Camillo Michieletto è il responsabile dell’associazione che studia il fenomeno. «Ma io – dice – non ne ho mai visti»
Gli Ufo rappresentano ancora un argomento di interesse per la scienza o sono confinati fra le materie riservate agli scrittori visionari? A Reggio vi sono mai stati seri avvistamenti? In un mare di scetticismo c’è ancora chi dedica il proprio tempo proprio allo studio delle forme di vita extraterrestre. A Reggio il rappresentante del Cisu (Centro italiano studi ufologici) è Camillo Michieletto, una guardia giurata di 47 anni che abita a Canali.
Quali obbighi comporta essere il rappresentante del Cisu?
«In tutta Italia ci sono centinaia di persone che hanno le mie stesse mansioni, cioé rappresentare l'associazione, raccogliere testimonianze di avvistamenti e cercare di interpretare ciò che si osserva in cielo. Tutto viene catalogato a Torino, alla sede centrale del Cisu, dove c'è un archivio centrale, uno dei più grandi d'Europa. Basti pensare che in Italia gli avvistamenti sono arrivati fino a 30.000»
Cosa sono davvero gli Ufo?
«A differenza dello stereotipo che ci presentano i media, per fenomeni Ufo s' intende l'insieme di testimonianze di persone che riferiscono di aver visto fenomeni luminosi, o degli oggetti volanti di cui non si è trovata alcuna identificazione con qualcosa di noto. In ambito militare è la stessa sigla Ufo, usata in origine per indicare velivoli dei quali non era provvisoriamente nota la natura. La parola Ufo, cioé Unidentified Flying Objects è stata coniata dal maggiore dell'aeronautica militare statunitense Kenhoey, che era anche responsabile del terzo progetto “Blue Book" dal 1948 al 1969. Mentre se parliamo di come definire i singoli casi, si utilizza la classificazione "Hynek modificata", utilizzata dall’astrofisico "Joseph Allen Hynek", consulente dell'Aviazione Militare Statunitense".
Come mai questo particolare interesse verso gli Ufo?
«Inizialmente per hobby, poi mi sono interessato sempre più agli avvistamenti e sono 33 anni che me ne occupo. Negli anni 50-60 a Torino si creò il primo gruppo che si occupava di ufologia, i"Clipeus", successivamente nel 1967-1968 si fondò il Centro Ufologico Nazionale (Cun) e noi nel 1985 abbiamo deciso di staccarci per creare la Cisu. Abbiamo ideologie diverse ma metodologie simili».
Quando ha visto il primo Ufo?
«Personalmente non ne ho mai visti, ho visto un bolide meteorico, ovvero un corpo celeste dello spazio che a livello dell'atmosfera viene disintegrato, crea luce e quando cade per terra diventa meteorite».
Qui a Reggio e provincia ci sono stati avvistamenti, e quando?
«Nel 2009 ci sono stati 20 casi, 34 avvistamenti nel 2010 e nel 2011 finora siamo a quota 16. Per quanto riguarda le zone, si verificano un po' dappertutto, diciamo che i fenomeni più insoliti li abbiamo nella bassa e sulle colline. Ricordo i cerchi di grano a Rubiera che fecero molto discutere».
Come fa ad essere certo che si tratti proprio di Ufo?
«Allora, innanzitutto vi è una sostanziale differenza con i fenomeni atmosferici conosciuti sono chiamati Ifo, ovvero oggetti volanti identificati. Il 90/92 % dei casi si tratta appunto di Ifo perché se ci sono dei dati si può spiegare tutto. Andando per esclusione, se non sono falsi avvistamenti, tutto ciò che rimane è identificato come Ufo. Nella storia dell'Ufologia furono solo due i casi accertati di fenomeni Ufo: Il 7 gennaio 1948, il Capitano Thomas Mantell al rientro da un' esercitazione viene mandato dall'aeroporto di Godman nel Kentucky ad intercettare un presunto oggetto volante. Poco dopo il pilota descrive l'oggetto e si sente attraverso la radio un rumore metallico. L'aereo precipita a terra con la successiva morte del pilota. Il secondo caso invece riguarda il 21 ottobre 1978: Il ventenne Frederick Valentich durante un servizio di consegna con il proprio aereo nei cieli dell'Australia, comunica via radio ai controllori di volo di Melbourne, un avvistamento di un presunto oggetto non identificato e successivamente scompare. Nella stessa zona vengono mandati vari mezzi di soccorso ma dell'aereo e del pilota non si trova traccia».
Come si identificano? Hanno un loro linguaggio?
«Dipende da caso a caso, facendo un esempio, il primo novembre ad Arezzo, una signora, mentre faceva il suo solito tragitto mattutino di 2-3 chilometri nel bosco per raggiungere la chiesa, dice di essersi imbattuta in due "umanoidi" alti 110-120 centimetri, vestiti con una specie di tuta aderente, una cintura e delle cuffie militari. Questi due "omini" comunicavano attraverso un linguaggio strano e le avrebbero consegnato in mano una calza e dei fiori. La signora spaventata è corsa dal parroco, ma la cosa curiosa è che la stessa mattina, più o meno allo stesso orario e addirittura nella stessa zona, ci sono stati due avvistamenti in cielo».
Laura Vaccari
Fonte: http://gazzettadireggio.gelocal.it
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