La ISRO, Organizzazione indiana per le ricerche spaziali, ha effettuato il suo centesimo lancio. Il vettore PSLVC-21ha lanciato nel cosmo satelliti francesi e giapponesi.
Foto: EPA |
Sebbene oggi il programma spaziale
indiano non sia paragonabile a quello americano o russo, si può
supporre che questa situazione non durerà a lungo.
Il
lancio è stato effettuato il 9 settembre dalla base di lancio del
Centro Spaziale Satish Dhawa, situato nell’isola di Sriharikota. È stato
lanciato in orbita il satellite francese SPOT-6 (parte del programma
francese denominato “Sistema sperimentale di osservazione terrestre),
dedicato all’osservazione della Terra in un raggio ottico con
risoluzione di 1,5 metri. La massa del satellite è di 712 kg, il tempo
di funzionamento previsto è stimato in 10 anni.
Il
“peso” giapponese è invece costituito dai 15 kg del microsatellite
sperimentale PROITERES (parte del Project of Osakf Institute of
Technology Electric-Rocket-Engine Onboard Small Space Ship). Inoltre,
una parte del peso utile è stata messa dalla ISRO, che ha testato nuovi
sistemi di avionica.
L’Organizzazione ISRO è stata
fondata nel 1969. Il programma spaziale indiano di fatto è iniziato nel
1963, dunque il prossimo anno festeggerà i suoi 50 anni. E a questa
ricorrenza il Paese si è avvicinato con un programma di esplorazione del
cosmo se non maestoso, almeno ben definito, la cui priorità è stata
assegnata all’utilizzo dello spazio per le necessità terrestri.
I
principali vettori indiani PSLV (Polar Satellite Launch Vehicle) e GSLV
(Geosynchronous Satellite Launch Vehicle), sono in grado di lanciare in
orbita un carico da 1,05 a 2,5 tonnellate. Fino ad ora è risultato
migliore il vettore PSLV, che nella sua storia contempla un unico lancio
non riuscito, il primo, del settembre 1993. Il fatto che sia stato
scelto per il lancio dello SPOT-6 (pianificato inizialmente per agosto
di quest’anno, è stato poi rinviato all’8 settembre) è significativo. Al
momento la ISRO ha già lanciato nello spazio 29 satelliti di diversi
Stati.
Il lancio di settembre del PSLV è il secondo
di quest’anno. Il primo risale alla fine di aprile, quando il vettore
lancia satelliti ha lanciato in orbita il satellite indiano RISAT-1.
Inoltre, per la fine dell’anno è in programma un nuovo lancio il cui
corpo principale sarà quello del satellite SARAL.
Il destino del vettore GSLV è meno fortunato. Di 7 lanci solo 2 sono riusciti del tutto e 1 parzialmente. La ISRO ha programmato per il prossimo autunno di apportare la modifica GSLV Ml.II. Oltre a questo, nell’agenzia proseguono i lavori per la terza versione pesante, il GSLV Mark III, in grado di lanciare in orbita 4 tonnellate. Il prototipo dovrebbe esser lanciato in orbita subplanetaria nel 2013 (o a fine 2012).
Se per i suoi vettori lancia satellite l’India sta diventando sempre più importante nel mercato, per quanto riguarda lo studio dello spazio la situazione è differente. Fino all’inizio del 2000 l’India non ha partecipato alle ricerche spaziali. Il suo primo vero veicolo scientifico, la stazione automatica lunare internazionale Chandrayaan-1, elaborata in cooperazione internazionale, si è rivelata affidabile e ha consegnato ai ricercatori dati interessanti sulla Luna. Lanciata nel 2008, è diventata parte della missione lunare internazionale che includeva il Kaguya giapponese, il Chang’e cinese e la coppia americana LRO/LCROSS. Proprio questo ha fatto si che la missione scientifica spaziale indiana iniziasse ad attirare sempre più l’attenzione della comunità mondiale.
Il destino del vettore GSLV è meno fortunato. Di 7 lanci solo 2 sono riusciti del tutto e 1 parzialmente. La ISRO ha programmato per il prossimo autunno di apportare la modifica GSLV Ml.II. Oltre a questo, nell’agenzia proseguono i lavori per la terza versione pesante, il GSLV Mark III, in grado di lanciare in orbita 4 tonnellate. Il prototipo dovrebbe esser lanciato in orbita subplanetaria nel 2013 (o a fine 2012).
Se per i suoi vettori lancia satellite l’India sta diventando sempre più importante nel mercato, per quanto riguarda lo studio dello spazio la situazione è differente. Fino all’inizio del 2000 l’India non ha partecipato alle ricerche spaziali. Il suo primo vero veicolo scientifico, la stazione automatica lunare internazionale Chandrayaan-1, elaborata in cooperazione internazionale, si è rivelata affidabile e ha consegnato ai ricercatori dati interessanti sulla Luna. Lanciata nel 2008, è diventata parte della missione lunare internazionale che includeva il Kaguya giapponese, il Chang’e cinese e la coppia americana LRO/LCROSS. Proprio questo ha fatto si che la missione scientifica spaziale indiana iniziasse ad attirare sempre più l’attenzione della comunità mondiale.
Come la maggior parte delle
potenze spaziali, l’India ha dichiarato un programma lunare a lungo
termine, che include apparati di atterraggio e moduli lunari. La seconda
missione Chandrayaan-2 avrebbe dovuto attuarsi assieme al progetto
russo “Luna-Resource”, ma la catastrofe del Fobos-Grunt ha fatto
modificare i piani russi e ha causato lo slittamento dei termini di
realizzazione.
Nessuno si accolla la responsabilità
di affermare se il progetto in cooperazione con l’India avrà luogo.
L’india ha comunicato che il prossimo programma spaziale non sarà legato
alla Luna ma a Marte, per cui dovrà avvenire al più presto. Nel 2013
partirà per il Pianeta rosso un apparato cosmico che studierà Marte
dall’orbita del suo satellite. Forse hanno influito sui cambiamenti di
programma le modifiche del programma russo e alcune considerazioni
interne. L’India è già stata sulla Luna, Marte rappresenta nuove
opportunità per lo sviluppo della tecnologia. Questo atteggiamento è
tipico della fase iniziale dei programmi spaziali, quando si tratta non
tanto dello studio sistematico dell’oggetto, quanto di quello di
questioni tecniche avanzate, la cui risoluzione è di per sé
interessante.
Tempistiche così strette di
preparazione della missione suscitano scetticismo negli specialisti. La
stampa inglese parla apertamente dell’inaccettabilità di tale spreco di
denaro per una missione cosi difficile e ingiustificata quando la
maggior parte della gente vive in ristrettezze. Il modesto programma su
Marte resta comunque inosservato sullo sfondo dei grandi successi
americani. Inoltre, se la missione lunare era apparsa la continuazione
di un programma già iniziato, il lancio su Marte è visto come una
concessione alla moda. Questo è il punto di vista dei Paesi da tempo
coinvolti nelle ricerche spaziali. Per l’India, avere un proprio
satellite su Marte può voler dire molto di più.
Fonte: http://italian.ruvr.ru
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.