Esistono indizi concreti dell’esistenza di un programma spaziale occulto parallelo a quello della NASA che impiegherebbe velivoli e tecnologie segretissime sviluppati attraverso programmi ombra e scaturiti da processi di retroingegneria aliena. E’ nelle mani del Pentagono - e non della NASA – il controllo dell’esplorazione spaziale del sistema solare.
MICHAEL-KREPON | Descrizione della U.S. Air Force di uno schieramento di postazioni laser spaziali. |
Progetti e velivoli spaziali militari
In effetti, la tecnologia per la costruzione di avanzati prototipi aerospaziali era ed è altamente classificata e rientra nella sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Secondo numerosi esperti tra cui lo scrittore aeronautico Bill Sweetman (direttore della rivista Jane’s International Defence Review ed autore del volume Aurora - The Pentagon's Secret Hypersonic Spyplane), il Pentagono non ha mai informato interamente il pubblico di tutti i suoi progetti, la stessa esistenza di interi black programs (2) ufficialmente non risulta, e nuovi sistemi nelle categorie degli stessi sono automaticamente top-secret. Diversi velivoli, con dispositivi che superano quelli elaborati dall’ingegneria di attuale generazione, solcano i cieli sopra le basi sotterranee del territorio statunitense. Esiste un intera famiglia di aerei concepiti con una propulsione mai vista e con schemi aerodinamici non ancora compresi al momento. L’interesse dell’Air Force per i velivoli spaziali di progettazione militare copre all’incirca un periodo di 40 anni. Gli studi in proposito si sono sviluppati sotto forma di scienza e tecnologia, design, studio delle missioni, e programmi di ingegneria.
The Pentagon's Secret Hypersonic Spyplane | Dyna-Soar/X-20 | X-30 NASP |
SMV X-40 | X-40 Space Maneuver Vehicle |
Laboratori di ricerca dell'Air Force | Progetto DUMBO |
Progetto NERVA
Edgar Fouché e i “Progetti Speciali” USAF
La segretezza di tali operazioni ha generato forti sospetti tra gli ingegneri aeronautici civili americani. È ben noto che gli stabilimenti della Lockheed Advances Developmental Projects Division meglio noti come “Skunk Works” hanno sviluppato i più avanzati veicoli aerei di questo secolo: l’Sr-71 Blackbird, l’aereo spia U-2, l’Aurora e il bombardiere F-117 Stealth. Negli anni ‘90, grazie alle rivelazioni di Edgar Rothschild Fouché, un ex membro dell’Intelligence dell’Air Force americana che ha lavorato nell’Area 51, veniamo a conoscenza dell’esistenza di ulteriori ed incredibili prototipi già operativi. Fouché ha lavorato con diverse strutture aerospaziali militari e produttori di elettronica negli Stati Uniti. Ha partecipato alla progettazione, sviluppo, produzione e valutazioni di volo operativo nei programmi classificati di sviluppo aereo, l’attuale avionica, inclusi contromisure elettroniche, comunicazioni satellitari, equipaggiamento di cripto-logica e di sostegno. Durante la sua carriera militare, fu selezionato nei quadri e in molti programmi di sviluppo dei più recenti cacciabombardieri dell’Air Force. Altri programmi di ricerca e sviluppo per i quali lavorò dagli anni ’70 sono ancora classificati Top Secret. Fouché ha ricevuto una formazione tecnica per oltre 4.000 ore dall’Esercito e dal Governo, di cui circa la metà in addestramento classificato.
Skunk Works | Edgar Rothschild Fouché | Alien Rapture-The Chosen |
Lavorò venti anni con l’aeronautica USA e con le Agenzie del Dipartimento della Difesa, seguiti da altri otto anni come Dirigente a contratto della Difesa. Ha scritto insieme all’ufologo Brad Steiger Alien Rapture-The Chosen fra il 1994 e il ’95. “Negli anni Cinquanta - afferma Fouché - il Governo iniziò a costruire le basi super segrete di Groom Lake per un aereo spia della CIA. L’installazione è localizzata al centro-nord di Nellis Range ed è denominata Area 51. Si continua a costruire all’interno della base, persino oggi. Vi si effettuarono collaudi di volo sullo SR-71, il TR-1, l’F-117 e sul B-2. Sono ora operativi il top secret SR-75, lo SR-74 e il TR-3B. Molti di questi velivoli sono stati erroneamente identificati come UFO.” (…..) “Sita nell’Area 51, la base aerea di Groom ha una pista d’atterraggio di sei miglia, la più lunga degli Stati Uniti. Gli aerei più inusuali del Dipartimento della Difesa e della CIA vengono testati e modificati proprio alla base di Groom Lake. Perché una pista di tale lunghezza? Si rende necessaria se la velocità minima o di stallo è molto sostenuta. Aerei senza ali, sagomati come corpi affusolati o quelli ad ali ritorte a 75 gradi, hanno un’elevatissima velocità di stallo, per cui decollano molto velocemente e atterrano ancor più velocemente. Parlando di Groom i curiosi fanno circolare voci sugli alieni e sulla tecnologia extraterrestere, utilizzata per accelerare i vari programmi dell’Area 51. Le mie fonti prevedono che fino al 35% del finanziamento dello "SDI" (il programma di "Guerre Stellari", ndr) fu deviato per fornire le prime spese del programma ombra più segreto dell’Air Force, iniziato nel 1982. Viene definito “Aurora Program”. Aurora è il nome in codice del progetto di costruzione in corso e delle prove di volo degli apparecchi. Già dal 1992 l’Air Force aveva compilato dei piani di contingenza per spostare in altre località tutti gli aerei sperimentali e prototipi segreti dalla base di Groom, dato che questa era assediata dai curiosi (cosa che ai militari non piaceva per nulla). Tutti i velivoli sperimentali, come l’SR-75, furono rimossi verso l’inizio del 1992, spediti ad altre basi in Utah, Colorado, Alaska, Groenlandia, Diego Garcia ed in un’altra remota isola del Pacifico. I velivoli ad atterraggio e decollo brevi, soprattutto il TR-3A Batwing e il triangolare TR-3B furono trasferiti a Papoose, nella parte meridionale della cosiddetta Area S-4”.
