La creatività che contraddistingue la mia natura, personale e professionale, mi porta ad usare lo strumento “curiosità” per esplorare nuovi mondi e conoscere persone diverse fra loro, perché sono convinta che ognuno possa ispirare nuove idee e visuali alternative alla propria, fornendo inoltre emozioni che a loro volta si tramutano nuovamente in creatività, in un ciclo di condivisione infinita. All’inizio della missione MagISStra, quando l’astronauta italiano Paolo Nespoli si apprestava a partire per il viaggio verso la ISS (Stazione Spaziale Internazionale), dove, senza precedenti, vi sarebbe rimasto per quasi sei lunghissimi mesi, si è subito evidenziata la volontà di condividere questa esperienza con il grande pubblico attraverso uno dei social netrwork più usati al mondo: Twitter. La mia notoria passione per le stelle e per lo spazio ha fatto sì che fossi una delle prime a seguire Paolo Nespoli su Twitter, attraverso il mio account @pressarea. Emozionante e divertente seguire le fasi di preparazione al lancio con la Soyuz, dalla base di Baikonur, quando Paolo Nespoli, con gli astronauti Cathrine (Cady) Coleman e Dmitri Kondraryev, si trovava in quarantena nella base spaziale del Kazakhstan. Non potevo credere ai miei occhi quando l’Agenzia Spaziale Europea mi ha contattata invitandomi ad incontrare gli astronauti Paolo Nespoli, Cady Coleman e Samantha Cristoforetti per il primo evento italiano di Space Tweetup, nella sede ESRIN di Frascati. Onorata ed emozionata, ringrazio ancora la ESA per questa occasione davvero unica.
Q & A - “Mi presento, sono Viviana Vincenzi, su Twitter sono @pressarea e sono una creativa. Mi occupo di webdesign e grafica digitale: lo spazio, voi astronauti, il vostro lavoro, è per me fonte di ispirazione, è come sognare di volare con voi alla ricerca di bellezza e nuovi mondi da scoprire. L’aspetto umano, la modalità di comunicazione, la parte emozionale, in questo scambio, sono per me importantissimi, sono fattori che accendono la fantasia e che avvicinano le persone. C’è una stretta relazione tra la modalità di comunicazione, la condivisione e la crescita personale” Con questa premessa ho posto la mia domanda. “Voi, che avete la possibilità di viaggiare nello spazio e di avere una visuale più ampia di noi sulla terra e di tutto ciò che ci gravita intorno, lo spazio, le stelle, i pianeti, come descrivereste la razza umana ad una eventuale civiltà extraterrestre? Quali peculiarità, quali fattori riterreste esplicativi per presentarci a loro, semmai un giorno dovesse accadere quest’incontro?” Silenzio, gli sguardi dei tre astronauti s’incrociano in un momento di stallo e Samantha (Cristoforetti) spezza quell’atmosfera surreale suggerendo un sorriso e la via giusta per affrontare la risposta: “Questa è una domanda per un filosofo nello spazio! Paolo, è tua!” Paolo (Nespoli) traduce la domanda a Cady (Coleman) e si gira poi verso Samantha per darle la parola. “Rispondi tu che sei più fresca di idee!” Ma Samantha gira nuovamente a lui il microfono e lui a Cady. Cady: “Credo avrei più di una risposta a questa domanda. Credo però che, quando succede una cosa del genere, non vai a pensare a questo in prima istanza, ma sarei concentrata sull’instaurare un rapporto con questa persona, o con questa “cosa”; non penserei a rappresentare una parte di popolazione, qui, per esempio l’Italia, per voi italiani, per me gli americani o l’umanità nella sua globalità; cercherei solo di relazionarmi a loro, di instaurare un rapporto. Come quando incontri una persona che non conosci, la prima cosa è creare una connessione. Credo sarebbe questo che farei.” Paolo: “Per me è molto difficile scegliere qualche cosa. Credo che se incontrassi degli extraterrestri sono certo che sarei molto curioso, ma non so se sarei capace di comunicare con loro, sarebbe da vedere. Ho una visione della razza umana nei suoi diversi aspetti, spesso molto positivi, qualche volta grigi, altre volte ho proprio una visione “nera”, ma non mi