12 anni fa il ventenne Raymond Torricelli viene arrestato per essersi intrufolato in due computer dell'agenzia spaziale Usa. Ma non è stato l'unico (o il più giovane) a farlo
Aveva fatto tutto da casa, dal suo computer a New Rochelle, nello stato di New York, riuscendo a mettersi in contatto con Pasadena, in California. Raymond Torricelli, neanche ventenne, era riuscito a raggiungere niente meno che la Nasa, il Jet Propulsion Laboratory in particolare. Ma non era stato esattamente quel che si dice un incontro di piacere, almeno non per l' agenzia spaziale statunitense. Il contatto infatti era stato un' intrusione informatica, portata avanti dallo stesso Torricelli, che dal suo pc era riuscito a entrare in due computer del Jet Propulsion Laboratory, usati per ospitare una chat room. Avrebbe pagato quell'intrusione con l'arresto, il 12 luglio 2000.
Le origini del fattaccio sembrerebbero risalire a circa due anni prima, quando Torricelli - meglio noto come rolex tra i colleghi del gruppo di cui era a capo ( #conflit) - si era servito dei computer della Nasa per intrattenere conversazioni su come ottenere i codici delle carte di credito altrui (con cui pare abbia accumulato intorno ai 10mila dollari di spese) e inviare pubblicità di siti pornografici (attività che gli avrebbe fruttato più o meno 5mila dollari). Qualcosa di sensibilmente diverso da quanto fatto di regola da quei due pc, utilizzati uno per progettare satelliti e missioni spaziali e l'altro come server per la gestione di siti e posta elettronica interna.
E sebbene fosse riuscito dove altri erano falliti – la Nasa infatti era da tempo al centro delle mire degli hacker di tutto il mondo, e avrebbe poi speso migliaia di dollari per risolvere il problema – le sue mosse non passarono inosservate. Quando venne smascherato, si seppe che in totale erano stati circa 800 i computer in cui Torricelli si era intrufolato illegalmente, trafugando oltre 76mila password, tra cui quelle della Georgia Southern University e della San Jose State University. Lo scherzetto, come stabilì la sentenza l'anno dopo, sarebbe costato a Torricelli quattro mesi di carcere, quattro agli arresti domiciliari, più una multa di poche migliaia di dollari.
Eppure rolex non è stato l'unico a bucare il sistema di sicurezza dell'agenzia spaziale statunitense. E neanche il più giovane. Più o meno nello stesso periodo in cui operò Torricelli, Jonathan James riuscì a bypassare il sistema di sicurezza della Nasa a sedici anni, diventando così il primo minorenne condannato per crimini informatici negli Usa (e causando un danno di oltre 40mila dollari all'agenzia). Altri nomi famosi per aver bucato la Nasa sono poi quelli di Gary McKinnon, alla ricerca di conferme sull'esistenza degli Ufo, e l'australiano Nahshon Even-Chaim. E col tempo le cose non sarebbero affatto migliorate. A marzo infatti l'agenzia spaziale faceva sapere che gli hacker erano ancora piuttosto interessati nei suoi confronti, e che tra il 2010 e il 2011 erano state oltre 5mila le violazioni al suo sistema di sicurezza.
Fonte: http://daily.wired.it
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