Il 12 giugno ci sarà il referendum contro il nucleare. Si potevano risparmiare 350 milioni di euro con l'Election Day il 29 maggio con le amministrative, ma, i soliti noti, hanno preferito il 12 giugno motivando con “la tradizione italiana”. Si conta molto sull'indifferenza comune e la disinformazione. Poi, diciamolo, la massa dimentica presto. Un po' di sole e di mare distraggono e il gioco è fatto e addio al quorum. Ma questa volta è diverso. C'è del pressing nel mondo che punta sul nucleare come l'ape sul miele. Talune volte si intravvede la bava. Di che stiamo parlando? Ma di atomo e di energia, meglio ancora, di controllo globale dell'energia.Il nucleare non è né di destre né di sinistra, è semplicemente un affare succulento per pochi e un tunnel per la moltitudine. Una volta entrati è un casino uscirne. È colpa dei sig. Rossi. La sig.ra passa l'aspirapolvere ogni giorno, poi la lavatrice, il suo fohn, le luci dimenticate, le finestre aperte, la lavastoviglie, la piastra i capelli più lisci, il frigo, il congelatore, la stirella! Il bambino ha paura; luce accesa tutta la notte! “questa sera arrosto al forno!” il sig. Rossi stancamente arriva a casa. Il caldo tepore di casa. Le camicie perfette, la TV accesa, il profumo di arrosto nell'aria. “Domani aspiro e lavo la macchina con l'idro pulitrice”. Una follia collettiva di energia scorre nelle nostre abitazioni.
Eppure, i sig. Rossi, hanno iniziato da tempo a ridurre i consumi. Il costo delle bollette lievita. La sig.ra ha ridimensionato; una volta la settimana l'aspirapolvere, 5 mn di fohn per i capelli “teniamoli ricci”, si stira solo l'indispensabile “le pieghe non fanno male a nessuno”; classe AAA per elettrodomestici, lavaggi a basse temperature, lampadine a basso consumo energetico, piattina per spegnere ogni standby, addio alla stirella, e l'arrosto in pentola a pressione!
Nonostante l'impegno profuso, la bolletta non accenna a scendere. Si cambia contratto, si cambia gestore. Nada. La riduzione dei consumi, coincide con l'aumento dei costi. Non c'è storia, la lotta è impari. La contrazione del consumo, è compensato dall'aumento dei costi. I sig. Rossi sono sconfortati. I mass media ripeto insistentemente che acquistiamo energia ogni dove. Non ci basta mai. Né serve sempre di più. Non c'è alternativa serve il Nucleare! Il politico colpevolizza i sig. Rossi che, nonostante l'impegno profuso, divorano energia. Il ricatto è pesante. Tutti i calcoli e percentuali propinati, impongono l'istallazione di “almeno 4 centrali nucleari”. È necessario. Rimarcano che la richiesta energetica è in crescita. Per parlare di futuro energetico è indispensabile partire di efficienza e di rieducazione ai consumi. Però, il risparmio è in conflitto con il consumismo. Il percorso è: migliore isolamento delle abitazioni, potenziamento dei mezzi pubblici, incrementare il trasporto delle merci su rotaie, promuovere prodotti a km zero, e Dulcis in fundo, migliorare la rete elettrica nazionale, in linea con le richieste dell'UE che ha imposto la riduzione dei consumi del 20% entro il 2020.
Consumo e fabbisogno nazionale
La potenza elettrica istallata nel nostro paese è aumentata a 96 GW (per difetto), mentre la domanda è diminuita a 58 GW (per eccesso), una contrazione di richiesta dovuta alla crisi economica, al contributo dei sig.ri Rossi e al dislocamento delle molte aziende, considerate “energivore”. Nel mese di febbraio 2011, la richiesta energetica è calata dello -0,7% rispetto a febbraio 2010. A comunicarlo è la Terna. Non solo, a parità di giorni lavorativi, la domanda di febbraio 2011 è di – 0,8%. Il risparmio delle famiglie non ha solo tagliato gli alimenti, ma anche i consumi energetici, infatti, i valori sono attestati il consumo energetico del 2008. Lo dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Però!
In Giappone 55 reattori producono 1/3 del fabbisogno nazionale. In Italia, tra 20 anni, 4 centrali garantiranno il 4/5 per cento.
