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Thursday, January 13, 2011

Shuttle, risolto il mistero delle crepe

NASA conferma di aver individuato la fonte del problema e rassicura sulla tenuta del prossimo volo dello Shuttle Discovery. A essere in forse è ora la partecipazione di uno degli astronauti previsti per la missione

Roma - Dopo un paio di mesi passati a rimuginare sulle crepe apparse sulla superficie dei serbatoi di propellente esterni, NASA dice ora di aver capito il perché del problema e sa come porvi rimedio in maniera efficace. Lo Shuttle "Discovery" partirà (come da ultima previsione) il prossimo febbraio, mentre resta da chiarire la difficile posizione di uno degli astronauti di missione a causa del suo coinvolgimento familiare con la deputata repubblicana caduta recentemente vittima di un attentato.

La navetta Discovery presterà servizio nel corso della missione STS-133, con l'obiettivo di trasportare rifornimenti e il modulo logistico polivalente Leonardo sulla Stazione Spaziale Internazionale. La partenza della missione era stata ritardata per la presenza di crepe sul serbatoio di carburante, e NASA aveva annunciato un'indagine tesa a capire l'origine e le possibili ricadute del problema.

Le crepe esterne hanno portato all'ultimo di una serie di ritardi che ha fatto slittare la missione in pieno 2011, e ora NASA conferma: la causa scatenante è stata "una combinazione di problemi di fabbricazione e sollecitazioni a cui è stato posto il serbatoio quando è stato riempito di ossigeno liquido superfreddo e idrogeno liquido".L'agenzia spaziale USA ha apportato le opportune riparazioni al serbatoio, "rattoppando" le crepe e dando il via libera definitivo alla missione STS-133. La partenza è ora prevista per il prossimo 24 febbraio, mentre resta da chiarire la partecipazione alla missione del comandante Mark Kelly - marito della deputata Gabrielle Giffords colpita alla testa in una sparatoria a Tucson. Gli amministratori NASA dicono che toccherà al comandante Kelly decidere se partire per andare in orbita o restare sulla Terra accanto alla moglie in convalescenza.

Alfonso Maruccia

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