L’emozione di scattare la foto con protagonista un UFO. Involontariamente il più delle volte. E’ quanto accade, ciclicamente, a numerosi testimoni occasionali di un avvistamento. Un’esperienza che in tanti ricordano con profonda emozione. Il recente caso del presunto UFO di Paestum rientra in questa tipologia. Una serie di immagini della zona archeologica, il riversare le foto sul computer ed accorgersi che in una di esse appariva qualcosa di insolito. Un “intruso”. E’ ciò che è accaduto a Vincenzo Riccio, il protagonista dell’avvistamento di Paestum. Il testimone e autore della foto racconta la sua vicenda. “Quando ho scattato questa foto non mi sono reso conto di nulla, un po’ perché ero molto attento a scattare foto agli scavi e un po’ perché, essendo appassionato di antichità e archeologia, mi concentravo su ciò che avevo intorno più che su ciò che avevo in testa.
Quando scaricai la foto sul PC, con mio stupore notai quella macchiolina nera. Inizialmente scherzai con la mia fidanzata dicendo appunto: chissà, magari ho fotografato un UFO, poi non sapendo però a chi rivolgermi per far analizzare la foto, accantonai il tutto ed è rimasta per 2 anni nel mio archivio fotografico. Un giorno, leggendo la notizia di un avvistamento UFO a Piedimonte Matese e Alvignano sul sito del CUB, mi sono ricordato della mia foto e l’ho inviata via e-mail al centro per farla analizzare. Beh, devo dire che ritrovarsi davanti un’analisi che dice che hai fotografato un probabile UFO fa un certo effetto. Ho sempre creduto che non siamo soli nell’universo, ma mai mi sarei aspettato di poter essere io, uno degli spettatori privilegiati di questi eventi rari ed eccezionali”.(Intervista in esclusiva per NF/Foto: Media NF)
Fonte: http://notiziefresche.info/
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