Mappa delle centrali a rischio: in Russia, Bielorussia, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania,Gran Bretagna, Spagna e Francia.
Il ministro dell’economia Giulio Tremonti, parlando del debito pubblico e di quello privato dei Paesi Europei, ha lanciato quella che evidentemente non era solo una provocazione.
L’Italia - ha detto in sostanza il ministro - è fortunata perché non ha alcun "debito nucleare" da pagare. Cosa intendeva? Parlava forse dei massicci investimenti da ammortizzare in tantissimi anni a carico di molti dei Paesi nuclearisti dell’Unione?
Certamente di questo, ma non solo di questo. In buona parte del Vecchio Continente ci sono molti reattori che con molte probabilità - assicurano gli esperti, e non solo gli ambientalisti - non supereranno gli stress test decisi dalla Ue. E andranno molto probabilmente anticipatamente "rottamati".
Greenpeace ha proposto una mappa accurata di tutti i reattori e le situazioni a rischio. Le più vicine a noi riguardano installazioni in Francia, ma pochi Paesi europei sfuggono alla regola. L'organizzazione ha disegnato un panorama per tipo di reattori.
Il primo gruppo (VVER 440) è presente in 12 centrali sparse tra Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria: è fragile nei confronti di eventuali agenti esterni. Poi ci sono i reattori CANDU, 2 funzionanti e 2 in progettazione in Romania: molto pericolosi in caso di arresto improvviso, vietati nel Regno Unito. Dove però "prosperano" i Gass Cooled Reactors (GCR), di vecchia generazione e obsoleti. Quelli del quarto gruppo usano la stessa tecnologia dei 7 chiusi in Germania e sono presenti in Spagna e Francia. Infine il più pericoloso, il Tamelin, presente nella Repubblica Ceca.
Fonte: http://gogreen.virgilio.it/
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