I 27 stati membri dell'UE hanno presentato i rispettivi piani di azione per le energie rinnovabili. L'Italia a giugno 2010. Detti piani mostrano che la produzione di energia rinnovabili (sole, vento, mare, e calore della Terra) è pianificata per crescere con una media del 6% l'anno, (da 2005 a 2020). Ad oggi si sono registrati dei picchi di crescita superiori al 6% per eolico e fotovoltaico. Se la comunità europea rispetterà gli impegni presi, supererà di gran lunga il 20% di energia prodotta con sole, vento, acqua e il calore della terra. I sig.ri Rossi hanno in progetto il fotovoltaico sopra il tetto di casa; nel suo piccolo la fam. Rossi vuole ridurre il proprio consumo energetico da rete e a sua volta produrne. Incentivi permettendo.
Gli Incentivi
Il decreto Romani ipotizzava un importante taglio agli incentivi per le energie rinnovabili. L'energia pulita da lavoro a 120.000 addetti e fornitori. È uno settore che sta crescendo meravigliosamente. I pro-nucleare sono contrari agli incentivi. Legambiente dichiara che “Il governo vuole fermarle per non mettere a rischio gli investimenti sul nucleare” - “Servono risposte immediate per dare futuro all’industria dell’energia pulita – dichiara Zanchini – perché sarebbe assurdo schiacciare un settore che nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom e che, sostenuto adeguatamente, potrebbe arrivare al 2020 al 35% dei consumi elettrici italiani e, vista la continua riduzione dei costi delle tecnologie, spazzare via qualsiasi ipotesi di investire nei pericolosissimi e costosi impianti nucleari”. Tutti si sono mobilitati. Capita l'antifona, il Ministero per l'Ambiente, sì è impegnato e, “al momento”, gli incentivi non modificheranno. Perora, scampato pericolo. L'energia rinnovabile, fornisce, oggi, il 3% del fabbisogno nazionale: una vera eccellenza che equivale alla produzione di un ipotetico reattore nucleare che (forse) sarà in funzione nel 2022. Legambiente afferma: “Altro che due scenari che viaggiano in parallelo, come sostenuto finora, per i paladini del nucleare fermare le rinnovabili è oggi una priorità”.
Scorie; “si fa presto a dire energia pulita”
la Francia, entro il 2015, a 500 mt di profondità, inizierà la costruzione (fine lavori 2025), di "tombe" che dovranno ospitare per 300.000 anni le scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari presenti sul territorio francese. La Germania quest'anno dovrà rimuovere 126.000 fusti di scorie nucleari sepolte ad Asse, in una miniera di salgemma stivate negli anni 60/70. Si sono scoperte infiltrazioni di acqua poi divenuta radioattiva. La miniera, per la combinazione sale-acqua, ha le gallerie ormai crepate che rischiano di collassare. Se tutto va bene, in 20 anni saranno rimossi tutti i fusti, e riposti in un luogo, (non individuato), in “sæcula sæculorum”. La Gran Bretagna risolve lo smaltimento posticipando a 100 anni “the problem” - beati gli ultimi se i primi saranno onesti; viceversa ... Gli americani, dopo un ambizioso progetto di gallerie sotterranee nel deserto del Nevada e 9 miliardi di dollari spesi, ha abbandonato l'idea perché ritenuta insicura. Norvegia e Svezia traforano da anni km di cunicoli nel sottosuolo granitico, per ammassare barili di scorie. Anche qui si lascia ai posteri l'arduo fardello. Per la maggiore va la sepoltura, metodo impensabile in un paese sismico e con grossi problemi di stabilità idrogeologica come l'Italia. Non mancano episodi sciagurati di nazioni che hanno “spedito” i rifiuti nucleari in paesi africani e/o sottosviluppati, per risparmiare sullo smaltimento. Non si è tralasciato neppure l'affondamento nel mediterraneo di scorie radioattive che, grazie alle organizzazioni criminali, si sono svolte con tutta tranquillità ed efficienza. Il traffico illecito di rifiuti tossici non interessa soltanto l'Italia, ma molti paesi del mondo. La commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti nel 1996 si è occupata di questa attività criminale; la procura di Lecce aveva individuato il “progetto Urano” che dirigeva in aree del Sahara, rifiuti nocivi e radioattivi, dei paesi europei.
In Somalia lo tsunami del 2004/05 ha portato alla luce discariche illegali di rifiuti, provenienti dall'Europa. Denuncia l'Onu che il cataclisma scoperchiando il sito,, ha rotto container, squarciato fusti, contaminato fondali marini, falde acquifere, suoli agricoli e pascoli. Il rapporto prosegue denunciando che “la costa della Somalia è stata usata per anni come una grande discarica da altri Paesi che dovevano sbarazzarsi di scorie! Purtroppo, per povertà si accetta di tutto.
