giovedì 6 gennaio 2011
La strada che ancora oggi molti pellegrini percorrono per andare da Gerusalemme a Betlemme è più o meno quella che hanno percorso i Magi 2017 anni fa; si snoda in direzione Sud e all’inizio di dicembre dell’anno 7 a.C. (data sempre più accreditata per la nascita di Gesù) mostrava un fenomeno astronomico singolare, di quelli che accadono circa ogni ottocento anni: tre pianeti, di quelli visibili anche a occhio nudo, nel loro vagare tra le stelle fisse (la parola pianeta significa infatti “errante”) vengono a congiungersi nella stessa posizione (vista da Terra) creando un punto luminoso molto intenso e brillante.
È questo, e non una cometa né una supernova, il segno che ha guidato gli studiosi venuti da oriente fino alla grotta della Natività. Tra le diverse interpretazioni del significato dell’espressione del Vangelo di Matteo “abbiamo visto sorgere la sua stella …”, questa della congiunzione planetaria tra Saturno, Giove e Marte è ormai la più accreditata, confortata da una serie di dati e riscontri astronomici e storici.
Ma già il grande Keplero, all’inizio del Seicento aveva avanzato questa ipotesi, ricordando che in un commentario rabbinico alla Scrittura (quello del rabbino Abarbanel) si diceva che la venuta del Messia sarebbe stata preceduta da una congiunzione fra Giove e Saturno nel segno dei Pesci. Keplero era un abile matematico e dai suoi calcoli aveva stimato la data del meeting planetario tra il giugno del 7 a.C. e il marzo del 6 a.C. I calcoli moderni, sui quali si basano anche semplici simulazioni al computer che ci mostrano il cielo di allora sopra l’area di Gerusalemme, confermano che nel 7 a.C. si sono verificate ben tre congiunzioni di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci: il 29 maggio, il 3 ottobre e il 4 dicembre; nei mesi successivi fino a marzo il fenomeno si è completato con l’inserimento di Marte.
Il susseguirsi di congiunzioni, e non tanto la scia della cometa, segna quindi le tappe del viaggio dei Magi e ciò che è accaduto nel cielo il 4 dicembre ben si accorda con la descrizione di Matteo: la stella che prima li precedeva “si fermò sopra il luogo ove si trovava il bambino”; in effetti in quel giorno i due pianeti erano stazionari per poi invertire il loro moto e separarsi.
Prima dei calcoli moderni, queste congiunzioni sono state osservate e descritte dagli astronomi dei territori medio-orientali, dove erano ben visibili, e sono documentate nelle tavole planetarie egiziane del tempo e nel calendario stellare detto di Sippar, dal nome della sede della scuola astronomica di Babilonia.
Fonte: http://www.ilsussidiario.net/
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