Realizzato da Thales Alenia Space per la «nuova generazione» di satelliti meteorologici europei
Il lancio di Ariane 5 con Msg
Il terzo satellite Meteosat di Seconda Generazione, dalla sigla Msg-3, progettato e costruito da Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e per Eumetsat, è stato lanciato alle 23,6 (ora del centro Europa), con un razzo vettore Ariane 5 dal Centro Spaziale di Kourou, nella Guyana francese.
Un lancio perfetto, con l’assordante rombo del potente razzo europeo, e con la lunga scià della coppia di vettori di spinta iniziale a combustibile solido, ha permesso dopo 34 minuti ad Ariane 5 di inserire in un’orbita ellittica detta “di trasferimento” l’ultimo arrivato (nello spazio) delle “sentinelle meteo made in Europe”. Il tutto, sotto l’attento controllo del Centro Esoc di Darmstadt, in Germania. Oltre a Msg 3, dall’ogiva dell’Ariane 5 è stato anche rilasciato il satellite per telecomunicazioni EchoStar 17, realizzato per i servizi della Hughes Network Systems dalla Space Systems Loral.
Con un peso di oltre due tonnellate al lancio, il satellite MSG-3 (rinominato Meteosat-10 una volta in orbita), di forma cilindrica con diametro di 3,2 metri, e altezza di 2,4 metri, è stato progettato per una vita operativa di sette anni. L’ultimo dei satelliti meteo Esa, è costituito da una struttura principale che si compone di ripetitori e antenne, e dalla piattaforma principale del satellite che include quelli che vengono chiamati sottosistemi, tra i quali quello di potenza, di controllo termico, e il Tt&C (che sta per “Telemetria e Telecomandi”). Dotato di 12 canali di acquisizione immagini, invierà un’immagine aggiornata ogni 15 minuti (rispetto ai 30 minuti dei satelliti di prima generazione), e opererà su 12 bande, dal visibile all’infrarosso, con risoluzioni spaziali da 1 a 3 chilometri.
MSG-3 è stato sviluppato e costruito da Thales Alenia Space, che da circa trent’anni è principale contraente per i satelliti meteorologici europei, e Thales Alenia Space Italia, è stata responsabile per il carico utile di comunicazione, di cui fanno parte antenne e trasponditori e del sistema Tt&C. Dopo la consegna di sette satelliti Meteosat di prima generazione, a metà degli anni novanta, Thales è stata scelta per realizzare anche i quattro satelliti di seconda generazione (Msg). I primi due satelliti Msg sono stati lanciati con successo ad agosto 2002 e a dicembre 2005. Il terzo componente di questa famiglia, lanciato la scorsa notte, è stato posizionato, dall’ultimo stadio dell’Ariane 5, in orbita geostazionaria a circa 36.000 chilometri, a longitudine 0°.
Grazie ai satelliti Meteosat di Seconda Generazione è stato possibile migliorare notevolmente l’analisi dei dati meteorologici in Europa, sin dai primi anni del 2000. Questi satelliti stabilizzati per rotazione (100 giri al minuto), infatti, ritrasmettono immagini ad alta risoluzione di Europa, Nord Atlantico e Africa, a beneficio di meteorologi e servizi meteo in tutto il continente europeo. La tecnologia avanzata che li contraddistingue ha notevolmente migliorato la qualità delle immagini, grazie al maggior numero di canali di osservazione, alle prestazioni radiometriche potenziate e ai cicli di rivisitazione dimezzati. Quest’ultima generazione di satelliti inoltre, punta su una più veloce produzione di immagini per fornire un più rapido e più frequente accesso ai dati da parte dei gestori del servizio; una migliore identificazione delle nuvole e della neve al suolo unita alla capacità di effettuare una analisi dell’atmosfera in modo da determinare con una certa accuratezza temperatura e umidità relativa.
"I dati meteo influenzano molte decisioni dell’economia europea, soprattutto in materia di trasporti e produzione di energia elettrica" - spiega Patrick Mauté, Direttore della divisione di Osservazione Ottica di Thales Alenia Space - “e se comprendiamo meglio questi dati, a livello nazionale e internazionale, potremo prevedere condizioni climatiche rigide e persino pericolose, e quindi trasmettere queste informazioni per proteggere la popolazione. Queste risorse nello spazio sono una componente vitale per l’osservazione del clima globale e dei pianeti”. “La nostra storia dei Meteosat” – aggiunge Mauté – “non termina con il lancio di questo satellite, visto che siamo stati scelti da ESA e Eumetsat, insieme al nostro partner tedesco OHB, per realizzare anche 6 nuovi satelliti di terza generazione”.
La storia dei satelliti Meteosat (noti anche perché da anni le loro immagini dell’Europa dallo spazio vengono utilizzate nelle rubriche meteo in TV), dura da 35 anni: era infatti il 23 dicembre 1977, quando il primo satellite meteo realizzato dall’Esa, del peso di 295 chilogrammi, venne lanciato, in quella prima occasione, con un razzo americano Delta 2914 da Cape Canaveral (ma già il secondo, nel 1981, verrà lanciato con un Ariane 1 dalla Guyana). Il sistema dei Meteosat fornisce informazioni meteorologiche sull’Europa, l’Africa e il Medio Oriente trasmettendo, in maniera costante, immagini della Terra e delle coperture nuvolose. I satelliti, inoltre, mediante le stazioni sparse sulla superficie terrestre, sono in grado di raccogliere anche dati relativi a temperatura, umidità e velocità dei venti.
Tutte queste informazioni, centralizzate ed elaborate, permettono agli studiosi di ricavare modelli matematici dell’atmosfera terrestre e rendono possibili previsioni atmosferiche a lungo termine sempre più accurate. “Inoltre, i nuovi Meteosat permettono di trarre benefici in tutte quelle attività che, in qualche misura, risentono dei fenomeni meteorologici: agricoltura, oceanografia, idrologia, ingegneria civile, traffico aereo” – precisano in una nota i responsabili della missione di Thales Alenia Space – “ e quest’ultima generazione di satelliti punta su una più veloce produzione di immagini per fornire un più rapido e più frequente accesso ai dati da parte dei gestori del servizio; una migliore identificazione delle nuvole e della neve al suolo unita alla capacità di effettuare un’ analisi dell’atmosfera in modo da determinare con una certa accuratezza temperatura e umidità relativa”.
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