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Friday, January 7, 2011

Alieno anche il batterio scoperto nei fondali di Santorini, in Grecia



fondale-marino

La NASA ha concentrato l’attenzione del mondo sul batterio alieno che è stato identificato in California. Ma interessanti rivelazioni vengono dagli scienziati che si sono dedicati per anni allo studio dei fondali greci in prossimità dell’isola di Santorini.

Le ricerche si sono focalizzate su un vulcano sottomarino ancora attivo, il Kolumbo, che appartiene all’area vulcanica del sud dell’Egeo. Il diametro del cratere è di 1.500 metri, la sua ultima potente eruzione risale al 27 settembre del 1650, quando alle catastrofiche conseguenze dell’eruzione seguì un potente effetto tsunami. Nel 2006 degli scienziati evidenziarono l’interesse scientifico che questo ambiente sottomarino poteva avere, e da allora si sono susseguite in questa regione una serie di ricerche effettuate da parte della comunità scientifica mondiale.

In una delle più recenti ricerche oceanografiche, i geologi hanno verificato l’esistenza di condizioni ambientali molto rare sulla Terra e simili invece a quelle di altri pianeti, proprio alla base del vulcano Kolumbo, 6,5 Km a nord-est di Santorini. Un apparato sottomarino, dotato di braccio-sonda, ha prelevato del materiale dalle colonie batteriche presenti alla base del cratere. I campi idrotermici, la concentrazione di sostanze che precluderebbero qualsiasi altra forma di vita, non impediscono il proliferare di queste colonie batteriche di colore rosso-aranciato.

Nel novembre 2010 si è completato il ciclo di ricerche denominato: “Nuove frontiere nell‘esplorazione oceanica 2010″, che ha visto la sinergia dell’Università dell’Isola di Rodi (URI), del Dipartimento di Geologia e Paleontologia dell’Università di Atene (IΓME), oltre che di altre istituzioni del settore. La responsabile della missiome, la dottoressa Paraskevì Nomikòs, ha dichiarato che le scoperte sono state molte e di molti tipi, ma la ricerca svilupperà un tema preciso: quello che riguarda, appunto, le fome batteriche aliene.

Forme di vita che sopravvivono in una colonia dalle sembianze di una coltre di pochi centimetri di spessore sulle pareti interne del vulcano, i batteri (che ricordano quelli individuati recentemente negli Stati Uniti) vivono nel buio, in ambienti ricchi di sostanze tossiche per qualsiasi altra forma di vita conosciuta, a pressioni e a temperature elevatissime, utilizzerebbero i gas e i fluidi provenienti dal vulcano come fonti di energia. Sintesi chimica invece di fotosintesi.

Secondo i coordinatori scientifici del programma: Steve Carey, Robert Ballard e Katherine Croff Bell, il Kolumbo è un vulcano attivo con intenso campo idrotermico, che merita di essere studiato ulteriormente. L’unicità del Kolumbo, secondo i ricercatori, è che si trova in un punto di convergenza delle placche tettoniche senza nessuna deviazione, come si può rilevare nella diffusione delle creste create dalle placche, inoltre vi è una costante fuoriuscita di gas e di fluido ad alta temperatura; con in più la particolarità di essere l’unico vulcano sottomarino con tali caratteristiche ma ad una profondità relativamente esigua.

Ultimo, ma notevole aspetto di questa ricerca, è che le vari fasi e i risultati sono a disposizione del pubblico interesse grazie al sito appositamente creato “Nautilus Live“; collegandosi si ha la possibilità di vedere le riprese video delle fasi salienti della ricerca.

Fonte: Enet.gr / Foto: @ Torley (Flickr)

Articolo tratto da: http://notiziefresche.info/


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