SR-75 “l’astronave madre” dell’Air Force
Sorprendenti rivelazioni quelle dell’ex membro dell’Intelligence dell’Air Force americana che non finiscono qui, in quanto grazie a lui veniamo a conoscenza dell’esistenza di ulteriori ed incredibili prototipi segreti che sarebbero già operativi da alcuni anni. Uno di questi sarebbe il ricognitore ipersonico strategico SR-75 Penetrator, chiamato in gergo “The Mothership” (l’astronave madre).
SR-74 Scramp | SR-75 Penetrator |
“L’SR-75, - rivela Fouché (4) - il primo aviomezzo dell’Aurora Program, divenne operativo nell’89, dopo due anni di prove di volo e di variazioni tecniche. L’SR-75 è un aereo spia SR, ossia un aereo strategico e ipersonico da ricognizione, denominato “Penetrator”. È anche chiamato “Astronave Madre”, cosa che spiegherò in breve. La sua velocità supersonica raggiunge approssimativamente Mach 5. L’SR-75 dell’Air Force sostituì l’aereo spia SR-71, che smise di volare nel 1990, con la seguente dichiarazione ufficiale: “non c’è stato alcun rimpiazzo di velivoli, ora utilizziamo unicamente i nostri satelliti spia per questi lavori”. Il nuovo SR-75 è in grado di posizionarsi dappertutto in meno di tre ore. Dispone di sensori multispettro, ottici, radar, infrarossi e laser. Raccoglie le immagini con un sistema elettronico, comunica i dati in tempo reale all’Intelligence e può anche illuminare i bersagli. L’SR-75 supera notevolmente la velocità dei consueti mezzi militari classificati e i record d’altitudine (fissati dal vecchio SR-71, che potrebbe ancora volare ad una velocità Mach 3.3 e raggiungere un tetto di 25.000 metri). L’SR-75 raggiunse l’altitudine di oltre 36.000 metri e velocità superiori a Mach 5, cinque volte la velocità del suono. Dal decollo all’atterraggio, il caccia stealth SR-75 può andare dal centro del Nevada al nord est della Russia (andata e ritorno) in meno di tre ore. È lungo 50 metri ed ha un’apertura alare di 30 metri. La parte ventrale dell’aereo è sollevata tre metri dal terreno; ha un effettivo minimo di tre persone (un pilota, un ufficiale di ricognizione ed un ufficiale di verifica di lancio) che può raddoppiare, inserendo anche un ufficiale di operazioni militari elettroniche. Al di sotto delle ali si trovano due motori a ciclo combinato di metano e ossigeno liquido, una derivazione dei turbo jet, i cui vani motore posti sotto le ali si protraggono fino al bordo di uscita dell’ala. I motori a Onda di Detonazione (ossia a impulsi esplosivi in sequenza, un sistema di guida simile a quello proposto da Rubbia per il suo razzo per Marte, ndr) spingono l’enorme SR-75 a velocità superiori a Mach 5, qualcuno dice superino Mach 7 con le ultime modifiche al motore. Sebbene questo aeromobile sia stato visto molte volte e sia stato rilevato da radar militari, e la sua scia di condensazione delle detonazioni a impulsi avvistata, l’Air Force nega recisamente che esista. I due grossi vani motore situati sotto ogni ala dell’enorme astronave madre SR-75 si trovano a due metri della parte inferiore dell’ala, e sono larghi tre metri e mezzo. Si potrebbe attraversare l’ugello di scarico con un maggiolone della Volkswagen! Lo SR-74 Scramp è l’astronave “figlia”, che viene trasportata dell’enorme SR-75 fino al momento del suo decollo. Il termine “Scramp” deriva da “Scram Jet” (autoreattore supersonico a combustione) e “Rocket Propulsion” (propulsione a razzo).
