In caso di catastrofe nucleare il sistema di comunicazione tra autorità e gestore degli impianti atomici andrebbe in tilt. Commentando rivelazioni della radio svizzera tedesca DRS, il portavoce dell'Ufficio federale per la protezione della popolazione ha confermato che il sistema che permette alle autorità di comunicare tra di loro in caso di crisi non risponde più alle esigenze attuali.
L'Ispettorato federale della sicurezza nucleare e i gestori non sono infatti allacciati a una rete di comunicazione protetta. Lo scambio di informazioni avviene, secondo la DRS, attraverso una semplice linea telefonica, che in caso di interruzione della corrente cesserebbe di funzionare nel giro di poco tempo. Ma già si sta correndo ai ripari. Una soluzione, ha detto Aebischer, verrà sottoposta al Dipartimento della difesa nei prossimi mesi. I costi dell'operazione non sono ancora stati calcolati.
Questa e altre lacune sono venute alla luce dopo che il Consiglio federale ha ordinato una verifica della cosiddetta "protezione d'emergenza", prendendo spunto dalla catastrofe di Fukushima. L'analisi è stata affidata a un gruppo di lavoro interdipartimentale, che secondo i piani avrebbe dovuto consegnare il proprio rapporto nello scorso autunno. Sono però intervenuti ritardi e il governo ne ha preso visione soltanto questa estate.
Il documento elenca diverse carenze: non è ad esempio chiaro in che modo verrebbero decontaminate le aree colpite da radiazioni in caso di incidente nucleare. Nell'eventualità di eventi estremi la Confederazione vuole inoltre sapere se è in grado di mettere in campo personale e mezzi sufficienti.
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