Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Si alza il livello di radiazioni nel mare di Fukushima. Secondo le autorità la quantità di iodio radioattivo presente nelle acque costiere vicine alle centrale supera di 1250 volte i normali valori di sicurezza e potrebbe contaminare le falde acquifere sotterranee presenti sotto i reattori.
Oggi, Hidehiko Nishiyama, portavoce dell’Agenzia giapponese per la sicurezza sul nucleare , ha in parte ridotto gli allarmismi su una contaminazione su larga scala e ha spiegato che lo iodio radioattivo decade dopo circa otto giorni. Secondo Nishiyama le particelle contaminate verranno trascinate al largo dalle maree e ciò consentirà alle alghe di assorbirle.
Resta però alto il pericolo intorno alla centrale, dove ieri due operai colpiti radiazioni sono stati trasportati in ospedale. Nishiyama ha infatti confermato la notizia del probabile danneggiamento del reattore n.3, diffusa ieri dai funzionari della Tokyo Electric Power Company (Tepco).
La situazione preoccupa il Primo ministro Naoto Khan, che ha definito imprevedibile quanto sta accadendo all’interno della centrale di Fukushima.
Ieri, il segretario di gabinetto Yukio Edanoha ha annunciato un’inchiesta per stabilire le cause di dispersione dell’acqua radioattiva in mare. A tutt’oggi nei reattori il liquido di raffreddamento ha raggiunto livelli di radiazioni 10mila volte superiori alla norma.
Nella prefettura di Fukushima il governo ha vietato alla popolazione il consumo di 11 tipi di verdure a foglia verde per evitare contaminazioni. All’estero gli importatori di prodotti giapponesi hanno registrato in questi giorni radiazioni in alcuni prodotti alimentari, tuttavia le quantità non costituiscono un pericolo per la salute. Cina, Singapore, Hong Kong, e altri importatori asiatici hanno già messo il divieto sull’importazione di alcuni ortaggi, frutti di mare e prodotti lattiero-caseari. Australia, l'Unione europea, gli Stati Uniti e la Russia hanno seguito l'esempio.
Intanto, continua a salire il bilancio delle vittime di terremoto e tsunami, che a tutt’oggi ammonta a 10 mila morti e più di 17.440 dispersi.Fonte: http://www.asianews.it/
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