NSA | XB-70 |
Il mio amico Jerald (fonte confidenziale dell’Autore, ndr) fu testimone di un volo del grosso aereo nero SR-75 dell’Air Force, che portava il piccolo SR-74 radiocomandato all’interno dell’Area 51. Era stato assicurato su una piattaforma in cima al SR-75 Penetrator. Sentii parlare del modello 74 già dalla fine anni Settanta, mentre ero di stanza a Groom, dove altri due miei amici lo hanno visto. Va ricordato che l’SR-74 non può decollare dal terreno: si può solo lanciare dall’astronave madre SR-75, ad un’altitudine superiore a 30.000 metri, per poi raggiungere altitudini orbitali di oltre 240.000 metri. L’Air Force usa lo “Scramp” per lanciare piccoli satelliti spia segreti per la National Security Agency. Può lanciare satelliti di 1000 pounds, della dimensione di due metri per uno e mezzo (v. “L’intervista al Gesuita” in merito alla sonda Siloe, ndr). Lo Scramp è l’equivalente in dimensione e peso di un caccia F-16. Può raggiungere facilmente velocità di Mach 15. Al suo confronto lo Shuttle spaziale della NASA è anticaglia. La beffa è a danno dei contribuenti: se pensate che queste voci siano assurde, considerate l’YB-49 e lo XB-70 fatti volare rispettivamente nel 1948 e 1964. Ora, si consideri l’SR-75, che è stato visto diverse volte. Si dice che il Governo non sa tenere un segreto, ma chi ci crede sbaglia.(…) Corrono voci che abbiamo piazzato due nuovi aerei in orbita permanente. Uno di questi è lo “Space Orbital Nuclear-Service Intercept Vehicle” (SON-SIV). Il suo nome in codice è “Locust”. Le navette SR-74 e il TR-3B possono scaricare unità di ricambio o SRU, carburante, liquidi ed agenti chimici al SON-SIV. Poi, i sistemi robotizzati del SON-SIV utilizzano queste consegne per rifornire, calibrare, riparare e rimpiazzare alcuni componenti sui più recenti satelliti della NSA, la CIA e il NRO (National Reconnaissance Office), costruiti per orbitare nello spazio”.
L’inchiesta di Aviation Week & Space TechnologyQuanto appena descritto da Fouché potrebbe essere rilegato agli occhi della massa, non informata sull’effettiva capacità delle tecnologie militari, quale pura fantascienza. In realtà chi è stato addentro negli USA (e non solo) a delicati questioni e conoscenze in campo militare e d’intelligence a certi livelli sa che esiste un livello di tecnologia, coperta col massimo riserbo, scaturita grazie ai “Programmi Ombra” che risulta essere avanti di circa una ventina se non trentina di anni rispetto a quella comunemente impiegata. Fortunatamente grazie ad indiscrezioni e testimonianze di ex militari o civili (quali Corso, Fouché, Lazar ecc) che hanno operato in strutture ed ambienti connesse con tali programmi segreti si è riusciti a far emergere tale oscura realtà.
Aviation Week | Blackstar |
Q-Bay | SR-3/XOV |
Una volta assolta la propria missione il Blackstar potrebbe rientrare in orbita terrestre e atterrare orizzontalmente in qualsiasi località che abbia una pista sufficientemente lunga. Sono stati osservati negli ultimi anni velivoli di questo tipo atterrare in varie basi aeree USA: a Hurlburt (Florida), a Kadena (Okinawa) e a Holloman (new Mexico)”. (…) “La piccola stiva della navicella, o “Q-bay”, potrebbe essere anche essere configurata per rilasciare microsatelliti specifici in orbite terrestri basse o, forse, anche per l’utilizzo di armi avveniristiche ad ipervelocità..” (…) “Il National Reconnaissance Office (NRO) potrebbe, parimenti, aver giocato un ruolo importante nella realizzazione del programma pur se ufficiali anziani dell’agenzia hanno negato più volte l’esistenza di un progetto di questo tipo. Una fonte di “Aviation Week”, un ufficiale del Pentagono, ha suggerito che il progetto Blackstar potesse essere proprietà di un team composito di alcuni contrattori delle industrie aerospaziali, probabilmente all’interno di un “Black Project”, assicurando così la non conoscenza da parte delle sfere del programma”. (…) “I primi progetti al riguardo risalgono ai primi anni ’50 e ’60, mentre i documenti del programma XB-70 includono progetti per droni virtualmente utilizzabili nell’inserimento e lancio di orbiter nell’alta atmosfera. Due collaudatori della North American Aviation, successivamente trasformatasi nella Rockwell, affermarono alcuni anni fa che la loro compagnia possedeva tecnicamente un velivolo di tale tipologia già dagli anni ’50 (AW&ST Aug. 24, 1992, p.25). Si ritiene che la Boeing costituisca la principale compagnia coinvolta nel programma del Blackstar. Il 14 ottobre del 1986 questa compagnia depositò presso l’ufficio brevetti americano un progetto per la realizzazione di un sistema avanzato a due stadi per il trasporto spaziale..” (…) “Il velivolo sarebbe stato in grado di spingersi fino allo spazio attraverso il proprio motore per ritornare successivamente a terra come un normale aereo”. A tale proposito Aviation Week riferendosi ad alcune indiscrezioni ricevute da alcuni fonti dell’industria aerospaziale e dell’intelligence USA riporta che un sistema del genere sarebbe il fantomatico SR-3/XOV (experimental orbital vehicle).
Un programma spaziale di “secondo livello” militare
A questo punto è legittimo porsi il seguente interrogativo: Esiste quindi la remota possibilità che l’USAF o il DoD (Department of Defense) si siano spinti oltre i semplici piani spaziali ed aver già esplorato il sistema solare prima della NASA? A quanto sembra sì. E anche diverse volte.
