Rapporto Holopi CH: «Enormi quantità di radiazioni e impatti a livello globale»
Umberto Mazzantini
Il nuovo rapporto «Estimating the potential impact of failure of the Fukushima Daiichi unit 4 spent fuel pool - A local problem for Japan or a global mega crisis?» di Holopi CH, un think-tank di analisi industriali svizzero, rivela che il collasso dell'edificio del reattore 4 di Fukushima Daiichi, sulla cui sommità si trova una piscina di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito (Sfp4), 1.535 elementi di combustibile, tra cui 204 inutilizzati, porterebbe ad un «Significativo impatto globale», di gran lunga più pericoloso del triplo meltdown del 2011 nella centrale.
Il rapporto sottolinea che «Arrivano opinioni estreme e voci riguardanti il rischio di catastrofe globale derivante da un possibile crollo dell'unità 4 e della piscina del combustibile esaurito di Fukushima Daiichi. . Queste affermazioni appaiono per lo più tra l'opinione pubblica attraverso gli internet media ed altri canali non ufficiali. La fonti Ufficiali rimangono in gran parte mute al riguardo o minimizzano i rischi». Il rapporto fornisce «Una approssimativa di delimitazione dei rischi utilizzando i dati disponibili». I risultati di questo studio suggeriscono che una rilascio del 10% del cesio e dello stronzio stoccati nella Sfp4 sarebbe da 3 a 10 volte più alto dell'ammontare di sostanze radioattive rilasciate a Fukushima Daiichi nel marzo 2011 e quindi «Si rileva un aumento dei livelli di rischio in Giappone e dell'incidenza sulla vita marina». Se invece il rilascio fosse il 100% di quanto stoccato nella Sfp4, la contaminazione sarebbe da 30 a 100 volte la quantità emessa nel marzo 2011 «Potrebbe tradursi in significativi impatti a livello mondiale».
Il direttore di Bellona, il fisico nucleare Nils Böhmer, commenta: «Questo è un esempio concreto del fatto che dovremo convivere con le minacce provenienti da Fukushima negli anni a venire». La Sfp4 di Fukushima era già stata individuata come una possibile fonte di un catastrofico rilascio di radiazioni a causa della perdita di acqua, ma questa emergenza era passata in secondo piano rispetto al ripristino del raffreddamento nei reattori 1, 2 e 3.
Ora il rapporto evidenzia che «Se l'acqua di raffreddamento per la piscina si disperde, può provocare un grande rilascio di materiale radioattivo» e «Date le grandi quantità di calore generato dalle barre di combustibile, la temperatura salirebbe rapidamente. Queste barre sono circondate da un rivestimento di zirconio e ad alte temperature, questo rivestimento catalizza la produzione di idrogeno, può generare calore supplementare e persino esplodere e bruciare».
Secondo il rapporto Holopi, sono molti i modi in cui potrebbe avvenire la catastrofe: dalla perdita di acqua nella piscina attraverso fessurazioni o per evaporazione a causa del calore degli elementi del combustibile esaurito, portando ad un "fuoco radiologico", con il conseguente scioglimento del carburante ed un completo collasso della piscina, che così riverserebbe gli elementi del combustibile esaurito e l'acqua irradiata, provocando un caos totale. Ogni "fuel assembly" contiene dai 50 ai 70 "rods" di "uranium fuel".
La rimozione delle scorie nella Spf4 è ostacolata dai detriti prodotti dalle esplosioni di idrogeno, dall'elevata radioattività e dal fatto che l'apparecchiatura per rimuovere i "fuel assembly" è andata distrutta nel disastro. I media giapponesi dicono che la rimozione del combustibile esaurito è in programma per il 2013, ma il rapporto Holophi dice che potrebbe continuare in sicurezza solo in assenza di ulteriori danni alla piscina o al suo contenuto.
Secondo Bohmer «Il problema del combustibile nucleare esaurito non è confinato alla piscina del combustibile nucleare esaurito. Tutti i reattori, inclusi quelli che sono stati devastati dallo tsunami, hanno combustibile esaurito al loro interno che deve essere messo in sicurezza e per lo stoccaggio ci vorranno decenni».
