Si è da poco conclusa la spedizione 2010/2011 del programma ANSMET, Antartic Search for Meteorites, progetto finanziato dal 1976 da NASA e National Science Foundation statunitense per la raccolta di meteoriti sepolti sotto i ghiacci. Per tre mesi i ricercatori del team hanno setacciato l’immenso plateau antartico a caccia di meteoriti. Le zone polari sono veri e propri scrigni dove i frammenti dei corpi celesti caduti dallo spazio si conservano meravigliosamente, come non avviene in altre parti della Terra. È abbastanza facile individuarli visivamente: sassi neri che spiccano bianco abbagliante della neve.

Per questa stagione, i cacciatori di meteoriti sono soddisfatti. Sono rientrati al campo base con un bottino di 1.200 campioni, già spediti al Johnson Space Center di Houston, in Texas. Da 34 anni a questa parte, più di 10.000 meteoriti sono stati recuperati in Antartide. Tra questi, il frammento più celebre è ALH84001, un campione marziano di quasi due chili rinvenuto nel 1984 che fece molto discuetere per l’ipotesi avanzata da alcuni scienziati che contenesse tracce di batteri fossili.

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