In realtà, dietro le missioni ufficiali note al pubblico, si nasconderebbero prototipi ad altissima concezione tecnologica, come quelli sin ora esaminati, che rendono obsolete navicelle come lo Space Shuttle. Secondo l’ufologo americano Brad Steiger, già in passato eventi insoliti avvenuti nello spazio hanno lasciato supporre un simile scenario. Infatti la storia e le cronache ufficiali dell’esplorazione spaziale narrano che il primo satellite artificiale lanciato in orbita fu lo Sputnik-1 di concezione sovietica. Ma già nel 1949 sono stati osservati oggetti sconosciuti intorno alla Terra. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che tali apparecchi potessero provenire da basi segrete sulla Luna o su Marte. Un quadro del genere può apparire agli occhi del pubblico come una gratuita forzatura. Ma non tutte le numerose missioni spaziali statunitensi sono state condotte in maniera trasparente. Un esempio evidente viene fornito dalla sonda spaziale Clementine lanciata nel 1994. La sonda ha costituito il primo progetto del Dipartimento della Difesa per lasciare l’orbita della Terra con il compito “ufficiale” di mappare completamente ogni centimetro quadrato della Luna. Forse le prove portano davvero in un’unica direzione. Ricordiamo il Progetto Horizon di cui parlava il Colonnello Philip J. Corso - le cui rivelazioni sul cover-up governativo in materia di UFO e Spazio sono contenute nel libro memoriale “Il giorno dopo Roswell” della Futuro Edizioni - per l’installazione di una base lunare militare, ideato alla fine degli anni Cinquanta e destinato a realizzarsi tra il 1965 e il 1967. L’avamposto avrebbe fornito una difesa contro possibili attacchi UFO, in virtù della sua favorevole triangolazione Terra-Luna. Rivelazioni che se non fossero state fatte dall’ex ufficiale dell’intelligence militare americano, le cui credenziali sono state storicamente verificate comprese le sue attività in Italia durante e dopo l’ultimo conflitto mondiale, sarebbero state sicuramente prese in scarsa considerazione. Una testimonianza quella di Corso e del suo memoriale che oltre a fornire nuovi elementi sul crash di Roswell del ’47 (avendo avuto accesso ai dossiers sul caso negli archivi governativi e non solo) ha svelato alcuni retroscena legati alla nascita e svolgimento del programma spaziale della NASA. Fra questi l’effettivo sviluppo di un programma spaziale parallelo segreto fortemente voluto e gestito dall’establishment militare già a partire dagli anni ’50. “Allo stesso tempo, - scrive Corso - i leader del programma spaziale nazionale della NASA, ritennero che la reazione dell’Intelligence militare agli inseguimenti ed ai voli ravvicinati compiuti dai velivoli alieni, fosse fin troppo esagerata.
Il giorno dopo Roswell | Ammiraglio Roscoe H. Hillenkoetter | Generale di Corpo d’Armata Arthur Trudeau |
La NASA, che aveva tenuto il massimo grado di riserbo sull’attività extraterrestre vicino ai nostri mezzi spaziali, decise in ogni caso di assumere un atteggiamento ufficiale di “vigile attesa”, perché riteneva impossibile lanciare un programma spaziale difensivo spiccatamente militare e contemporaneamente ottenere apprezzabili risultati scientifici in campo civile. Così, la NASA accettò di diventare uno “schermo” e, nel 1961, elaborò, di concerto con gli strateghi militari, un programma spaziale di “secondo livello” militare, facendolo passare come missioni scientifiche civili. Acconsentì all’apertura di un canale di comunicazione riservato con l’Intelligence militare per distribuire le informazioni su qualsiasi attività ostile portata dalle EBE nei confronti delle nostre missioni spaziali, incluso l’oscuramento dei segnali o la sorveglianza. Venni a conoscenza di questi dati grazie ai miei contatti all’interno dell’Intelligence militare. Quello che, chiaramente, la NASA non avevo riferito al servizio informazioni militare era che aveva già a disposizione un canale secondario, molto più segreto, per comunicare con il gruppo di lavoro di Hillenkoetter (Ammiraglio Roscoe H. Hillenkoetter ex direttore CIA 1947-1950 nonché membro del gruppo segreto Majestic 12, ndr). Usando questo canale, la NASA lo teneva costantemente aggiornato su ogni avvistamento extraterrestre riferito dagli astronauti, in particolare durante la prima serie dei voli delle missioni Apollo, quando le EBE iniziarono ad avvicinarsi ai moduli lunari, soprattutto nella fase di allontanamento dall’orbita terrestre. Anche se l’Intelligence dell’Esercito era esclusa da tale canale privilegiato tra la NASA e il gruppo di lavoro, alcuni colleghi ed io eravamo ancora in contatto con l’Intelligence civile, che ci teneva aggiornati. L’Esercito e l’Aeronautica riuscirono a trovare 122 foto scattate dagli astronauti sulla superficie lunare a riprova dell’esistenza degli alieni. La scoperta fu sbalorditiva e fu una delle ragioni per cui la presidenza Reagan, nel 1981, fece forti pressioni per la creazione del programma denominato SDI, l’Iniziativa di Difesa Strategica (lo Scudo Spaziale ndr.). Nel 1960, con l’approvazione del gruppo di lavoro ed a seguito della richiesta inoltrata dall’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, preoccupata della vulnerabilità dei suoi velivoli spia U2, la NASA diede il suo assenso affinché alcune sue missioni fungessero da copertura ed attività di sorveglianza satellitare militare”. Inoltre, sempre in merito a quanto appena asserito, Corso nel capitolo sulle Guerre Stellari, riporta che: “..il Generale Trudeau (Generale di Corpo d’Armata Arthur Trudeau), alcuni mesi prima del suo congedo, si presentò più volte al Congresso. Sostenne fermamente che l’Esercito poteva giocare un ruolo molto importante nello Spazio, essendo in possesso di un arsenale missilistico in grado difenderci prontamente, come dimostrato a Los Alamos ed il ed al comando dei missili Redstone a Huntsville, nell’Alabama. Subito dopo la fine delle ostilità in Europa, l’Esercito era stato in grado di sfruttare le conoscenze scientifiche degli esperti tedeschi. Non era solo questione di chi fosse riuscito ad ottenere la fetta più sostanziosa degli stanziamenti per la difesa, asseriva Trudeau. Infatti, in un briefing presso il Comitato per la Scienza e l’Astronautica del Congresso, dichiarò che se l’Esercito fosse stato estromesso da eventuali progetti spaziali, questi sarebbero dovuti passare in toto sotto l’autorità dell’Aeronautica, poiché dopotutto, era una forza armata con personale altamente qualificato e addestrato al combattimento.
