- DI HARVEY WASSERMAN -
Il silenzio dei media generalisti su Fukushima è stato assordante,
anche se le acque radiattive fuggite dalla fusione della centrale
nucleare giapponese ormai stanno lavando le spiagge americane. Acqua
sempre più radioattiva continua a riversarsi nel Pacifico
Almeno tre elementi radioattivi estremamente volatili sono bloccati
in aria presso l’Unità 4. Tre anni dopo l’11 Marzo 2011, il giorno il
disastro, nessuno sa esattamente dove potrebbero essere finiti i nuclei
fusi delle unità 1, 2 e 3.
Nella foto: L’Ambasciatrice degli Stati Uniti in Giappone,
Caroline Kennedy indossa un casco giallo e una maschera per ispezionare
la sala di controllo centrale delle unità 1 e 2 dei reattori della
centrale nucleare di Fukushima Daiichi dopo lo tsunami - (Foto: AP/Toru Yamanaka)
La decontaminazione dell’intera zona è molto rischiosa a causa delle infiltrazioni del crimine organizzato e il rilascio di radiazioni in quantità massicce diventa una possibilità reale in qualsiasi momento.
Il lavaggio delle acque radioattive sotterranee di tutto il complesso
è un problema serio che la Tepco, proprietaria di Fukushima Daiichi, ha
appena ottenuto una controversa approvazione per costruire una parete di ghiaccio,
intorno al sito del reattore bloccato: non è mai stato costruito un
muro di tale portata e di questo tipo, e tra due anni potrebbe ancora
non essere pronto. Uno scetticismo diffuso ha avvolto il progetto per il
suo potenziale impatto sulla stabilità del sito e sulle enormi quantità
di energia necessaria per mantenerlo. I Critici dubitano
anche che sarebbe in grado di proteggere con efficacia il sito dalle
inondazioni e sono preoccupati per i danni ancora più gravi che potrebbe
provocare se non dovesse funzionare.
Nel frattempo, i bambini nelle vicinanze stanno
morendo. Il tasso di tumori alla tiroide tra i circa 250.000 giovani
della zona è superiore di 40 volte a quello normale. Secondo l’esperto
di salute Joe Mangano, oltre il 46% dei giovani hanno noduli e cisti
precancerose alla tiroide e avverte: Questo è “solo l’inizio” di una tragica epidemia.
C’è, tuttavia, una buona notizia — esattamente di quel genere che il
settore nucleare non vorrebbe diffondere — Quando il terremoto e il
conseguente tsunami colpì Fukushima, esistevano 54 reattori commerciali
autorizzati a operare in Giappone, oltre il 12% del totale mondiale.
Ad oggi, nessuno sito è stato riaperto. I sei di Fukushima
Daiichi non saranno mai più attivati e almeno trenta dei reattori più
vecchi in tutto il Giappone non arrivano a soddisfare le norme di
sicurezza attualmente vigenti (una realtà che potrebbe applicarsi a 60 o
più reattori che continuano a operare negli Stati Uniti).
Per fare la sua parte e dare una spinta disperata alla voglia di riapertura dei reattori, il Primo Ministro Shinzo Abe ha rimescolato la
struttura delle agenzie di controllo in tutto il paese e ha rimosso
almeno uno degli oppositori più critici, sostituendolo con un
sostenitore del nucleare.
Ma il mese scorso un tribunale giapponese ha respinto una richiesta
di riavviare i due più moderni reattori della centrale di Ooi nella
prefettura di Fukui. I giudici hanno deciso che sulla base
dell’incertezza su quando, dove e quanto sarà violento un inevitabile
prossimo terremoto, è impossibile garantire che il funzionamento di qualsiasi reattore in Giappone sia in sicurezza.
In altre parole , nessun reattore può essere riaperto senza mettere
in pericolo il Giappone e i tribunali non potranno ignorarlo. Queste
sconfitte legali sono estremamente rare per l’industria nucleare del
Giappone e non si può escludere che questa sentenza possa di essere
ribaltata.
Ma si è trattato comunque di un sorprendente colpo contro l’ agenda pro-nucleare di Abe.
Sulla scia di Fukushima, la popolazione giapponese è diventata molto
più anti-nucleare. Una rabbia profonda è diffusa per il trattamento
grossolano e per le modeste compensazioni pagate in tutta fretta alle
vittime. In particolare, la preoccupazione si è alta per i bambini
piccoli costretti a tornare a vivere nelle zone ancora fortemente contaminate nei pressi degli stabilimenti.
Secondo la legge giapponese, sono i governi locali che devono dare l’approvazione ad ogni riavvio delle centrali, ma i candidati anti-nucleari si sono presentati divisi al votonelle recenti elezioni, solo se il movimento si riunificasse potrebbe finalmente travolgere l’amministrazione Abe.
