebbero l’Australia del nord, così
come di possibili errate identificazioni di velivoli avanzati terrestri.
Pine Gap
È quest’ultima ipotesi a presentare ampi
spazi di interesse, ricollegandosi alla presenza della stazione di
tracciamento satellitare di Pine Gap, di proprietà degli Stati Uniti
d’America e facente parte del noto sistema di sorveglianza e
intercettazione satellitare Echelon. Tuttavia, cosa davvero giaccia nel
sottosuolo della base è sconosciuto.
Nel 1989, tre cacciatori nel corso di
una battuta notturna nelle colline adiacenti Pine Gap, alle 4.30 si
accorsero della presenza sul terreno di una vasta apertura che era stata
ricoperta di sterpaglie per renderla meno visibile. Stupefatti, i tre
si avvicinarono, quando essa si aprì e apparve un disco metallico che,
dopo essersi messo in posizione di decollo, scomparve alla vista a una
velocità impressionante. Una porta simile era stata osservata anche nel
1980 da due membri della Polizia di Alice Springs alla ricerca di un
bambino scomparso, i quali videro tre oggetti discoidali uscire da
un’entrata laterale su una collina per poi sorvolare lentamente la
struttura di Pine Gap e indi rientrare in un’altra apertura nel terreno.
Non si tratta, in ogni caso, dell’unico
evento anomalo da ricondurre alla base. Già nel 1975, infatti, i
passeggeri di un aeroplano che stava sorvolando un’area a circa 18
miglia da Pine Gap notarono un velivolo di colore bianco, di grandezza
simile alle enormi antenne del sistema Echelon, che si muoveva a
velocità sostenuta.
La casistica raccolta nei dintorni di
Pine Gap riguarda altresì fenomeni totalmente sovrapponibili a quelli
che accadono a Wycliffe Well, costituiti quindi all’apparire di luci
colorate nel cielo dalle quali si dipartono raggi che sembrano tastare
il terreno nella possibile ricerca di qualcosa.
Nel 1973, ad esempio, un cartografo
incaricato dal governo australiano si era accampato nei pressi di Pine
Gap quando, poco dopo mezzanotte, notò un inspiegabile lucore bluastro
emesso da una certa area della base. Preso da curiosità, decise di
avvicinarsi per avere una visuale migliore su quanto stesse accadendo.
Giunto in posizione favorevole, prese il proprio binocolo e lo puntò
nella direzione donde proveniva il misterioso bagliore. Si trattava di
un oggetto circolare con una cupola centrale di dimensioni enormi, che
il cartografo, compiendo calcoli che il suo mestiere fa presupporre
essere molto precisi, stimò essere di circa 200 metri di diametro. Nel
frattempo, un raggio blu si dipartì dall’oggetto per raggiungere una
costruzione della base, per poi di nuovo ritrarsi ed essere seguito da
un altro raggio, questa volta di colore giallastro. L’intera faccenda
durò per circa quaranta minuti, finché l’oggetto discoidale non iniziò a
oscillare e a illuminarsi come una lampadina al neon e ascendere
velocissimo per scomparire alla vista in pochi secondi. Il cartografo
fece rapporto al suo superiore di Alice Springs in merito a quanto
accaduto e pochi giorni dopo ricevette la visita di alcune persone che
lo intimarono di non divulgare quanto visto altrimenti sarebbe incorso
in episodi poco piacevoli.
Lo stesso oggetto , unitamente ai raggi
blu e giallo, venne osservato nel 1984 da un membro di un dipartimento
governativo australiano che aveva ricevuto da varie persone dei
resoconti concernenti la presenza di luci inspiegabili in zona.
Considerazioni conclusive
Da quanto esaminato, risulta dunque
chiaro come nell’area che va da Pine Gap a Wycliffe Well vi sia una
massiccia attività aerea la cui origine permane di ardua spiegazione.
Lasciando perdere gli uccelli fluorescenti, occorre prendere in esame i
dati in possesso, senza modificare i medesimi cercando di farli
rientrare in teorie precostituite prima ancora di aver analizzato gli
elementi di base.
I dati certi sono rappresentati dagli
avvistamenti di luci nel cielo e di velivoli discoidali che sono stati
visti provenire da uscite laterali nelle colline antistanti la stazione
di Pine Gap. Sul fatto che essa sia semplicemente una stazione di
tracciamento satellitare non possono non esservi ormai numerosi dubbi,
dal momento che l’attività aerea anomala notata in loco risulta decisamente ampia.
Il problema, però, è nel non balzare a
conclusioni affrettate. I velivoli osservati, infatti, presentano
certamente delle caratteristiche molto avanzate, ma la loro origine
extraterrestre, così come una eventuale collaborazione umano-aliena
all’interno della base, è ancora tutta da dimostrare.
Certo è che se ogni avvistamento fosse
riconducibile a prototipi, non può non essere palese come i rischi di
eventuali avarie sarebbero altissimi, tenuto conto della frequenza con
cui nei pressi di Wycliffe Well vengono visti Ufo. Non solo, l’utilità
di testare in continuazione sul terreno dei raggi visibili a miglia di
distanza risulta oltremodo dubbia.
Ed è che qui che entra in gioco
un’ulteriore ipotesi: i test non concernono velivoli avanzati, bensì gli
effetti che avvistamenti ripetuti possono avere sulla popolazione
rurale di una data zona.
L’esperimento, di conseguenza, non sarebbe tecnico-scientifico, bensì
sociologico-antropologico, al fine di capire quali dinamiche di
accettazione-rifiuto si possano sviluppare all’interno di piccole
comunità poste di fronte alla possibilità di una presenza non umana
nella zona.
Esperimento che potrebbe essere di
natura terrestre oppure metaterrestre/extraterrestre, all’interno di un
quadro che pare vedere sempre l’uomo inconsapevole centro di
macchinazioni ordite altrove per finalità che tuttora risultano oscure.
Fonte: http://ildemocratico.com
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