Progetto Horizon
Nonostante ciò, durante i primi anni, il Congresso ed il Presidente decisero che la NASA avrebbe condotto i programmi spaziali. Poi, verso la fine degli anni Sessanta, cambiarono idea e si resero conto che vi era una componente esplicitamente militare nell’esplorazione dello Spazio. Trudeau aveva i suoi amici nelle industrie della difesa, non solo scienziati, ma anche membri dei consigli di amministrazione, che avevano avvertito il bisogno irrinunciabile dell’Esercito di sviluppare potenti armi spaziali. Infatti, qualcuno di loro aveva già intuito la necessità di un programma segreto, perché qualsiasi progetto da noi proposto, come l’Horizon e le “armi ad energia diretta”, sembrava essere stato ideato per combattere una guerra contro un nemico molto più potente ed elusivo dei Sovietici”. (….) ”La NASA aveva ricevuto il mandato presidenziale per la conduzione delle esplorazioni spaziali, ma le Forze Armate dovevano ancora difendere la Terra dagli UFO, anche se venivano puntualmente ostacolate. I progetti dell’Aeronautica “Saint” e “Blue Gemini”, avviati qualche anno dopo, furono l’estensione dell’USAF 7795, il numero in codice del primo programma antisatellite dell’Aeronautica statunitensi, una vigorosa operazione elaborata per localizzare, inseguire e distruggere ogni satellite di sorveglianza nemico e soprattutto ogni UFO che si trovasse nella nostra orbita. Con l’ausilio della tecnologia sviluppata dal nostro R&D, l’Aeronautica, seguita poi dall’Esercito, andava approntando le prime fasi di difesa missilistico statunitense contro gli attacchi sovietici dallo Spazio e contro le intrusioni degli alieni. Il Saint era destinato alla sorveglianza delle attività UFO, una versione del satellite Agenda B utilizzato dalla CIA, dotato di un sistema radar di inseguimento e di illuminazione e di una telecamera. Il Saint aveva il compito di intercettare ogni potenziale satellite nemico o UFO in orbita terrestre e di agganciarlo sia con il sistema video che con il radar. Una volta ottenuto l’aggancio, sarebbe entrato in azione il Blue Gemini, il satellite “killer”. La Hughes Aircraft, uno fra i principali fornitori di aeromobili militari e costruttori di satelliti, sviluppò il Blue Gemini, versione militare della capsula con equipaggio Gemini della NASA. La sua missione consisteva nel piombare da orbite più lontane sui satelliti nemici o sugli UFO per distruggerli o metterli fuori uso. Qualora possibile, il Blue Gemini avrebbe dovuto tentare di “catturare” un UFO in orbita, immobilizzandolo e aspettando l’arrivo di una squadra di astronauti militari che, con una “passeggiata spaziale”, avrebbero effettuato il recupero del materiale. Chiaramente, entrambe i sistemi, operativi e sotto copertura, furono in seguito impiegati e oggi costituiscono una delle linee di difesa e sorveglianza antimissile ed anti-UFO. Saint e Blue Gemini rappresentarono i nostri primi passi nella guerra contro gli UFO”.
