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Una storia da fantascienza. Cyberguerra, spionaggio, scienziati nucleari, tecnologia avveniristica. Questi ingredienti hanno consentito ad Israele, in collaborazione con gli Stati Uniti, a sabotare, con un computer worm, un virus malefico, le centrifughe nucleari dell’Iran, rallentando così la sua capacità di costruire una bomba atomica, a quanto rivela il New York Times.
Lo sviluppo del virus, chiamato Stuxnet, ha richiesto due anni di esperimenti nell’ultra-segreto complesso israeliano di Dimona, nel deserto del Negev. Il Nyt cita servizi segreti, esperti non identificati e alti ufficiali militari secondo cui Israele ha costruito centrifughe virtualmente identiche a quelle in funzione nel centro nucleare iraniano di Natanz, dove gli scienziati di Teheran stanno cercando di arricchire l’uranio. Poi vi ha introdotto il virus per sperimentarlo prima di trasmetterlo a Natanz.
”Per essere sicuri che il virus funzioni occorre conoscere le macchine dove sarà introdotto”, ha dichiarato al Nyt un esperto di spionaggio nucleare americano, ”e la ragione per cui il virus è stato efficace è che prima di utilizzarlo gli israeliano lo hanno provato sulle imitazioni delle centrifughe iraniane”.
Le centrifughe iraniane sono state spesso colpite da malfunzionamenti da quando l’Iran ha cominciato nel 2007 e 2008 una rapida espansione dell’arricchimento dell’uranio, e secondo gli esperti il responsabile di questi intoppi è proprio il virus Stuxnet inviato da Israele. A conferma di questa tesi, lo scorso novembre il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha ammesso che software malefici avevano creato ”problemi” in alcune delle centrifughe a Natanz, pur assicurando poi che i problemi erano stati risolti.
Il Nyt afferma che Stuxnet è la cyber-arma più sofisticata in esistenza e che è stata in principale fattore nel rallentare la marcia nucleare iraniana verso la bomba. Il virus ha stravolto il funzionamento di quattro centrifughe e una quinta stata completamente distrutta. Altri attacchi cibernetici potrebbero seguire.
Meir Dagan, l’ex-capo del Mossad, i servizi segreti israeliani, ha confermato recentemente che il programma nucleare iraniano ha subito battute di arresto, aggiungendo che per questo motivo non sarà in grado di costruire una bomba almeno fino al 2015. Il segretario di stato americano Hillary Clinton ed altri esponenti dall’amministrazione Usa non hanno messo in discussione la previsione di Dagan.
Non è un segreto impenetrabile che lo stesso Israele possegga un arsenale di 200 testate nucleari, ma su questo fatto il governo di Tel Aviv mantiene una posizione ambigua. Il Nyt rileva che ogni ritardo nell’arricchimento dell’uranio in Iran concede maggior tempo per raggiungere una soluzione diplomatica diretta a conoscere l’esatta natura del suo programma nucleare.
Tratto da: http://www.blitzquotidiano.it/
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