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Saturday, October 22, 2011

La biblioteca dei papi sarà in rete

Ottantamila manoscritti digitalizzati e salvati dal deterioramento

Fra i progetti della Fondazione Enzo Hruby, unica in Europa per la sicurezza dei beni culturali, ce n’è uno tutto fiorentino: "La protezione di Santa Croce", anticipa Enzo Hruby


Firenze, 22 ottobre 2011 - È UFFICIALE, la Biblioteca dei Papi diventa digitale. Nel giro di dieci anni oltre 80mila manoscritti gelosamente custoditi nella Biblioteca Apostolica Vaticana saranno consultabili in Rete. «Una delle più appassionanti avventure culturali di questo secolo, quasi la continuazione dell’immane opera dei monaci amanuensi che, nel corso dei secoli, trascrivendoli, salvarono la cultura dell’antichità dalla distruzione e dal tempo», esulta il vicepresidente della “Fondazione Enzo Hruby”, ieri a Firenze per il convegno “Libri, lettori, ladri. La protezione del patrimonio librario in Italia”.
«La nostra Fondazione ha finanziato e realizzato tutti i sistemi di sicurezza del palazzo che ospiterà le digitalizzazioni - sottolinea Carlo Hruby - : il sistema antintrusione, la videosorveglianza, il piccolo bunker nel quale verranno via via trasferiti i manoscritti da trasformare, gli spazi destinati alle quasi 150 persone che ci lavoreranno». I tempi? «Sono ormai maturi», assicura. Il centro elaborazione dati sta infatti per essere trasferito, la camera blindata e i sofisticati sistemi di sicurezza aspettano solo di entrare in funzione, è questione di giorni: nelle prossime settimane, con la collaborazione dell’Università di Heildelberg, verranno digitalizzati un centinaia di manoscritti dei fondi palatini, dopo una prova eseguita con successo su 23mila “cavie”.


LA CONFERMA arriva dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, per bocca del prefetto della Biblioteca Apostolica, Cesare Pasini: «L’edificio realizzato fuori dalle mura vaticane si prepara a ospitare 80mila antichi manoscritti che varranno fotografati ad altissima risoluzione (grazie a una tecnologia elaborata dalla Nasa, ndr.), immagini che saranno trasformate in formato digitale - spiega monsignor Pasini, indicando il responsabile servizi informatici della Biblioteca, Luciano Ammenti - . Questo significa che migliaia di pagine, buona parte del patrimonio della più prestigiosa biblioteca d’Occidente, stanno per essere convertite in 45 milioni di miliardi di byte». Con la possibilità di essere consultate in Rete. La digitalizzazione permetterà infatti di esaminare via web (poche illusioni, solo agli eletti autorizzati) i segretissimi testi, proteggendoli da furti e incendi e garantendone la conservazione, in quanto la trasformazione fornisce una copia perfetta e in alta definizione del materiale. Testi sacri come la prima trascrizione dei Vangeli di Luca e di Giovanni. (175-225 d. C.), antiche pergamene, codici paleocristiani fino alle magnifiche miniature del Rinascimento, quegli scritti di Leonardo che hanno fatto la fortuna di Dan Brown, non saranno più consultabili solo penetrando negli inaccessibili corridoi della Biblioteca Vaticana, ma navigheranno in Rete, a portata di mouse.

E NON è tutto. Fra i progetti della Fondazione Enzo Hruby, unica in Europa per la sicurezza dei beni culturali, ce n’è uno tutto fiorentino: «La protezione di Santa Croce», anticipa Enzo Hruby. “Complice” Novella Maggiora, una giovane bibliotecaria dell’Archivio della basilica fiorentina che sta ricostruendo, in perfetto stile Indiana Jones, un tracciato delle spoliazioni che si sono verificate nel corso dei secoli. C’è chi spera nei risultati. «Nel 3-400 qui c’era la Scuola di Santa Croce con un celebrato Scriptorium dove venivano trascritti i grandi corali impreziosendoli con l’aggiunta di miniature d’oro - sospira Padre Antonio di Marcantonio, custode della Basilica di Santa Croce - . La Biblioteca ne aveva circa 100, ne sono rimasti solo 8, più altri testi antichi e altrettanto preziosi, di carattere liturgico. Chissà che salti fuori qualche sorpresa».


Letizia Cini

Fonte: http://qn.quotidiano.net

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