di Marco Cattaneo
Come la proverbiale ciliegina sulla torta, il bosone di Higgs è arrivato a ultimare la più completa teoria del mondo microscopico che l'uomo abbia mai costruito. Il modello standard della fisica delle particelle spiega un'infinità di fenomeni e abbraccia in un'unica cornice tre delle quattro forze fondamentali della natura: la forza elettromagnetica, che spiega i fenomeni elettrici e magnetici e la natura ultima della luce, l'interazione debole, che agisce nei decadimenti radioattivi, e l'interazione forte, che tiene insieme protoni e neutroni nei nuclei atomici. Tre su quattro, appunto.
Manca all'appello la forza più appariscente ai nostri occhi, quella che agisce a distanze più lunghe, che ci fa stare con i piedi per terra, fa ruotare i pianeti attorno al Sole e tiene insieme le galassie: la gravità. Quello di combinare tra loro la teoria della gravità nella forma messa a punto da Albert Einstein con la relatività generale e l'altra grande rivoluzione del Novecento, la meccanica quantistica, è un problema ?che tormenta i fisici da quasi un secolo.
Eppure ancora oggi nessuno è riuscito a far 'dialogare' queste due teorie, che prese singolarmente hanno dato tanti successi alla scienza e hanno avuto tonnellate di conferme sperimentali. Nei decenni sono state sviluppate molte idee, ma finora nessuna ha trovato il conforto della verifica sperimentale.
Tra le candidate più serie a diventare quella che qualcuno chiama la 'teoria del tutto' c'è sicuramente la teoria delle stringhe, secondo la quale tutto ciò che ci circonda è generato da minuscole entità che vibrando a diverse frequenze, come le corde di violino, producono le diverse particelle che osserviamo. Meno ambiziosa, perché si limita a unificare relatività e meccanica quantistica, la gravità quantistica a loop teorizzata da Lee Smolin e Carlo Rovelli parte dall'ipotesi che lo spazio-tempo non sia un mezzo continuo, ma un insieme discreto di minuscole celle che infine dà forma al mondo come lo conosciamo. Il problema di queste due teorie, e di molte altre che cercano di dare risposta alla questione, è che prevedono l'esistenza di entità a una scala davvero piccolissima, miliardi di miliardi di volte inferiore alla scala atomica. E sfortunatamente nessuno ha ancora ideato un esperimento che ci permetta di 'vedere' così in profondità nella trama del cosmo.
Ma i problemi non sono certo tutti qui. Negli ultimi decenni si è accertato che la materia che conosciamo spiega a malapena il 5 per cento di tutta l'energia dell'universo. Quasi tre quarti sono costituiti da una forma di energia che, in mancanza di meglio, i fisici chiamano 'energia oscura'. E più del 20 per cento è costituito da una forma ancora ignota di materia che non interagisce con la materia ordinaria, la 'materia oscura'. Quest'ultima fu ipotizzata già nel 1933 dall'astronomo svizzero Fritz Zwicky osservando ammassi di galassie lontani. Zwicky calcolò che la forza di gravità della materia ordinaria non sarebbe bastata a tenere insieme quegli enormi aggregati.
L'idea di materia oscura, però, prese piede negli anni Settanta e di recente se n'è accertata l'esistenza, ma ancora non si sa da che diavolo sia composta. Molti fisici ripongono speranze negli esperimenti futuri di Lhc, l'acceleratore del Cern che ha scoperto la particella di Higgs.
Quanto all'energia oscura, le cose sono ancora più complicate. Perché a questa fantomatica entità si deve l'accelerazione dell'espansione dell'universo confermata sperimentalmente dagli astronomi negli anni Novanta. E sebbene ci sia qualche tentativo di spiegarla, con una metafora da poliziesco si può ben dire che per ora gli scienziati brancolano nel buio. Ma le sfide che la scienza del XXI secolo deve affrontare non si fermano certo alla fisica, anzi. Una delle scoperte più affascinanti per i prossimi decenni sarebbe certamente la scoperta di vita extraterrestre.
D'altra parte il primo pianeta al di fuori del sistema solare è stato scoperto soltanto nel 1995 e oggi ne conosciamo quasi un migliaio. Con il progressivo miglioramento dei mezzi di osservazione, la scoperta di pianeti su cui si sono sviluppate forme di vita, anche microscopiche, potrebbe non essere così lontana.
Fonte: http://espresso.repubblica.it
PIU' CHE TROVARE GLI ET, BISOGNEREBBE UFFICIALIZZARE LA LORO ESISTENZA
di Oliviero Mannucci
In un capitolo di un manuale del Dipartimento di fisica del US AIR FORCE dato da studiare agli aspiranti piloti da caccia, viene spiegata chiaramente la natura ET degli UFO e si mette in guardia i piloti dall'avvicinarsi troppo alle navi aliene duante i voli, in quanto il campo di forza che circonda tali navi potrebbe disintegrare gli aerei e i loro piloti. QUINDI DI COSA STIAMO PARLANDO? COSA C'E' DA SCOPRIRE L'ACQUA CALDA?
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