Un nuovo fumetto satirico sulla decontaminazione della centrale di
Fukushima è diventato un best-seller a livello nazionale. Il paese è
stato scosso dalla rivelazione che circa 700 lavoratori sono fuggiti dal
sito di Fukushima Daiichi al culmine dell’incidente, lasciando solo una
manciata di personale a fronteggiare la crisi, tra questi il Direttore
dello stabilimento, che subito dopo è morto di cancro.
Nel frattempo, Abe ha messo un infame e repressivo segreto di stato che
ha gravemente limitato il flusso di informazioni tecniche. Un
oppositore al nucleare è stato perseguito per aver inviato di un tweet critico contro
chi difende l’industria nucleare e un professore è stato incarcerato
per aver criticato la gestione delle scorie nucleari fatta dal governo:
E’ venuto negli Stati Uniti per parlarne.
I grandi media americani restano in un silenzio tombale oppure, in alternativa , ignorano sprezzanti
il fatto che le radiazioni ormai stiano lavando le coste occidentali, e
ignorano anche l’ estrema pericolosità del lavoro di recupero delle
barre di combustibile altamente radioattivo dalle piscine danneggiate.
I reattori della General Electric di Fukushima hanno una piscina per i
combustibili esausti a circa 100 metri di altezza e dopo l’arrivo dello
tsunami, migliaia di barre sono rimaste sospere in aria sopra le unità
1, 2, 3 e 4 .
Secondo l’ingegnere nucleare Arnie Gundersen, il recupero delle barre
dell’Unità 4 potrebbe aver incontrato un serio intoppo, perchè da
novembre 2013, la Tokyo Electric Power ha rimosso solo la metà delle
barre esauste e almeno tre barre sono rimaste bloccate, cioè la parte
più difficile del lavoro non è ancora stato fatto. Le piscine delle
altre tre unità costituiscono un altro problema. Un incidente in una
sola piscina potrebbe provocare altri significativi rilasci di
radiazioni (che hanno già superato di gran lunga quelle di Chernobyl e
quelle dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki .
Almeno 300 tonnellate di acqua pesante contaminata di Fukushima si
riversa ancora quotidianamente nel Pacifico. Altre centinaia di
tonnellate vengono bonificate in loco, ma gli apologeti della Tepco
sostengono che vengono scaricate direttamente in mare, senza essere decontaminate.
Nonostante i miliardi di dollari di aiuti pubblici, la Tepco è ancora
il principale proprietario di Fukushima. Il ” lavaggio ” è diventato un
importante centro di profitto. La Tepco ha avuto forti perdite nel 2013
e i suoi soci in affari sono disperati per non aver potuto riaprire
neanche gli altri reattori e recuperare il loro enorme flusso di cassa
annuale .
Poco di queste storie è arrivato sui grandi media americani .
Nuovi studi della Nuclear Regulatory Commission hanno sottolineato i significativi rischi sismici che esitono anche per i siti nucleari commerciali americani. Nei siti di maggior rischio ci sono i due reattori di Indian Point appena a nord di New York City, che si trovano nei pressi della faglia di Ramapo, e i due che si trovano a Diablo Canyon, tra Los Angeles e San Francisco, direttamente a contatto con la Central Valley della California.
L’ industria statunitense ha anche subito un durissimo colpo con il Waste Isolation Pilot Project del
New Mexico. Inizialmente questa era una discarica militare e fu usata
per provare che l’industria poteva gestire i propri rifiuti. Non si è
badato a spese per creare depositi nelle caverne di sale del deserto del
sud-ovest, considerato ufficialmente il luogo ideale per scaricare
70.000 tonnellate di barre di combustibile ad alto livello ormai inutile
per i siti dei reattori americani .
Ma o scorso mese nel progetto pilota c’è stata una esplosione che
ha rilasciato di radiazioni molto importanti che hanno contaminato i
residenti della zona, sollevando oltre ad una nube nucleae tossica anche
una profonda nube su eventuali piani futuri per lo smaltimento dei
rifiuti del reattore americano. E’ assurdo che l’industria continui con
le sue continue denunce contro le barriere di controllo, dichiarando che
sono solo poste per motivi “politici”.
Mentre l’industria dei reattore americani continua a succhiare
miliardi di dollari dal tesoro pubblico, i suoi alleati dei media
generalisti sembrano sempre più restii a nascondere ancora la notizia
dell’effetto post-Fukushima in Giappone. In realtà, quei reattori
sventrati sono ancora estremamente pericolosi.
E’ un popolo arrabbiato che vede i suoi figli soffrire, quello che
finora è riuscito a far restare chiusi tutti gli stabilimenti nucleari
del Giappone. Se dovessero restare chiusi in modo permanente, sarebbe un
durissimo colpo per l’ industria nucleare globale — uno di quei colpi
di cui, quasi certamente, non si parlerà molto sui media generalisti
statunitensi (ma non solo).
Harvey Wasserman - www.progressiveradionetwork.com - www.nukefree.org. - www.harveywasserman.com Insieme a Bob Fitrakis è co-autore di quattro libri di inchiesta, tra cui How the GOP Stole America’s 2004 Election,
Fonte : www.commondreams.org
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