di Peppe Carpentieri
Siamo a cavallo di un’epoca storica e stiamo assistendo a cambiamenti politici, sociali, culturali ed economici nuovi e straordinari. Una religione – neoliberismo – sta morendo, implode (PIL, petrolio, espansione monetaria) da sola mentre un’altra potrebbe nascere. Il clima di incertezza che vivono i popoli è direttamente proporzionale al loro grado di coscienza, più i popoli sono apatici e disinformati maggiore è l’insicurezza, più c’è resilienza minore è l’insicurezza. L’accesso a internet offre una straordinaria opportunità ai popoli connessi: conoscere le esperienze altrui e prevedere scenari a seconda del grado di conoscenze acquisite.
Qualsiasi cittadino europeo può conoscere in che modo la religione neoliberista ha distrutto paesi africani e sudamericani e come gli stessi hanno reagito a questa guerra, denominata globalizzazione.
Fino a qualche anno fa i cittadini subivano la disinformazione dei media tradizionali e grazie ad essi costruivano la “propria” opinione.
L’inganno psicologico della creazione del valore dal nulla e l’invenzione dell’economia del debito frutto dell’usurpazione monetaria, la religione della crescita infinita e la produzione di merci inutili, la truffa aggravata delle borse telematiche e la combina con le agenzie di rating, l’insieme di legge immorali per rubare risorse naturali e distruggere le famiglie, ecco, l’insieme di queste scelte politiche sbagliate, e preparate a tavolino da un’elite degenerata, stanno mostrando gli effetti di una guerra contro i popoli.
In estrema sintesi, le comunità dovranno immaginare e ripartire dal basso costruendo reti intelligenti di economie reali: cibo (sovranità alimentare), tessile, mobilità intelligente e autoproduzione di energia con fonti alternative.
La migliore soluzione politica è uscire dall’obsoleta competitività per entrare nella cooperazione. Riprendersi la sovranità monetaria e realizzare l’autosufficienza energetica cancellando gli sprechi; progettare con ecoefficienza; diventare produttori e consumatori e gestori diretti dei beni comuni; applicare la prevenzione primaria sanitaria e del territorio realizzando interventi per ridurre il rischio idrogeologico e sismico; avviare le bonifiche dei siti inquinati e riciclare tutte le merci non utilizzate; iniziare una riconversione delle trasformazioni energetiche nel settore industriale così l’Italia potrebbe diventare il giardino d’Europa; sostituire tutti i motori a combustione con quelli elettrici e ridurre il parco auto; riqualificare energeticamente l’intero patrimonio edilizio esistente e realizzare reti intelligenti (smart grid).
L’insieme delle sfide socialmente utili sopra descritte è cosi ampio che non solo è paradossale pensare di essere in crisi di idee, ma dovrebbe far riflettere su una piccola ovvietà: la crisi è un’invenzione del pensiero dominante per sottrarre altra sovranità ai popoli e consegnarla ad un oligarchia di poteri senza coscienza, oggi ben rappresentata nell’Unione Europea.
Hans Magnus Enzensberger: «Come ai tempi dei vecchi regimi coloniali, questi burocrati si chiamano Governatori e, allo stesso titolo dei Direttori delle banche centrali, non sono affatto obbligati a giustificare davanti alla pubblica opinione le loro decisioni. Al contrario, loro sono espressamente vincolati al segreto. Ciò che ricorda molto il principio dell’omertà, ossia quel codice d’onore a cui la mafia ubbidisce. I nostri “Padrini” europei sono quindi oggi politici sottratti ad ogni controllo giuridico e ad ogni istanza legale. Anzi, godono ormai di un privilegio che non spetta neanche a un boss della camorra: e cioè, l’assoluta immunità giuridica (così almeno è scritto negli articoli 32 bis 35 del Trattato-Esm).» (in L’Espresso, 30 agosto 2012, pag.34)
Fonte: http://peppecarpentieri.wordpress.com
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