I Paesi di tutto il mondo hanno vietato l’import o intensificato i test sulle importazioni di cibo proveniente dalle zone colpite dal terremoto in Giappone dopo che sostanze radioattive sono state rilevate nell’acqua e nelle colture dopo l’esplosione nell’impianto nucleare di Fukushima.
Negli ortaggi a foglia verde, ad esempio, sono stati trovati questa settimana dei livelli fino a 22.000 becquerel di iodio-131 per ogni chilogrammo. Per avere un’idea di ciò che significa basti pensare che tale livello supera il limite di sicurezza fissato dall’Unione Europea di ben 11 volte.
Mangiare un chilo di questa verdura consegnerebbe al corpo la metà della quantità di radiazioni che in genere una persona riceve dall’ambiente in modo naturale in un anno. Mangiare questo importo ogni giorno per 45 giorni farebbe accumulare 50 millisievert di radiazioni, il limite annuale fissato per un lavoratore di una centrale nucleare. L’esposizione a 100 millisievert all’anno aumenta il rischio di cancro, ed equivale a circa tre scansioni CT dell’intero corpo.
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