Cosa provoca le gigantesche espulsioni di massa coronale
(CME) sulla superficie del sole? La Nasa, in vista del picco
dell'attività solare che si verificherà nel 2013, vuole saperne di più
su questi fenomeni, che in alcuni casi potrebbero anche essere
pericolosi per la vita sulla Terra.
Le CME possono infatti raggiungere la Terra
fino a distruggere, nella migliore delle ipotesi, le tecnologie umane
nello spazio. Per comprendere meglio le forze che vi stanno dietro, un
team di ricercatori ha utilizzato i dati della Nasa per studiare gli istanti che precedono le espulsioni di massa coronale nella cavità coronale.
Ma cosa avviene durante le espulsioni?
Colonne giganti di materiale solare fatte di gas caldissimi “gettano
fuori” gli elettroni dagli atomi, trasformando i gas in una forma di
materia nota come plasma magnetizzato. Quest'ultimo salta fuori
vorticosamente dalla superficie del sole. A volte queste protuberanze di
materiale solare, vengono gettate via verso lo spazio, altre volte
ricadono sotto il loro stesso peso. Si tratta di miliardi di tonnellate
di nubi di materiale che finiscono nell'atmosfera del sole e spesso
anche al di fuori, fino ad interferire con i satelliti terrestri e le
comunicazioni radio.
Le protuberanze sono talvolta anche la struttura interna di
una formazione più grande, che appare come il filamento interno di una
grande lampadina. Tali strutture sono il frutto dei campi magnetici e
delle elevatissime temperature (si parla di milioni di gradi) che il
plasma crea nell'atmosfera solare, nella corona.
"Non sappiamo realmente come si comportano questi CME", ha detto Terry Kucera, scienziato del Nasa Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland. "Per
questo vogliamo capire la loro struttura prima ancora che esplodano,
perché allora potremmo avere un indizio più preciso del perché avvengano
le eruzioni e forse ottenere anche qualche preavviso su quando e come
tali masse saranno gettate fuori dal sole".
Studiando la cavità ed in particolare la forma, la densità e la
temperatura, gli scienziati della Nasa sperano di comprendere più a
fondo la meteorologia spaziale. “A volte queste cavità possono
essere stabile per giorni e settimane, ma poi improvvisamente scoppiano
in una CME. Vogliamo capire come ciò avvenga” dicono dalla Nasa.
Gli esiti degli studi sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal.
Francesca Mancuso
Fonte: http://www.nextme.it
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