Lo scorso anno ha fatto parlare di sé a lungo. È l'asteroide 596 Scheila, che il 12 dicembre 2010 ha mostrato una coda simile a quella di una cometa e una luminosità raddoppiata rispetto al previsto. Tuttavia, i dati recentemente forniti dal satellite Swift della Nasa e dal telescopio spaziale Hubble hanno mostrato che tali cambiamenti potrebbero essere stati la conseguenza di una o più collisioni dell'asteroide con altri suoi simili.
"Le collisioni tra asteroidi creano frammenti di roccia, dalle polveri sottili agli enormi massi" ha spiegato Dennis Bodewits, astronomo presso l'Università del Maryland a College Park e autore principale dello studio, reso possibile anche grazie al satellite Swift. "Eppure - continua - questa è la prima volta in cui siamo stati in grado di cogliere l'immagine poche settimane dopo la collisione, prima che la prova possa svanire". Un evento molto raro per il mondo scientifico, reso possibile grazie alle sofisticate tecnologie oggi a disposizione. Come sappiamo, gli asteroidi sono frammenti rocciosi, veri e propri detriti vaganti rimasti dopo la formazione e l'evoluzione del sistema solare circa 4,6 miliardi di anni fa.
Ne esistono milioni in orbita tra Marte e Giove. Scheila invece orbita attorno al Sole ogni cinque anni.
David Jewitt, team leader di Hubble presso l'Università della California a Los Angeles, ha aggiunto: "I dati di Hubble per la maggior parte si spiegano semplicemente con l'impatto, avvenuto a 11 mila km/h di un asteroide, precedentemente sconosciuto, di circa 100 metri di diametro”.
E il co-autore dello studio Michael Kelley, ha concluso: "Tali collisioni ci permettono di sbirciare dentro le comete e gli asteroidi”.
Gli studi saranno disponibili a maggio sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.
Francesca Mancuso
Fonte: http://www.nextme.it
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