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Sunday, October 30, 2011

«Le macerie radioattive finite nella baia di Tokyo»

La denuncia Una petizione, firmata anche da Bianca Jagger, chiede lo stop immediato


Il governo le sta portando via da Fukushima

Le madri di Tokyo hanno paura. «I nostri figli sono in pericolo, tutto il Giappone è in pericolo». Nelle ultime settimane il governo del nuovo premier Yoshihiko Noda ha dato discretamente disposizione affinché le macerie provocate dal terremoto-tsunami dell' 11 marzo siano bruciate o sepolte in tutto il Paese. Si tratta di un compito immenso - considerato che il sisma combinato con l' onda di piena ha generato qualcosa come 2,38 miliardi di tonnellate di rovine nel Nord-est del Paese (dati del ministero dell' Ambiente giapponese) - che durerà fino al 2014. Non è tanto la mole di queste rovine che fa spavento quanto ciò che contengono quelle provenienti dalla prefettura di Fukushima, le più colpite dalla radioattività emessa dalla centrale nucleare di Dai-ichi, ancora teatro di una difficilissima lotta per imbrigliare i reattori danneggiati otto mesi fa. Le madri di Tokyo hanno paura perché le autorità hanno già accettato di smaltire mille tonnellate di macerie trasportate in treno verso i differenti inceneritori della metropoli. I residui finiscono poi in discarica, nella baia di Tokyo. E non è che l' inizio: in futuro saranno almeno 500 mila le tonnellate di detriti che passeranno dalla capitale per il trattamento. «Una decisione che terrorizza la popolazione locale, nonostante le scarse o nulle informazioni ufficiali - ci dice Masahiro Tominaga, uno dei firmatari di una petizione pubblica rivolta al governo giapponese perché riveda le sue decisioni -. La radioattività a Tokyo è già aumentata. All' inizio non riuscivamo a spiegarci perché in diversi quartieri si trovassero alte concentrazioni di cesio 137. Ora è chiaro: è una conseguenza del trattamento delle macerie radioattive». Recenti rilevazioni, in effetti, avevano riscontrato una presenza di particelle cento volte superiori alla norma: ma il governo aveva minimizzato. «I fumi del trattamento - dice ancora Masahiro Tominaga - sono arrivati fino nel lontano Kyushu». Fukushima, anno zero. Proprio ieri, l' Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare (Irsn) ha denunciato una concentrazione di cesio 137 pari a 27 milioni di miliardi di becquerels nell' oceano antistante la centrale nucleare, venti volte la quantità ammessa a giugno dalla Tepco, la criticatissima società che ha in gestione i reattori. Non solo. Il disastro di Fukushima potrebbe aver rilasciato nell' atmosfera il doppio delle radiazioni rispetto a quanto affermato dalle autorità giapponesi, secondo uno studio pubblicato dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics . Ora, pur ammettendo che i reattori siano ormai sotto controllo (i dubbi sono ancora molti, anche e soprattutto perché gran parte del combustibile sarebbe in stato di fusione), la decisione del governo di disporre delle macerie radioattive rischia di generare nuove fonti di inquinamento. «In questo modo - spiega l' ingegnere nucleare americano Arnie Gundersen - si sta ricreando una nuova Fukushima: la radioattività ritorna nell' atmosfera». «Il problema - si legge nella lettera diffusa anche all' estero, tanto che ha tra i primi firmatari Bianca Jagger - non è limitato alla zona di Tokyo, che è geograficamente vicina alle zone di impatto del disastro. Il ministro dell' Ambiente, signor Hosono, ha dichiarato, il 4 settembre 2011 in una conferenza stampa, che "è intenzione del governo nazionale condividere il dolore di Fukushima con tutti in Giappone"... Se altre prefetture decidessero di seguire l' esempio di Tokyo, le aree che non sono state colpite dalla marea nera vedranno il proprio territorio e le falde acquifere inzupparsi di agenti inquinanti. Chiediamo al governo di fermarsi».

Salom Paolo

Fonte: http://archiviostorico.corriere.it

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