A proposito di Fukushima siamo arrivati alla gara di balle. Tempi.it ha pubblicato un’intervista al maestrino dalla penna rossa, ovvero a Avery Morrow, insegnante americano di inglese che vive nel Sud del Giappone e che, con amici, ha messo su il sito jpquake.info: “riunisce tutti i peggiori esempi di giornalismo per quanto riguarda il racconto dell’emergenza nucleare vissuta dal Giappone”.
Secondo Avery Morrow, il quotidiano italiano Repubblica ha vinto l’Oscar internazionale delle balle pubblicando, il 20 aprile, un servizio che descriveva Tokyo come “una capitale in agonia” da cui quattro milioni di residenti erano fuggiti per evitare le radiazioni.
“Un pezzo di finzione apocalittica“, l’ha definito Avery Morrow che, come dice Tempi.it, rimprovera ai media di tutto il mondo “falsità, esagerazioni, invenzioni, manipolazioni: tutto pur di ingigantire e fomentare il terrore e il panico per un nuovo disastro atomico”.
In questo ambito, appunto, Repubblica avrebbe raggiunto il top (o toccato il fondo). Non mi pare: e adesso ci arrivo. Prima però voglio anticipare che al professor Morrow sono completamente sfuggite le manipolazioni più gravi. Quelle con cui le autorità giapponesi e la Tepco hanno cercato di far credere che a Fukushima quasi tutto va ben madama la marchesa.
Innanzitutto la situazione a Tokyo. I colleghi di Repubblica non hanno certo bisogno che io mi erga a loro avvocato difensore: comunque nella prima settimana dopo il terremoto e lo tsunami che hanno innescato la crisi nucleare i maggiori meda tratteggiavano una situazione del tutto analoga della capitale.
Live blogging del Guardian del 14 marzo, aggiornamento delle 3:59 am
There is no visible exodus, but plenty of anecdotal evidence of people, particularly expatriates, leaving the Tokyo area and heading to western Japan or overseas
E c’è anche un pezzo della blasonatissima agenzia Reuters datato 18 marzo. Afferma che la paura delle radiazioni è ingiustificata, ma
residents of Tokyo have flooded out of the city and foreigners have fled the country, hoping to escape a threat they cannot see
Eccetera. Se fra i lettori qualcuno allora era a Tokyo, può riferire nei commenti impressioni di prima mano. Io non c’ero e non so se Repubblica e gli altri hanno raccontato balle o meno. Pubblico però volentieri un catalogo (non esaustivo) delle reticenze e delle balle ufficiali su Fukushima.
Hanno sbagliato (al ribasso) i conti sulla radioattività. Hanno ammesso il meltdown e i buchi nei reattori con mesi di ritardo.
E di questo che ne pensate? Dicono alla gente che non ha diritto a vivere senza radioattività. Le fanno mangiare cibi 150 volte più radioattivi del materiale che qui in Europa maneggiamo con mille attenzioni perchè potenzialmente pericoloso.
Eccetera eccetera: se ho dimenticato qualcosa, segnalatelo nei commenti.
Sul sito del maestrino con la penna rossa il “wall of shame”, il muro della vergogna contro il quale vengono sbattuti giornalisti e blogger catastrofisti è pieno di nomi illustri. La sezione dedicata ai ridicoli comunicati ufficiali conta solo due citazioni.
La prima è per le autorità inglesi che distribuivano ai viaggiatori in Giappone pillole di iodio anti-radiazioni: sarebbero più rischiose che utili per la salute. La seconda riguarda l’aeroporto di Manila, i cui passeggeri vengono avvisati: se viaggiate in aereo, riceverete più radiazioni che rimanendo a terra. Commento: ci piacerebbero avvisi del genere in tutti gli aeroporti.
Però, a proposito di comunicati ufficiali: le autorità statunitensi tuttora raccomandano ai viaggiatori precauzioni decisamente più rigide rispetto a quelle che, secondo il Governo giapponese, valgono per i residenti nella zona di Fukushima.
Secondo me sarebbe invece questa la prima cosa da scrivere sul muro della vergogna: a imperitura memoria del modo indegno in cui il Giappone ha trattato la sua gente e ha gestito la crisi.
Su Tempi.it il giornale che ha scritto più balle su Fukushima? “La Repubblica”
Il comunicato stampa diffuso dalle autorità Usa per i viaggiatori in Giappone
Foto ssoosay
Fonte: http://blogeko.iljournal.it
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