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Saturday, March 26, 2011

Due italiani insieme nello spazio


Se le condizioni atmosferiche non faranno slittare la partenza, il 19 aprile Roberto Vittori partirà per la sua terza missione oltre l’atmosfera, alla volta della stazione spaziale internazionale. Ad attenderlo troverà Paolo Nespoli e per la prima volta nello spazio ci saranno ben due italiani. Scopo della missione piazzare l’Ams, un dispositivo in gran parte costruito in Italia che scandaglierà il cosmo a caccia di antimateria

Roberto Vittori durante il collegamento via satellite con il centro Esrin di Frascati (Roma)
FRASCATI (ROMA) -

Il 19 aprile l'astronauta Roberto Vittori andrà per la terza volta nello spazio. Per la prima volta lo far a bordo dello Shuttle, dopo due voli effettuati a bordo della capsula russa Souyz: "Certo, sono un veterano, e questo significa che gli anni passano. Sono trascorsi quasi dieci anni dalla mia prima missione, eppure adesso che sto preparando la terza molte cose sono ancora completamente nuove" ha detto oggi durante il collegamento via satellite dal centro di addestramento della Nasa a Houston in Texas, organizzato a Frascati (Roma) dal centro dell'Esa in Italia (Esrin).

Ultima missine per l'Endeavour, penultima per il programma Shuttle
Astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e colonnello dell'Aeronautica Militare Italiana, il primo volo di Vittori sullo Shuttle sarà anche l'ultimo della navicella Endeavour che con la missione Sts-134 concluderà la sua carriera operativa. Il programma spaziale Shuttle, a bordo di questo tipo di navicelle si concluderà invece con la missione successiva.

I compiti dell'astronauta italiano
La sua esperienza di pilota sperimentatore dell'Aeronautica Militare e le due volte a bordo della Souyz gli hanno fatto guadagnare un posto di tutto rispetto sullo shuttle, con la qualifica di Mission specialist: "Siederò al piano superiore Shuttle con il compito di aiutare il comandante e il pilota nelle operazioni in fase di lancio e di rientro". E quando per la terza volta sarà sulla Stazione Spaziale (ISS) per affrontare la sua missione, chiamata ‘Dama', uno dei suoi compiti sarà azionare il braccio robotico.

A caccia di antimateria
La Stazione Spaziale Internazionale è ormai pronta per ospitare esperimenti scientifici da Nobel, ha detto la direttrice per il Volo umano dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Simonetta Di Pippo, commentando la prossima missione dello Shuttle, che porterà sulla stazione orbitale il cacciatore di antimateria e materia oscura Ams (Alpha Magnetic Spectrometer ).

L'Ams
Nato dalla collaborazione di 16 Paesi, Ams parla anche italiano, attraverso Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Per Di Pippo l'arrivo di questo strumento segna un "cambiamento di pradigma". Pesante 7 tonnellate, l'Ams sarà agganciato all'esterno della Stazione Spaziale e nella miriade dei raggi cosmici che lo attraverseranno saprà riconoscere particelle mai viste, capaci di rivelare nuovi aspetti dell'universo, come la materia oscura e l'energia oscura che insieme lo costituiscono per il 95%.

La stazione spaziale
Completata con l'arrivo del modulo Leonardo nel febbraio scorso, la stazione orbitale è abitata da un equipaggio permanente di sei astronauti dal maggio 2009. Adesso tutto è pronto per cominciare a fare scienza a tempo pieno. "Finora - ha osservato Di Pippo - si sono fatte ricerche tipiche della microgravità, come quelle di scienza dei materiali, fisica dei fluidi, biologia e fisiologia umana. Adesso, ha aggiunto, si può cominciare a guardare all'esterno, verso lo spazio profondo o verso la Terra, come avamposto per le tecnologie del futuro. Ormai ha caratteristiche che devono essere utilizzate al meglio dalla comunità scientifica".
In questo contesto, con l'Ams arriva sulla Stazione Spaziale "uno degli esperimenti scientifici più complessi mai messi in piedi: è un esempio di come si fa scienza su scala globale e soprattutto può smentire il pregiudizio secondo cui si ritiene che dalla Stazione Spaziale non arriverà mai un Nobel".

La ricerca italiana
Saranno molti gli esperimenti che gli astronauti condurranno a bordo della stazione spaziale. Ad essere testati, nelle condizioni limite dello spazio aperto, saranno molti componenti messi a punto dalla ricerca scientifica italiana che partecipa con diverse idee e progetti alla missione. A bordo verranno condotti anche nuovi componenti che serviranno a migliorare le condizioni di vita degli astronauti, costretti a vivere, oltre che in assenza di gravità, in condizioni di vita ristrette per diversi mesi consecutivi.
Tra questi c'è IENOS, un dispositivo di "nasi elettronici" messi a punto dai ricercatori del dipartimento di Elettronica della facoltà di ingegneria dell'università di Tor Vergata a Roma. I loro componenti consentiranno di monitorare la qualità dell'aria a bordo, così da regolare i filtri necessari per rendere salubri gli ambienti destinati all'equipaggio. "Lì di centro non si può aprire la finestra per far cambiare aria - scherza Eugenio Martinelli, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto, che torna subito serio e spiega - progettare componenti per lo spazio significa sforzarsi di stare entro certi parametri: devono consumare poca energia, pesare poco, e non si possono rompere perché non c'è la possibilità né di portare pezzi di ricambio né tantomeno di scendere a terra per prenderne uno".
Uno sforzo scientifico che può dare enormi contributi alla ricerca terrestre: "Gli stessi componenti che mandiamo nello spazio - spiega ancora il ricercatore - li stiamo sviluppando qui per usi medici: tramite i nasi elettronici stiamo cercando di diagnosticare malattie gravi come alcuni tumori, che possono essere individuati in maniera precoce e a basso costo analizzando con questi strumenti l'alito di un paziente".
Una ricerca costosa, spesso ostacolata dalla burocrazia oltre che dalla cronica mancanza di fondi: "A noi - conclude Martinelli - basterebbe che ci dessero almeno la possibilità di cercarceli da soli i fondi per fare ricerca".

In due oltre le nuvole

Quella di Roberto Vittori sarà una missione intensa, ma ci sarà anche spazio per festeggiare: quando sarà a bordo
incontrerà Paolo Nespoli e per la prima volta ci saranno due italiani contemporaneamente sulla Stazione Spaziale.
Non ci sarà quindi occasione migliore per rendere omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia con la bandiera che il 7 gennaio scorso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha consegnato a Vittori a Reggio Emilia, in apertura delle celebrazioni. C'è anche l'idea di festeggiare ‘a tavola': "Sto cercando di organizzare un pranzo tutto italiano, invitando i 12 membri equipaggio nel Pmm", ossia nel modulo Leonardo, costruito in Italia dalla Thales Alenia Space e diventato ora un elemento permanente della stazione orbitale.

Simone Zazzera

Fonte: http://www.grr.rai.it/

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