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Wednesday, March 30, 2011

Radiazioni nucleari, come combatterle

Ecco alcuni consigli dell'eco dottore su cosa fare nel caso di esposizione a materiale radioattivo.

nucleare


L'esposizione a materiale radioattivo pone molti problemi di salute che vanno dalle mutazioni genetiche a livello del DNA cellulare alla distruzione di specifici tessuti del corpo umano. Esistono metodi naturali per aiutare il corpo a reagire ed eliminare le scorie radioattive che tutti dovrebbero conoscere.

La maggior parte delle notizie su internet e giornali a riguardo sostiene di prendere dosi massicce iodato di potassio (KI). La ragione biochimica alla base di tale ragionamento siede nel fatto che lo iodio radioattivo si lega a tutti i siti lasciati liberi dallo iodio naturale. Più una popolazione è povera di Iodio più sarà sensibile alle radiazioni.

L'Italia in generale non si trova in questa situazione grazie alla vicinanza con il mare e all'ampio consumo di pesce e sale marino. Il Nord America, al contrario, non ha le stesse condizioni a causa di pesanti carenze di iodio nei territori più centrali e lontani dalla costa.

Effettivamente saturare i recettori per lo Iodio (dose massima 120-130 mg di KI per 3-4 giorni massimo) bloccherebbe in parte l'azione devastante di queste scorie radioattive. Il Dr L.R. Dugan lo spiega molto bene: "Il KI occupa tutte le sedie così quando la musica si ferma lo Iodio radioattivo non ha posto per sedersi" e quindi viene eliminato più velocemente.

In teoria, il ragionamento non fa un piega a parte un piccolo dettaglio: il KI ha un effetto complessivo di 24 ore massimo e assumere 2 o 3 volte la dose citata lo porta ad alti livelli di tossicità; il discorso si complica ulteriormente per tutti coloro che sono affetti da Ipotiroidismo di Hashimoto. Ecco perché è meglio evitare questo approccio. Inoltre il cesio, l'uranio e il plutonio hanno una durata molto lunga, quindi l'azione di circa 48 ore del KI non aiuterebbe molto.

Ci sono alcune strategie però che possono aiutare a proteggere il corpo dall'interno. Le due parti più sensibili alle radiazioni sono la tiroide e i reni.

La tiroide può essere protetta non solo con lo Iodio ma anche con anti-ossidanti potenti come il Glutatione. Il glutatione viene usato dalla tiroide sia per eliminare radicali liberi che per produrre gli stessi ormoni tiroidei aiutando uno dei suoi enzimi chiave (5-deiodenasi) come cofattore. Il problema sta nel fatto che non si può assorbire Glutatione attraverso il sistema digerente, in quanto si tratta di una molecola troppo grossa che deve essere tagliata, quindi assorbita e poi ricostruita. Per ovviare tale problema o integriamo i 3 aminoacidi che lo compongono (glicina, glutamina, cisteina) in modo da velocizzare due passaggi, oppure utilizziamo il potere assorbente della pelle, usando una crema a base di glutatione che permette di raggiungere direttamente i vasi sanguigni. Solitamente oltre al glutatione queste creme hanno altri anti-ossidanti come la superossidodismutasi e la catalasi. La glicina può essere usata come zucchero nel caffè avendo un sapore molto dolce.

Un altro importante nutriente è il Selenio intorno ai 200 mcg/die (diventa tossico intorno agli 800-1000 mcg). Integratori con la metil-selenio-cisteina sono una buona idea (ma non la seleno-metionina che ha un effetto completamente diverso).

Altrimenti, un ultimo rimedio è rappresentato da uno dei più vecchi trucchetti che i nostri nonni conoscono bene: il Bicarbonato di Sodio.

Secondo il Dr Mark Sircus dell'International Medical Veritas Association: "I reni sono solitamente il primo organo a mostrare danni chimici dopo essere stati esposti ad uranio impoverito. Nei manuali bellici il bicarbonato di sodio viene usato per alcalinizzare l'urina nei casi di esposizione a materiale radioattivo. Questo rende lo ione uranile meno tossico e promuove l'eliminazione del complesso uranio-carbonato. Assumere per bocca il bicarbonato di sodio diminuisce la severità dei cambiamenti prodotti dall'uranio impoverito. "Il bicarbonato di sodio è stato utilizzato al Laboratorio Nazionale Los Alamos nel New Mexico per ripulire un'area contaminata dall'uranio impoverito; il bicarbonato di sodio si lega all'uranio separandolo dal terreno. Ad oggi, York ha eliminato il 92% delle scorie radioattive".

Più si è vicini a possibili fonti radioattive più bisogna avere a disposizione il bicarbonato di sodio in dosi massicce come anche 25/30 Kg. In una situazione di emergenza usate anche 1 kg mentre fate un bagno altrimenti iniziate con 500gr. Inoltre conviene aggiungere sali di magnesio specialmente il cloruro di magnesio, sempre da usare nell'acqua. Anche il sale del Mar Morto ha ottime proprietà .

Tan Koon Peng da Singapore scrive: "Il Miso è un efficace agente disintossicante per le radiazioni. Durante la seconda guerra mondiale due ospedali attaccati furono colpiti da una nube radioattiva. Nell'ospedale in cui si consumava la zuppa di miso non ci furono morti, mentre nell'altro si. Il Miso è ricco in vitamine B e quindi molto utile per i vegetariani, spesso deficienti in vitamine B. Meglio non cuocere il miso per non distruggere le sue proprietà".


Fonte: http://gogreen.virgilio.it

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