Un sondaggio boccia in toto la politica energetica del governo. Se si votasse oggi il referendum avrebbe il quorum.
Brutte notizie per il governo. Un sondaggio commissionato a Gnresearch dal quotidiano Repubblica boccia senza appello la politica energetica dell’esecutivo e propone alcune indicazioni chiare come il sole. Quasi tre italiani su quattro sono contro il nucleare, una quota rilevante del campione rappresentativo della popolazione è pronto ad andare a votare contro: un netto 70% che dovrebbe facilmente garantire il raggiungimento del quorum.
Numeri che non sorprendono, considerati i precedenti e l’attualità della cronaca. Queste indicazioni della gente paiono essere ben chiare anche ai ministri di Silvio Berlusconi, che dopo la ‘pausa di riflessione’, potrebbero ora decidere d’intervenire per cercare di rinviare ad un momento più propizio il confronto con la volontà popolare. Attualmente, dopo che il ministro degli interni Roberto Maroni ha deciso di non accorpare l’evento referendario (si dovrebbe votare anche su legittimo impedimento e acqua pubblica) alle elezioni amministrative, la data presunta per l’appuntamento sarebbe il 12 giugno. Ma c’è ragione di credere che si farà di tutto per evitare il giudizio degli elettori, considerato che potrebbe minare la tenuta del governo, già messo duramente alla prova dalle divergenze interne sul caso libico.
Tornando al sondaggio, i risultati dicono che il 59% degli intervistati è ‘molto contrario’ alla costruzione di nuove centrali, mentre il 17% si dichiara ‘abbastanza contrario’. I cittadini mettono in dubbio la capacità di gestire perfino l’ordinaria amministrazione, temendo del nucleare soprattutto l’impatto sull'ambiente e sulla salute dei cittadini anche in assenza di incidenti o errori umani.
Anche i fautori dell’atomo mostrano qualche paura dello stesso tipo, tant’è che il 20% dei favorevoli si dichiara contrario alla presenza di una centrale nella propria regione. La soluzione al problema energia? Il 69% degli italiani punterebbe sulle rinnovabili e ritiene negativo il provvedimento governativo sulle energie alternative in via di ulteriore messa a punto. Bocciati così sia Paolo Romani che Stefania Prestigiacomo: il ministro per lo sviluppo economico e quello dell’ambiente prendono dal campione una chiara insufficienza (4,5).
Fonte: http://gogreen.virgilio.it
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