Gli Astronauti del Pentagono
Come si evince da tale ricerca, il Pentagono e l’USAF hanno nutrito un grande interesse verso le esplorazioni del cosmo. Il motivo di tale condotta ammantata di segretezza va ricercato, stando alle rivelazioni di Corso e non solo, nel fatto che molti dei resoconti sugli UFO siano stati seriamente presi in considerazione da molto tempo. In base a varie rivelazioni ottenute nel corso degli anni da insider governativi vari quali appunto il Colonnello Corso e tanti altri ancora le Forze Armate americane siano entrate in possesso di svariati velivoli alieni, e, attraverso un processo di retroingegneria, ne avrebbero studiato il funzionamento (v. rivelazioni del fisico Bob Lazar). Quali scoperte nascondono i militari in merito al nostro sistema solare e non solo? Una diretta conferma alle affermazioni di Corso in merito ad un programma segreto per l’esplorazione dello spazio giunge da un rappresentante del settore, l’ex-astronauta Brian O’Leary. O’Leary, astronomo ed ex docente di astronomia alla Cornell University ha scritto svariati libri e più di un centinaio studi ed articoli scientifici in tutto il mondo. Inoltre è stato consulente speciale per il Sottocomitato per l’Energia e l’Ambiente della Camera dei Rappresentanti del Congresso, oggi fa parte dell’International Association of New Science di cui è coofondatore. O’Leary in passato ha dichiarato, che in base alla sua esperienza e ricerca, di essere in grado di affermare che da cinquant’anni le informazioni sulla questione degli UFO è probabilmente orchestrata da un gruppo d'élite di uomini CIA, NSA, DIA e similari. La NASA, come ente spaziale legato con un cordone ombelicale al sistema militare, agirebbe in base a precise direttive provenienti dall’alto. Inoltre ha asserito che l’Air Force possiede del personale addestrato alle missioni nel cosmo, composto da astronauti militari. A supporto di tale dichiarazione, un curioso articolo del Los Angeles Herald Examiner, datato 7 agosto 1989, mostra che il Dipartimento alla Difesa stava smantellando un complesso segreto, disseminato in tutti il territorio statunitense e dal costo di circa 5 bilioni di dollari, nato per operare in collaborazione con il progetto civile dello Space Shuttle. Ha inoltre abbandonato la costruzione di uno spazioporto in California e demolito un centro di controllo in Colorado, e infine sciolto una squadra di 32 astronauti stanziati a Los Angeles. Questo gruppo segreto comprendeva 134 ufficiali militari e specialisti. L’articolo conclude spiegando che il Dipartimento della Difesa possedeva una sua flotta di razzi senza equipaggio umano e stava progettando uno studio svincolato dai programmi usuali di esplorazione dello spazio della NASA. Tra l’altro a quanto detto da O’Leary andrebbero ad aggiungersi tutta una serie di notizie apparse nel decennio scorso in merito all’ambiguo perseguimento di un effettivo “Scudo stellare” americano in seno al progetto originario dell’SDI fortemente voluto dal presidente Ronald Reagan negli anni ’80.
Brian O’Leary | SDI Organization | L’esplorazione dello spazio |
Esempio: DSP Satellites: Supporting America's Early-Warning System
Il 24 Novembre parte un’ennesima missione in ambito SDI con equipaggio militare e finalizzata al lancio di un sofisticato satellite “Early Warning” ed a prove di ricognizione dello spazio mediante osservazione diretta. Tale concentrazione in un solo anno di tante missioni Shuttle a scopo e con equipaggi militari sicuramente rispondeva sicuramente ad un preciso programma di tipo bellico piuttosto che ad uno tradizionale di ricerca tecnico-scientifica. A conferma di quanto appena detto vorrei evidenziare quanto riportato nel testo pubblicato nell’Ottobre 1997 per i Tascabili Economici Newton intitolato “L’esplorazione dello spazio” scritto da Luigi Balis Crema (ordinario di Strutture Aeronautiche presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma “La Sapienza”) e da Antonio Castellani (docente di Impianti Aeronautici presso la stessa università). Il piccolo volume ripercorre la storia dell’esplorazione spaziale a partire dai primi Sputnik fino a gettare uno sguardo sulle future ricerche e missioni spaziali. Tra l’altro viene evidenziato come la ricerca militare, nella sua corsa verso l’arma vincente, ha segnato l’avvio dello sfruttamento dello spazio, dando inizio, a partire dagli anni Cinquanta, alla sfida fra le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, per la conquista della Luna. Ebbene, nel capitolo intitolato “La ripresa dello Shuttle” a pag 71 si legge quanto segue: “Infine nell’ultimo volo della anno (1992) il Discovery, con un equipaggio interamente militare, compie l’ultima missione “segreta” per conto del ministero della difesa USA ponendo in orbita un satellite “spia” di grandi dimensioni che riceve anche dei segnali laser da terra”.
Sonde dell'NSA nello spazio profondoUlteriori conferme a quanto fino ad ora trattato vengono fornite da alcune informazioni rilasciate nel 1999 dall’ufologo americano Bill Hamilton. Una notizia del 7 febbraio, proveniente proprio dal gruppo dell’ufologo statunitense Skywatch International, riportava che le Forze Armate americane stavano selezionando degli astronauti, che volontariamente prendevano parte a un corso di addestramento spaziale. Purtroppo, secondo la news, le ragioni di tale richiesta erano ufficialmente ignote. Sempre nel ‘99, esattamente nel mese di Dicembre il bollettino ufologico americano Filer's Files (n.50 - 1999) pubblicò una notizia (National Security Agency deep space probes) in base alla quale la National Security Agency americana (NSA) svolgerebbe un’attività di monitoraggio di possibili segnali di origine extraterrestre. La notizia pubblicata anche dal sito di Jeff Rense Sigthing, con un aggiornamento, fu riportata dall’ufologo Bill Hamilton anche se in origine sembra sia stata diffusa da Robert M. Collins ex capitano dell’USAF nonché dell’AFOSI (Ufficio Investigazioni Speciali dell’Aereonautica USA) già noto nella comunicata ufologica quale rivelatore governativo dallo pseudonimo di Condor. Bill Hamilton quando servì nell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti negli anni ‘60 fu assegnato al Servizio di Sicurezza il quale riferiva direttamente all’NSA. “L’NSA - dichiara Hamilton - svolge principalmente operazioni di tipo SIGINT (Signal Intelligence ossia attività informativa svolta mediante la captazione di segnali per via radio-elettrica ed elettronica, ndr.). Ed impiega sofisticate attrezzature radio per sintonizzarsi sui segnali trasmessi dalle varie organizzazioni militari in tutto il mondo.
