DI JOHN PILGER
das-baham.com
Siamo tutti dei potenziali terroristi. Poco importa che voi siate in Gran Bretagna, negli Stati Uniti o in Medio Oriente. La cittadinanza è stata abolita. Accendete il vostro computer e il Centro Nazionale Operativo del dipartimento statunitense di Sicurezza Interna può sorvegliare non soltanto se state digitando “al-qaeda”, ma anche “esercizio”, ”allenamento”, ”onda”, ”iniziativa” e “organizzazione”: tante parole sotto sorveglianza. L’annuncio fatto dal governo britannico circa la propria intenzione di sorvegliare tutta la posta elettronica e le conversazioni telefoniche non è che cosa già nota. Il sistema di sorveglianza satellitare chiamato Echelon lo fa da anni.
Quello che risulta nuovo, è il fatto che lo stato di guerra permanente sta per essere dichiarato dagli Stati Uniti e uno stato di polizia sta per infettare le democrazie occidentali.
Come pensate di reagire?
In Gran Bretagna, su istruzioni della CIA, dei tribunali speciali si faranno carico dei “terroristi presunti”. L’Habeas Corpus si avvia alla morte. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha giudicato che cinque uomini, dei quali tre cittadini britannici, potevano essere estradati negli Stati Uniti, nonostante nessuno tra loro, tranne uno, fosse stato accusato di aver commesso un reato. Tutti sono stati imprigionati per anni in virtù del Trattato d’Estradizione del 2003 tra Gran Bretagna e Stati Uniti, sottoscritto un mese dopo la criminale invasione dell’Iraq. La Corte Europea aveva condannato il trattato poiché quest’ultimo poteva comportare una “punizione crudele e insolita”. Uno degli uomini, Babar Ahmad, ha ricevuto un indennizzo di 63.000 sterline per 73 ferite constatate all’epoca della sua detenzione ad opera della Polizia Metropolitana. L’abuso sessuale, una firma del fascismo, non era il minore dei mali subiti. Un altro uomo è uno schizofrenico che ha subito un crollo psicologico totale e si trova nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Broadmore; un altro accusa tendenze suicide. Tutti saranno estradati nel Paese della Libertà- in compagnia del giovane Richard O’Dwyer che rischia 10 anni di prigione, ferri ai piedi e tenuta arancione, con l’accusa d’aver violato i diritti d’autore statunitensi su internet. Man mano che la legge si politicizza e si americanizza, queste misure travestite da giustizia si banalizzano. Confermando la condanna di uno studente universitario di Londra, Mohammed Gul, per aver diffuso “terrorismo” su Internet, i giudici della Corte d’Appello hanno giudicato che “azioni… contro le forze armate di qualsiasi stato nel mondo che cercano di influire su un governo e che sono state realizzate per ragioni politiche” sono ormai dei crimini. Convocate Thomas Paine, Aung San Suu Kyi, Nelson Mandela.
Come pensate di reagire?
La diagnosi è ormai accertata: il tumore che Norman Mailer chiamava il “pre-fascismo” si è trasformato in metastasi. Il procuratore USA, Eric Holder, difende il “diritto” del suo governo di uccidere cittadini americani. Israele, la protetta, è autorizzata a puntare le sue armi nucleari verso l’Iran che non ne possiede. In questo mondo fatto d’illusioni, la menzogna è ovunque. Il massacro di 17 civili afgani l’11 marzo, dei quali almeno nove bambini e quattro donne, è attribuito a un soldato americano “divenuto folle”. L’“autenticità” della cosa è certificata dallo stesso presidente Obama, che ha “guardato un video” e lo considera come una “prova inconfutabile”. Un’inchiesta indipendente del parlamento afgano ha presentato dei testimoni oculari che hanno fornito elementi dettagliati che coinvolgono non meno di 20 soldati, con un elicottero d’appoggio, che hanno devastato i loro villaggi e si sono abbandonati a uccisioni e stupri: il metodo operativo abituale, sebbene leggermente più micidiale, delle forze speciali statunitensi nei loro “raid notturni”.
A prescindere dagli omicidi nei videogiochi – un contributo degli Stati Uniti alla modernità- questo comportamento diviene tutto sommato banale. Impregnate di una cultura d’autocompiacimento da fumetti, formate brutalmente e alla velocità d’azione, spesso razziste, obese e dirette da una classe d’ufficiali corrotti, le forze americane delocalizzano i loro omicidi a domicilio in paesi lontani, dove non capiscono assolutamente nulla di queste battaglie condotte con i mezzi di bordo. In una nazione fondata sul genocidio della nazione indiana, le abitudini sono dure a morire.
Anche il Vietnam era un “paese indiano” e i suoi “Cinesi” e “Vietnamiti” (entrambe le espressioni hanno carattere negativo e generalmente razzista, ndt) dovevano essere fatti saltare. Il bombardamento di centinaia di abitanti del villaggio vietnamita di My Lai nel 1968, in gran parte donne e bambini, era anch’esso un incidente “isolato” e, in maniera profana, una “tragedia americana” (titolo della copertina della rivista Newsweek). Soltanto uno dei 26 accusati fu condannato e in seguito liberato dal Presidente Richard Nixon. My Lai si trova nella provincia di Quang Ngai dove, come ho appreso mentre ero lì a fare il mio lavoro di reporter, circa 50.000 persone sono state uccise dalle truppe americane, la maggior parte in quelle che si chiamavano “zone di tiro”. Era questo il modello della guerra moderna: l’assassinio su scala industriale.
Alla stregua di Iraq e Libia, l’Afghanistan è un parco d’attrazione per quanti guadagnano grazie alla nuova guerra permanente degli Stati Uniti: la NATO, le società che producono armamenti e strumenti ad alta tecnologia, i media e l’industria della “sicurezza”, le cui attività lucrative hanno contaminato la vita quotidiana. La conquista o la “pacificazione” di un territorio non ha alcuna importanza. L’importante è che voi siate pacificati, l’importante è la cultura della vostra indifferenza.
Come pensate di reagire?
La discesa verso il totalitarismo si produce per tappe. Da un giorno all’altro, la Corte Suprema di Londra deciderà se il responsabile di Wikileaks, Julian Assange, dovrà essere estradato in Svezia. Se l’ultimo appello dovesse essere respinto, colui che ha permesso che la verità fosse rivelata su una scala senza precedenti, e che non è stato accusato di alcun crimine, rischia la prigione in isolamento e degli interrogatori su quantomeno singolari accuse di abusi sessuali. Grazie a un accordo segreto tra gli Stati Uniti e la Svezia, potrà essere “estradato” verso il gulag americano in ogni momento. Nel suo Paese, l’Australia, il primo ministro Julia Gillard, ha cospirato di concerto con quelli di Washington che lei chiama i suoi “veri amici” per assicurare che un cittadino innocente si ritrovi con addosso una tuta arancio se si avventura nel tentativo di rientrare nel proprio paese. A febbraio, il suo governo ha aggiunto un “emendamento Wikileaks” al trattato d’estradizione tra Australia e Stati Uniti, emendamento grazie al quale i suoi “amici” potranno facilmente mettergli le mani sopra (al cittadino innocente di cui sopra, ndt). (Il primo ministro, ndt) ha inoltre accordato il potere di decidere a scapito della legge sulla libertà d’accesso all’informazione- in modo che possano continuare a mentire al mondo intero, come fanno d’abitudine.
Come pensate di reagire?
John Pilger
Fonte: www.das-baham.com
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