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Wednesday, July 25, 2012

A Pisa il robot che riproduce le emozioni

L'androdide realizzato nei laboratori dell'Università è capace di imitare le espressioni umane




robot androide

Influenzati da cinema e cartoni animati, quando pensiamo a un robot, viene subito in mente un umanoide di metallo o plastica, con arti dai movimenti meccanici e forme molto stilizzate. Nei laboratori dell'Università di Pisa, invece, un team di ricercatori del Centro "E. Piaggio", in collaborazione con un ricercatore statunitense, ha dato vita a un robot dalle fattezze umane, un androide di genere femminile con il volto che si ispira a quello della moglie di uno dei ricercatori coinvolti nell'esperimento, capace di riprodurre le espressioni facciali e interagire con l'uomo.
Il sistema integrato si chiama FACE (Facial Automaton for Conveying Emotions) ed è stato creato dal Faceteam, il gruppo di ricerca del Centro "E. Piaggio" diretto dal professor Danilo De Rossi, e a cui lavorano Daniele Mazzei, con il ruolo di Technical Leader, e i dottorandi Nicole Lazzeri e Abolfazl Zaraki.

Lo studio dei ricercatori è partito da una domanda precisa: ora che sono realizzabili robot umanoidi con capacità sociali, come ci relazioniamo noi con queste entità
? Siamo in grado di percepire le emozioni che questi cercano di trasferirci? Le accettiamo?
Come prima applicazione pratica, il sistema è stato utilizzato in collaborazione con la Fondazione Stella Maris per un esperimento condotto su bambini affetti da autismo
, chiamati a interpretare le espressioni facciali del robot sotto la guida di un terapista.
"I bambini vengono invitati a riconoscere le emozioni espresse dal volto della loro interlocutrice robotica, per poi imitarle - spiega Daniele Mazzei - con i dati raccolti dal sistema integrato – che saranno analizzati da un altro gruppo di ricercatori del Centro Piaggio guidati dall'ingegner Pasquale Scilingo - stiamo studiando le reazioni esplicite e non dei soggetti durante l'interazione con il robot. In questo modo sarà possibile fornire ai terapisti gli input necessari alla definizione e ottimizzazione del protocollo riabilitativo basato sull'imitazione e sulla reciprocità sociale ed emotiva".

Fonte: http://www.intoscana.it

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