Bill Hamilton | Clark McClelland |
Queste comunicazioni militari spesso sono così codificate che solamente che è designato a riceverle può decifrarle. Abbiamo appreso dalle varie fonti che hanno lavorato all’interno di progetti compartimentalizzati dell’NSA di come l’agenzia sia interessata anche all’intercettazione di segnali di provenienza extraterrestre allo scopo di mantenere la sicurezza nazionale. Sappiamo da documenti rilasciati attraverso il FOIA che l’NSA ha mantenuto un interesse sugli UFO. La capacità d’intercettare qualche tipo di segnale da UFO che operano all’interno o all’esterno della nostra atmosfera, o da basi planetarie operative è concepibile. Ci sono diversi rapporti dell’intelligence secondo cui l’NSA avrebbe numerose Sonde nello spazio profondo e alcune arriverebbero oltre l’orbita di Nettuno. Il vero scopo di queste sonde spaziali non è stato specificato. L’NSA/OCR è l’ufficio incaricato responsabile della localizzazione di queste sonde. Perché l’NSA è nello spazio profondo quando la “minaccia” come noi sappiamo è concentrata qui nell’ambiente Terrestre? L’esplorazione dello spazio profondo come si suppone non dovrebbe essere all'interno della giurisdizione della Nasa? Forse queste Sonde Spaziali dell’NSA monitorizzano l’attività Aliena nel nostro Sistema solare?”. In seguito ulteriori dettagli furono forniti, in un update (12-14-99) della stessa notizia pubblicata a sua volta sul sito di Rense dall’ingegnere aerospaziale della NASA Clark McClelland (ex operatore dello Space Shuttle, per 34 anni ha lavorato a Cape Canaveral ed al Kennedy Space Center per i progetti Atlas, Titan e Minuteman).
Tabella McClelland
McClelland commenta sostanzialmente la news fornendo tra l’altro una tabella con un elenco di sonde dell’NSA che sono state lanciate dalla Terra e posizionate sia all’interno che all’esterno Sistema Solare a partire dal 1985. Secondo quanto asserisce lo scienziato NASA alcune di queste Sonde dell’NSA sarebbero state lanciate dal Kennedy Space Center (KSC) durante operazioni segrete denominate missioni “Classificate”. “Di notte – afferma McClelland - il carico utile veniva sistemato sullo Space Shuttle sotto stretta sicurezza impiegando pochi tecnici che avevano le specifiche autorizzazioni per parteciparvi. Inoltre l’equipaggio (di soli uomini) impiegato durante quelle missioni era composto interamente da astronauti militari con uno speciale addestramento”.
KSC Kennedy Space Center
Tra l’altro va aggiunto che McClelland (stando a quanto da lui dichiarato in una lettera aperta pubblicata in Italia dal bimestrale I Misteri di Hera nr.14 Agosto/Settembre 2006) a causa di certe sue scoperte fatte all’interno della NASA e che gli sono costate il licenziamento. “Nel 1992, a causa della mia scoperta di qualcosa di importanza monumentale, fui rimosso dai miei incarichi di controllo dello Space Shuttle Columbia e passato ad uffici amministrativi (OPF-3), il livello più basso della mia vita. Pochi giorni dopo, mi ritirarono i nulla osta Top Secret, le crdenziali di autorizzazione, l’armadietto privato ecc…venni scortato fuori passando per l’area di parcheggio, senza consentirmi di salutare quelli che erano stati i miei colleghi per anni…Mi ordinarono di guidare scortato fino all’ingresso principale di sicurezza del KSC (Kennedy Space Center), e di non provare a rientrare.(…) Da allora (1992) ho avuto difficoltà finanziare. Questo perché ho cercato di dire alla gente quello che avevo appreso…la VERITÁ COSMICA”. Da allora l’ex scienziato della NASA è impegnato in un’opera di divulgazione (attraverso conferenze ed il suo sito www.stargate-chronicles.com) in merito da quanto da lui accertato inerente retroscena legati alle missioni spaziali americane coinvolte in progetti segreti e alla progressivo programma di militarizzazione dello spazio.