Gli elementi esauriti immersi nella Sfp4 producono 1 megawatt di energia termica, la metà dei 2 MW registrati nel 2011, ma i sistemi di raffreddamento continuano a dare problemi. Il 30 luglio era saltato il sistema di raffreddamento e ci è voluto un giorno, per riuscire, con impianti provvisori, a rimetterlo nuovamente in funzione. Gli elementi del combustibile devono essere mantenuti a 33,3 gradi Celsius, e l'interruzione del week-end li ha portati a 42 gradi. Un guasto analogo si è verificato il 4 giugno.
La Sfp4 è a 30 metri dal suolo, appoggiata all'edificio del reattore 4 e a giugno la Tokyo electric company (Tepco) in un rapporto inviato al alle autorità di regolamentazione ammetteva che almeno due delle sue pareti sporgono verso l'esterno in vari punti e che l'edificio si è inclinato, tanto che la Tepco ha installato pilastri di acciaio per cercare di sostenere la piscina. Holpi avverte che «Se la piscina crolla o si sviluppano gravi crepe che permettono di drenare l'acqua di raffreddamento, le barre di combustibile saranno esposte all''ambiente». Molti esperti dicono che l'edificio non sarebbe in grado di sopportare un altro terremoto di magnitudine 7.0 e Bohmer evidenzia che «A causa del grave danno inflitto dallo tsunami e dal terremoto, non ci sono dubbi sull'integrità delle altre strutture di Fukushima Daiichi.Le scorie all'interno di queste strutture ed il combustibile danneggiato al loro interno potrebbero provocare catastrofi ancora più grandi di quella del passato»
Il rapporto Holophi prende in esame gli scenari della contaminazione che poterebbero derivare da ulteriori danni alla Sfp4 e mette a confronto il possibile rilascio di radiazioni con quello avvenuto nel marzo 2011.
Se un crollo o una rottura facessero fuoriuscire solo il 10% degli isotopi radioattivi si avrebbe una contaminazione del suolo di circa 100.000 Becquerel per m2, rispetto al 12.000-14.000 Becquerel/m2 del marzo 2011 a Fukushima ed ai 1.500-5.000 Becquerel/m2 trovati nelle prefetture vicine. Anche la contaminazione da stronzio sarebbe molto alta: circa 30.000 Becquerel/m2 rispetto ai 3.600-12.000 misurati nella prefettura di Fukushima nel marzo 2011, ed ai 450- 1.500 nelle prefetture limitrofe. Con lo scenario 10% la contaminazione del mare arriverebbe a 640.000 Becquerel/m2e, con una concentrazione a 100 metri di 6.400 Becquerel per metro cubo. Nel marzo 2011, vicino a riva il cesio 210 era arrivato a 8.000 Becquerel/m3, e tra i 6 ed 1.400 Becquerel/m3 al largo.
Secondo il rapporto, gli "incendi radiologici" provocherebbero un rilascio dal 30 al 100% del cesio e dello stronzio contenuti nella piscina di stoccaggio del combustibile esaurito, con effetti disastrosi «Per le zone del Giappone, la vita marina nel Pacifico e l'ambiente globale». Il rapporto riconosce che i dati e la modellizzazione su cosa potrebbe accadere se la piscina del combustibile esaurito crollasse non sono esaurienti perché «Sono stati sviluppati dal governo, ma sembrano essere classificati». Per questo «La sequenza di eventi che potrebbero scaturire un crollo sono difficili da determinare».
Il rapporto invita i governi e le altre organizzazioni con capacità di modellazione avanzate a trarre le loro conclusioni e a renderle pubbliche. Inoltre raccomanda un'accelerazione del processo di rimozione del combustibile esaurito, visto che c'è ancora una notevole possibilità di un incendio radioattivo. Le industrie giapponesi che potrebbero essere interessate da un crollo della Spf4 e delle conseguenti radiazioni, «Dovrebbero elaborare piani di emergenza per altri eventi come terremoti ed altre eventualità che potrebbero avere un impatto sulla piscina». Il rapporto Holophi conclude che «L'opinione pubblica, in particolare in Giappone, e negli Usa, dovrebbe spingere le autorità ad effettuare valutazioni accurate e oneste dei rischi, ad elaborare piani per gestire un ulteriore terremoto o altri danni alla piscina del combustibile esaurito ed al resto dell'impianto e ad accelerare l'attività di mitigazione».
Fonte: http://www.greenreport.it
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