La sonda spaziale Cassini della NASA ha descritto la nascita, l’evoluzione e la morte della più grande tempesta che abbia colpito Saturno negli ultimi due decenni. Emersa come un piccolo punto nell’emisfero Nord del pianeta il 5 Dicembre scorso, in breve tempo è cresciuta a tal punto da circondare il pianeta con gli anelli entro la fine di Gennaio 2011. Le sue dimensioni misuravano circa 15.000 chilometri prima di dissolversi a fine Giugno. Con 200 giorni di permanenza è risultata la tempesta più longeva di sempre del pianeta. E Cassini l’ha osservata attentamente dall’inizio alla fine. Tempeste di questo tipo, note come Grandi Macchie Bianche, tendono ad emergere ogni 2-3 decenni sul pianeta, per ragioni che restano tutt’ora misteriose. “La tempesta è più simile a un vulcano che a un sistema climatico terrestre“, ha detto in un comunicato Andrew Ingersoll, membro del team Cassini al Caltech di Pasadena. “La pressione si accumula per molti anni prima che scoppi la tempesta. Il mistero è che essendo Saturno un pianeta gassoso, non vi è alcuna roccia capace di resistere alla pressione, tale da giustificare un ritardo di tanti anni“. Una tempesta di dimensioni simili è stata vista l’ultima volta su Saturno nel 1990, ma è durata solo 55 giorni prima di scemare, suggerendo che la tempesta più recente sia stata qualcosa di speciale. “Questa nuova tempesta è un tipo completamente diverso rispetto a tutto ciò che abbiamo visto in precedenza su Saturno attraverso la sonda Cassini“, ha dichiarato Kunio Sayanagi UCLA, del team di Cassini. “Il fatto che tali esplosioni siano episodiche e continuino ad accadere su Saturno ogni 20 o 30 anni o giù di lì, ci dice che ci sia qualcosa in profondità all’interno del pianeta, ma che dobbiamo ancora capire cosa sia“. Cassini ha scattato centinaia di immagini della nuova tempesta, che hanno permesso agli scienziati di seguire l’evolversi in grande dettaglio. Il primo vortice è apparso a circa 35 gradi di latitudine Nord e, infine, ha avvolto l’intero pianeta, coprendo circa 5 miliardi di km quadrati. “E’stato un temporale che imperversava continuamente per più di 200 giorni, e che ha colpito quasi il 20 per cento dell’emisfero Nord di Saturno“, hanno detto i ricercatori. La fase attiva della tempesta è finita, hanno aggiunto, ma alcune delle nuvole create hanno indugiato ancora oggi nell’atmosfera del pianeta. La sonda Cassini è arrivata in orbita di Saturno nel 2004 e continuerà a studiare il pianeta con gli anelli e le sue numerose lune fino al 2017. Quindi potrebbe individuare altre caratteristiche interessanti ed emozionanti dell’atmosfera del gigante gassoso. “E’stata la capacità di essere in orbita e di essere in grado di chiudere un occhio e scrutare ovunque sia necessario che ci ha permesso di monitorare questo fenomeno straordinario“, ha detto Carolyn Porco, responsabile del team Cassini imaging Space Science Institute di Boulder, in Colorado. Questi sette anni di osservazioni hanno permesso alla sonda di diventare una delle missioni scientifiche spaziali più prolifiche di sempre.
Renato Sansone
Fonte: http://www.meteoweb.eu
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