Silvia Bencivelli
“Secondo l’ipotesi dell’Impatto gigante, lo scontro spaziale tra corpi celesti avrebbe prodotto una nuvola di polvere e frammenti che, ruotando a grande velocità intorno alla Terra, si sarebbero aggregati a formare la Luna. In parte, questi frammenti sarebbero state schegge di superficie terrestre. E in parte, o forse soprattutto, resti del misterioso corpo celeste”.Teia però non esiste più e provare la teoria non sarà facile, scrive la Bencivelli:
“L’idea è che, se le cose sono andate come dice l’ipotesi, la Luna dovrebbe in qualche modo assomigliare un po’ a Teia, cioè dovrebbe portare dentro di sé, da qualche parte, qualche segno dell’eredità materna. Il che però propone un duplice problema: il primo è che di Teia non conosciamo proprio niente e quindi non sappiamo che cosa cercare. E il secondo è che, fino a ieri, avevamo trovato solo rocce lunari in tutto e per tutto uguali a quelle della Terra. Quindi di Teia nessuna traccia. Fino a ieri, però”.I ricercatori tedeschi sono riusciti a trovare, analizzando i campioni provenienti dalla luna, delle rocce che non esistono sulla Terra:
“Questo segno è una piccola, ma significativa, differenza tra la quantità di una particolare forma dell’ossigeno contenuta nelle rocce lunari rispetto a quelle terrestre”.Daniel Herwartz, coordinatore del gruppo di ricercatori dell’Università di Colonia, ha spiegato:
“«La differenza è piccola ed è difficile da riconoscere ma c’è. E significa due cose: possiamo essere ragionevolmente sicuri che ci sia stato l’impatto tra Teia e la Terra. E possiamo farci un’idea della composizione di Teia»”.La Bencivelli spiega che ora i ricercatori vogliono capire quanta Terra e quanta Teia si trovino nella Luna:
“I vecchi modelli dicevano che la Luna era soprattutto figlia di Teia: i nuovi dati, concludono gli studiosi tedeschi, suggeriscono invece che sia figlia di entrambi. Metà della Terra e metà del misterioso corpo celeste”.Diego Turrini, planetologo dell’Istituto di Astrofisica e planetologia spaziali dell’Istituto nazionale di astrofisica di Roma, offre a Repubblica una soluzione alternativa:
“«cioè che si tratti del risultato di impatti successivi, avvenuti anche quando la Luna e la Terra erano perfettamente formati». Tutti i corpi del sistema solare, infatti, hanno continuato anche dopo la loro formazione a ricevere l’impatto di meteoriti (come del resto avviene ancora). E siccome la Luna e la Terra hanno massa e gravità diversa «potrebbe essere stato qualcosa che si è impattato in maniera diversa e che ha provocato una qualche modifica della superficie di uno dei due corpi celesti».Nonostante questa precisazione, Turrini spiega che al momento la teoria dell’impatto gigante è la più plausibile per la nascita della Luna:
“«Ha anche il vantaggio di spiegare l’unicità del nostro satellite, che è “solo” un centesimo della massa della Terra ed è quindi grandissimo rispetto agli altri satelliti degli altri pianeti del Sistema solare»”.
Fonte
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