Gli impianti nucleari iraniani – la cui punta di diamante è la centrale atomica di Bushehr – hanno subito un altro attacco informatico e alcuni si sono bloccati.
Non ci sono per il momento allarmi relativi a possibili incidenti nucleari, al contrario di quanto avvenne con il virus Stuxnet, elaborato dai servizi segreti di Usa e Israele per esplicita ammissione della stampa americana e spedito agli iraniani alla vigilia dell’entrata in funzione della stessa Bushehr, la loro unica centrale nucleare.
Però con gli impianti nucleari non si scherza. La guerra informatica che li prende di mira – la prima cyber-guerra atomica in tutto il mondo – può essere pagata molto, molto cara dalla popolazione civile e dall’ambiente.
La notizia che un virus è penetrato nel software che presiede al funzionamento degli impianti nucleari iraniani arriva dalla Finlandia, dove un esperto di antivirus e di sicurezza informatica ha ricevuto una serie di email provenienti dall’ente iraniano per l’energia nucleare: in piena notte i computer si erano messi a suonare inarrestabilmente musica rock a tutto volume.
Riassunta così la faccenda sembra quasi una barzelletta, e le testate on line americane effettivamente ci hanno ricamato su parecchio umorismo.
Si può anche sorridere, ma il quadro è quello che ho già accennato: Israele e Usa stanno attaccando il programma iraniano per l’energia nucleare con armi informatiche (asseriscono che è la “copertura” di un programma militare, cosa che l’Iran smentisce); dopo Stuxnet è diventata di pubblico dominio l’azione di un virus informatico chiamato Flame e, come ha scritto il Washington Post riportando voci provenienti dall’intelligence, le cose sono molto più avanti rispetto a ciò che l’opinione pubblica conosce.
Traduzione: questi stanno veramente giocando con fuoco, e perciò la faccenda della musica rock non è affatto una barzelletta, anche se è impossibile indovinare che ruolo abbia nel quadro complessivo.
Comunque la notizia è questa. Mikko Hypponen, uno dei responsabili di F-Secure, società finlandese di antivirus e sicurezza informatica, ha pubblicato lunedì sul blog aziendale un brano di una delle email che egli ha ricevuto a firma di uno scienziato dell’ente iraniano per l’energia nucleare.
Il nome dello scienziato non è stato reso noto. Hypponen però scrive di essersi accertato che le email provenivano proprio dall’ente, e che l’ente stesso riceveva le sue risposte.
Lo scienziato diceva che era arrivato un altro virus: la rete informatica e l’hardware avevano cessato di funzionare. Citava come colpiti gli impianti di impianti di Natanz e Fordo (centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, aggiungo io) nonchè la rete VPN, quella aziendale a cui nessun altro teoricamente dovrebbe avere accesso.
Lo scienziato riferiva ancora che alcuni computer si erano messo a suonare musica rock a tutto volume in piena notte, probabilmente “Thunderstruck” degli AC/DC (una rock band australiana).
Mi pare evidente che un attacco di questo tipo non volesse passare inosservato. Che ruolo possa avere nella prima cyber-guerra nucleare, è tutto da stabilire.
Sul blog di F-Secure email dall’Iran
Su Bloomberg gli impianti nucleari iraniani sarebbero stati colpiti da un virus che suonava musica rock
Un vecchio pezzo del Washington Post Stati Uniti e Israele hanno creato il virus Flame per rallentare gli sforzi dell’Iran
Fonte: http://blogeko.iljournal.it
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