pongo il problema di rappresentare tutto ciò, forse già io rappresento tutto questo e quindi direi loro solo: “Guardatemi”. E ciò che arriverebbe a loro sarebbe in qualche modo rappresentativo. Certo, si potrebbe fare come una presentazione documentale, tipo, questa è la razza umana, fisica, mentalità, etc, mah…. Forse la domanda non è da fare nello spazio, ma più in generale, quali sono i valori della razza umana, quali sono le caratteristiche, quali sono le cose buone e quali le cattive, ma tutti noi conosciamo già questi aspetti… Non è vero Samantha?” Samantha: “Ho avuto qualche minuto in più per pensare alla mia risposta e credo che sia una, la cosa importante, anzi forse due gli aspetti che trovo rappresentativi e da evidenziare in una situazione del genere: la prima è la curiosità. Curiosità, aspetto che si trova nei bambini già subito dopo la loro nascita, la curiosità verso tutto, verso loro stessi, verso il proprio corpo, verso le persone, scoprire, mettere le dita nelle spine! Penso che sia una peculiarità innata, come ciò che amiamo individualmente ed è poi quello che ci fa diventare da grandi un astronauta, un grafico, un designer. L’altro aspetto è ciò che caratterizza gli umani, il nesso che ne dà origine, come punto di forza, o se volete, di debolezza: noi abbiamo bisogno di “bonding”, “legami” , siamo una specie che non può vivere da sola, il legame, per noi, è molto importante. Amare ed essere riamati, apprezzare ed essere apprezzati e probabilmente con “loro”, sarebbe la stessa cosa”.
Il perché della mia domanda. Parto sempre dal fatto che ho una percezione visiva immediata alle parole e soprattutto alle emozioni delle persone. E’ come un link che rimanda tale visione all’interno delle mie creazioni grafiche. Ma non solo. E’ quindi la parte emotiva che traspare per prima ed è ciò che mi piace osservare, perchè è da lì che credo si possa imparare ed elaborare. Una domanda del genere ha messo in primo piano due aspetti: la possibilità di prendere in considerazione l’ipotesi dell’esistenza di esseri extraterrestri in grado di comunicare con noi e la personale reazione dei tre astronauti allo stesso ipotetico evento. Non c’è stata una risposta che facesse capo ad un protocollo, ad un pensiero globale, di rappresentanza e con mia sorpresa, nemmeno alla possibilità di escludere questa eventualità, dal momento che non vi è nulla di ufficiale in questo senso. Avrebbero potuto liquidare la faccenda in qualunque modo, eliminando la possibilità di dare adito all’argomento civiltà extraterrestre. Invece no, hanno accettato il “gioco” di fantasia, tutte e tre le risposte sono state personali, intime, profonde. Nessuna paura, nessun rifiuto preconcetto, nessuna base preconfezionata, solo la parte umana che cerca istintivamente la costruzione relazionale, il contatto profondo che parte da una mente aperta, forse molto più vasta di quanto i nostri occhi riescono a vedere. Altro aspetto importante è la consapevolezza di ognuno di loro nel rappresentare sé stessi e non “a titolo di”, ed è questa immagine che pongo alla ribalta: non è forse ogni piccolo gesto, ogni nostra singola azione e parola che genera la visione di ciò che risultiamo agli occhi degli “altri”… tutti? E se fosse uno di voi ad avere il “contatto”? Pochi giorni fa, Paolo Nespoli è intervenuto allo IAB Forum dove ha rilasciato un’intervista all’interno della quale, senza alcuna sollecitazione, ha fatto una sorta di dichiarazione che senz’altro torna utile al dibattito (trovate tutto nel video in apertura di post, ndr): “Lo Spazio è veramente grande. Milioni di stelle, milioni di galassie. Ho letto da qualche parte che le stelle sono molte di più di tutti i granelli di sabbia, di tutte le spiagge del mondo. C’è tanta roba là dietro! C’è tantissimo! Sono convinto che da qualche parte ci siano degli alieni, perché non è possibile non ci sia un pianeta lì sopra….”
Viviana Vincenzi
Link per vedere il video:
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