Le dichiarazioni del “Padre dello Stealth”A conclusione di quanto fino ad ora esposto ed in risposta ad un certo scetticismo di parte del tutto gratuito e di quei sedicenti “esperti” di turno che sembrano ignorare certe informazioni riporto alcune inequivocabili dichiarazioni rilasciate dal compianto Dr. Ben Rich colui che sviluppò il caccia F-117 Stealth. Rich, riconosciuto come uno dei migliori ingegneri aerospaziali mondiali, è stato presidente della Lockheed quale successore di Kelly Johnson il fondatore delle Skunk Works. Stando a quanto asserito da Bill Hamilton in un articolo pubblicato in Italia dalla rivista Area 51 (cfr. Area 51 N° 3 dicembre 2005) Rich avrebbe risposto, grazie all’interesse di un comune amico, ad alcuni interrogativi posti dall’ufologo americano. “Rich, scrive Hamilton, confermò quanto segue: 1. Vi sono due tipi di UFO – quelli che costruiamo noi, e quelli che costruiscono LORO. Ricavammo informazioni sia dai recuperi in seguito a schianto, sia da oggetti “consegnati”. Il Governo sapeva e fino al 1969 partecipò attivamente alla gestione delle informazioni. Dopo l’”epurazione” Nixon nel 196, l’Amministrazione fu gestita da un consiglio di direttori privati. 2. “Un” oggetto - per distinguerlo dall’“Oggetto” – venne recuperato vicino all’unica base atomica operativa al mondo (Roswell AFB) nel 1947. Progettazione di fusoliere, misurazioni aerodinamiche e informazioni sulla propulsione vennero trasmesse direttamente a Jack Northrop e Kelly Johnson, a cominciare dal 1950, con una rilevante quantità di dato trasmessi dal “The Working Group” alla Divisione Tecnologie Straniere della base aeronautica di Wright-Patterson, nel 1952. “L’oggetto” si riferisce alla denominazione top secret della variante originale dell’aereo spia di Kelly dell’U-2 (TR-1), in bilancio del Congresso e del Pentagono negli anni ’50. 3.
Dr. Ben Rich | Kelly Johnson |
Pressoché tutti i progetti aerospaziali “Biomorfici” erano ispirati all’astronave di Roswell, a partire dal Blackbird SR-71 di Kelly sino agli attuali droni, UCAVe velivoli spaziali”. Ma una dichiarazione davvero “sorprendente” Rich la fece nel Marzo del 1993 in occasione di una conferenza di ingegneria tenutasi a Los Angeles a cui parteciparono ingegneri aerospaziali ed informatici di svariate aziende aerospaziali e di software. Rich in quell’occasione rivelò all’ingegnere Jan Harzan, futuro Direttore di Sezione del MUFON (Mutual UFO Network) di Orange County, CA, che: “abbiamo ora la tecnologia per riportare a casa gli ET”. Tra l’altro tale circostanza è stata in seguito confermata al ricercatore Steven Greer del CSETI (Center for the Study of Extraterrestrial Intelligence) in quanto Harzan era un consulente membro dello stesso CSETI. “Uno dei membri del mio gruppo - afferma Greer riferendosi a Jan Harzan - era alla conferenza , e dopo a fine lavori, Rich aveva intorno a se una quindicina di persone circa. Ben Rich che è stato a capo alla Lockheed di questi ultra-segreti black project, si rivolse al gruppo e disse: “oggi abbiamo già i mezzi per viaggiare tra le stelle, ma queste tecnologie sono chiuse in progetti occulti e ci vorrebbe un miracolo divino per farle uscire fuori a beneficio di tutta l’umanità…” (v. “L’intervista al Gesuita” in merito all’SVS).
Blackbird SR-71 |
Gary McKinnon | Disclosure Project |
“Ero in cerca di tecnologia soppressa, - ha dichiarato l’hacker in un’intervista al programma “Click” della BBC di quest’anno - definita con un’espressione ridicola “tecnologia degli UFO”. Credo che sia il segreto meglio conservato del mondo, una cosa molto importante: i pensionati non possono pagare le bollette del riscaldamento, si invadono Paesi per assegnare all'Occidente appalti per il petrolio, e nel frattempo parti segrete del governo tengono lì questa tecnologia soppressa che darebbe energia gratis”. Non solo alla domanda postagli su cosa mai avesse scoperto di così compromettente all’interno della NASA McKinnon parla di alcune fotografie: “Una di queste persone - l’hacker menziona una testimone del Disclosure Project di Steven Greer in cui si era inmbatutto durante le sue ricerche - era un’esperta fotografica della Nasa, la quale ha detto che nell’edificio numero 8 del Johnson Space Center cancellavano regolarmente le immagini degli UFO dalle immagini satellite ad alta risoluzione. Ha detto che c’erano cartelle denominate “filtrate” e “non filtrate”, “lavorate” e “crude”, qualcosa del genere”. (…) “Ho estratto una foto da una cartella, e tenendo a mente che era una connessione internet molto lenta, a 56k, all’epoca del dial-up, ho abbassato la risoluzione. Ciò che è comparso sul mio schermo era straordinario. Era il culmine di tutti i miei sforzi. Era l’immagine di qualcosa che non poteva essere prodotto da mani umane. Si trovava sopra l’emisfero terrestre. Assomigliava un po' a un satellite. Era a forma di sigaro e aveva cupole geodesiche sopra, sotto, e a entrambe le estremità, e malgrado fosse a bassa risoluzione, l’immagine era molto ravvicinata. Questa cosa era sospesa nello spazio, e non aveva giunture, nessuno dei segni della normale fabbricazione umana”.
Fonte: http://www.usac.it
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