APPIGNANO - Sono trascorsi 60 anni da quando, due pastorelli dodicenni
di Appignano, a Colcerasa di Cingoli, fecero un incontro inaspettato
Era il 25 ottobre del 1954 e quella che raccontano i due protagonisti
sembra una storia d’altri tempi. “Io e il mio amico Pacifico Tantucci,
stavamo pascolando il gregge - dice Marziano Giampieri, che oggi a 72
anni decide di rompere il silenzio - quando dopo esserci allontanati per
qualche attimo, decidemmo di tornare e di accendere un fuoco”.
Radunarono quindi il gregge e si avvicinarono al fuoco per scaldarsi. Ma
ad un tratto accadde qualcosa di molto strano.
“Il cane inspiegabilmente si mise ad abbaiare- dice Giampieri - rivolto
verso un punto davanti a noi. Decidemmo quindi di avviarci verso quel
punto e una volta sul posto rimanemmo senza fiato: ci trovammo infatti
di fronte tre piccoli esseri, alti circa 35 centimetri vicini da una
specie di bussolotto”. Oggi la comunità scientifica li chiama Ufo e
l'incontro avuto da Giampieri e Cantucci è classificato come del terzo
tipo. All’epoca però simili avventure procuravano solo tanta paura.
“I tre esseri portavano una tuta argentata che li fasciava
completamente- continua Giampieri - avevano una testa molto grande
rispetto al resto del corpo. La nostra presenza li impaurì e con fare
deciso salirono dentro il cilindro e se ne andarono”. Secondo il ricordo
di Giampieri il cilindro si alzò da terra con una velocità
impressionate lasciandosi dietro una palla di fuoco che esplose con un
fragore che richiamò l'attenzione di una donna anziana che stava
svolgendo dei lavori nei campi. La donna, Maria Ruggeri si chiamava,
disse di avere visto un oggetto circondato da molte luci volare e
scomparire. Una volta a casa i due pastorelli raccontarono tutto ai
genitori. Qualcuno raccolse qualche confidenza e la cosa divenne un caso
di portata nazionale.
“Vennero i carabinieri che ci interrogarono per parecchi giorni per
capire che cosa fosse realmente accaduto - racconta Giampieri - mentre
la stampa nazionale diede parecchio risalto alla vicenda. Naturalmente -
continua - la nostra giovane età e la natura dei fatti raccontati
fecero sì che la nostra storia non fosse creduta ufficialmente, anche se
ci furono, e continuarono per molti anni, visite di noti studiosi.
Ricordo quella del professore Massimo Inardi, parapsicologo di fama
mondiale e conosciuto per le vincite realizzate nella trasmissione
televisiva Rischiatutto che, per oltre trent’anni, quando si trovava in
zona, veniva a farci visita”.
All’epoca la vicenda ebbe vasta eco e reazioni controverse.
“Minacciarono di farci il test della macchina della verità, noi
nonostante, le pressioni e la paura confermammo sempre il nostro
racconto e quello che avevamo visto”. Infine un particolare: si ironizzò
anche sul nome di Giampieri, Marziano (dal santo omonimo e non dagli
omini strani), ma quell’avventura vissuta con l’amichetto, nel 1954,
appassionò tutta l'Italia.
Fonte
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