Paesaggio marziano con brina
«Vedo la Terra azzurra sotto di me... e vedo perfettamente le stelle nel cielo nero!». Fu questo una delle frasi giunte dallo spazio del primo cosmonauta della storia, il russo Jurij Gagarin, del quale verrà celebrata il prossimo 12 aprile il 50° anniversario dalla storica impresa. Da allora, dopo quella prima orbita, l’uomo ha imparato a conoscere lo spazio, e ad abitarlo in permanenza sulla Iss, la Stazione spaziale internazionale.
Oggi, rispetto al quel pionieristico volo, molto è cambiato. Non c’è più una gara spaziale tra super-potenze, e nello spazio si va soprattutto grazie alla collaborazione internazionale. E il corso del 2011 segnerà nuove tappe. Si avranno la conferma della conclusione del Programma Shuttle, il più lungo piano spaziale americano con astronauti, il via libera fino al 2020 (e oltre) alle attività a bordo della Stazione spaziale internazionale, e la "luce verde" per le società private che diventeranno non una concorrenza, ma un’alternativa ai progetti Nasa. Proseguirà comunque il progetto di sviluppo della Orion, nuova navicella americana, destinata a trasformarsi in scialuppa di salvataggio per la Iss, e forse anche in "navetta" Terra-Spazio. E, ancora, riprenderà con vigore la corsa a Marte, con due missioni verso il Pianeta Rosso, una americana, l’altra russo-cinese. E l’Europa, come da tradizione, rimarrà sempre protagonista.
Per l’Italia spaziale, in particolare, sarà un anno intenso. Due astronauti con bandiera tricolore potranno infatti ritrovarsi assieme in orbita. E molte altre componenti, moduli spaziali e apparati scientifici realizzati nel nostro Paese sono quasi sulla rampa di lancio. Due missioni delle navette spaziali americane sono già programmate; la prossima, sarà quella del Discovery, il cui lancio è in programma per il 24 febbraio. La missione interessa da vicino anche l’Italia, poiché lo shuttle dovrà portare sulla Stazione spaziale il modulo "Leonardo", frutto della collaborazione tra la Nasa e la nostra Asi, e in buona parte costruito dalla Thales Alenia Space Italia. Il modulo, in origine previsto come "cargo", verrà invece attraccato alla base orbitante, e su di essa vi resterà in modo permanente, come un elemento abitativo della stazione.
E ancor più italiana sarà la missione dell’Endeavour, che dovrà partire dalla rampa 39-A di Cape Canaveral il 19 aprile. Tra i sei astronauti dell’equipaggio, vi sarà infatti il Comandante Roberto Vittori, con il ruolo di "specialista di missione"; Vittori, astronauta italiano dell’Esa europea, al suo terzo viaggio spaziale (dopo i due precedenti sulle Soyuz russe), raggiungerà la stazione quando ancora lassù vi sarà Paolo Nespoli, partito a metà dicembre per il suo lungo soggiorno di circa sei mesi sulla stazione orbitante. (ed è di ieri l’annuncio dell’Asi che il capitano Luca Parmitano nei prossimi anni sarà il quarto italiano sulla Iss).
Endeavour, inoltre, porterà sulla stazione anche il massiccio apparato scientifico AMS-02 (Spettrometro Magnetico Alpha), che dovrebbe aprire nuovi orizzonti per lo studio della fisica dallo spazio, realizzato grazie al contributo di molti centri di ricerca europei e italiani. E infine, oltre a "Leonardo", anche un altro modulo italiano, il "Raffaello", potrebbe essere inviato sulla stazione spaziale, per restarci.
Nel frattempo, proseguiranno a ritmo cadenzato i voli delle Soyuz (con quattro lanci), che porteranno in orbita sulla Iss, come già accade da tempo, gli equipaggi destinati alle lunghe permanenze. Ma il 2011 è anche l’anno delle società private di settore. A cominciare da Space X, che ha già lanciato in dicembre la sua navicella Dragon con il suo razzo Falcon 9. Dopo questo primo volo test, altre due navicelle Dragon andranno in orbita (senza astronauti) e il terzo tenterà un "rendez-vous" e aggancio con la Stazione spaziale. E tramite privati (la Orbital Sciences), verrà lanciato, con un razzo Taurus 2. anche il primo modulo di rifornimento per la stazione spaziale, della serie chiamata "Cygnus", realizzata a Torino da Thales Alenia Space Italia.
Quindi, via libera verso l’esplorazione planetaria. Il 5 agosto dovrà partire da Cape Canaveral la sonda "Juno", alimentata con energia solare, destinata all’esplorazione di Giove, e del suo sistema di satelliti (o "lune"). È una missione americana in collaborazione con altre nazioni (Italia compresa), che promette di svelare nuovi segreti sul gigante gassoso (in pratica un Sole mancato) del nostro sistema solare.
Il 25 novembre (dopo il ritorno Usa verso la Luna con il satellite GRAIL in settembre), è previsto il lancio della missione Nasa del Mars Science Laboratory, una sonda che riporterà sulla superficie di Marte un Rover, il "Curiosity", che si sposterà in modo automatico sul Pianeta rosso, dove arriverà nei primi mesi del 2012. Rispetto ai suoi predecessori, Spirit e Opportunity, il nuovo Rover sarà più avanzato e avrà un peso tre volte maggiore. È una nuova tappa della corsa a Marte che prevede, in un futuro piuttosto lontano, lo sbarco di astronauti.
E se in ottobre la sonda Stardust passerà a soli 200 chilometri da una cometa, in marzo la Messenger entrerà nell’orbita dell’ancora poco conosciuto Mercurio, e la Dawn incrocerà il grande asteroide Vesta, in ottobre sarà sempre diretta verso Marte la sonda Phobos-Grunt, in collaborazione tra Russia e Cina, che in realtà sarà dedicata all’esplorazione di Phobos, una delle "lune" di Marte. Il veicolo automatico russo, che rilascerà anche un piccolo satellite cinese, dovrà prelevare campioni della luna marziana, che poi tenterà di riportare sulla Terra.
Antonio Lo Campo
Fonte: http://www.avvenire.it/
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