Per essere cinici, il mondo del nucleare è un ciclo virtuoso di scorie smazzate alle nazioni sottosviluppate. Il dr. Veronesi, uomo di scienza, ha dichiarato che “dormirebbe tranquillamente con un po di residui radioattivi in camera da letto!”.
Centrali in disuso italiane
A Caorso c'è la più grande centrale nucleare in disuso del nostro paese. Dal 1987 circa 100 persone sono stipendiate per sorvegliare la struttura. Oggi, servono 500 milioni di euro per la sua bonifica. Il deposito si trova a 25 km da Roma, presso l'Enea a Casaccia. In questo sito, sono stati stoccati anche i rifiuti delle terapie ospedaliere. Il tutto è depositato in soli 7 m cubi, infatti, ormai è utilizzato anche il cortile. La centrale di Sessa Aurunca ha funzionato solo 15 anni, costando allo Stato milioni di euro, di cui 1.600 milioni per l'invio in Inghilterra di combustibile nucleare e 2 miliardi di euro per il personale di sorveglianza. Per riqualificare e smantellare, si dovrà attendere, fino al 2024! Ora è intoccabile. L'Itrect-Enea (Matera) ha 3 metri cubi di materiale nucleare di provenienza americana. Come da accordi tra nazioni, il materiale doveva essere trattato e restituito con tutte le scorie, alla centrale di Elk River Minnesota. Però l'impianto ha chiuso. Ad oggi, lo Stato italiano non ha restituito “l'ingombrante” fardello estremamente pericoloso.
Gestione dell'affare nucleare e delle scorie in Italiana
E' davvero impossibile non pensare alla criminalità che nel nostro paese monopolizza il business dei rifiuti urbani e tossici. Non siamo riusciti ad gestire i rifiuti domestiche, figuriamoci i residui radioattivi. Le cronache ci raccontano eventi di speculazioni, di spregio dei territori, di salute violentata, ad opera di organizzazioni radicate e di politici accondiscendenti. Per appunto Wikileaks svela il “dietro le quinte” del nucleare. L'Espresso n. 12 parla di competizione tra Usa e Francia per accaparrarsi la “vergine” del nucleare Italia, di manovre messe in essere dal 2005 e di come i politici di turno si sono adoperati. Appare la solita voce “mazzette alla Francia”. Nel 2008 Berlusconi garantisce agli americani il rilancio del settore nucleare. Sul piatto contratti per decine di miliardi. Dopo qualche mossa qua e là, gli americani si allertano e rilevano “azioni di lobbying ad alto livello da parte dei leader del governo inglese francese e russo”. Ne deducono: “la corruzione è pervasiva in Italia e temiamo che potrebbe essere uno dei fattori che dovremo affrontare andando avanti”. Difatti si teme che i francesi abbiano una corsia preferenziale a causa delle loro azioni di lobbying associato al fatto che le compagnie costruttrici hanno tutte un “french connection”. Sarkozy e Berlusconi spiazzano tutti firmando l'accordo con Areva per la realizzazione di 4 Epr in Italia. Areva (ex Cogema) è una multinazionale francese specializzata nell'energia nucleare di cui lo Stato francese possiede il 90% del capitale azionario. A maggio 2009 l'uomo dell'energia di Obama, Steven Chu arriva a Roma. L'ambasciatore lo ragguaglia così: “l'intesa pressione dei francesi, che forse comprende tangenti (“corruption pay-ment”) a funzionari del governo italiano ha aperto la strada all'accordo di febbraio tra le aziende parastatali italiana e francese. Enel e Edf, in modo da formare un consorzio al 50% per costruire centrali in Italia e altrove. L'intesa prevede la costruzione di quattro reattori dell'Areva entro il 2020 e, cosa ancora più preoccupante, impone la tecnologia standard francese per il ritorno dell'Italia al nucleare”. Gli americani ipotizzano che la scelta degli standard, parametri di sicurezza e affidabilità, sia stata pilotata da bustarelle. Queste le premesse dell'italico nucleare.Dalla scelta dei siti, ai cantieri/appalti, fino al trattamento di scorie nucleari si intravede all'orizzonte una moltitudine di “cricche” ridenti e rampanti. È vero, siamo un paese dipendente dal petrolio e dal gas, non abbiamo né l'uno né l'altro. Però, non abbiamo neppure l'uranio che nella prospettiva nucleare, sarà la nuova dipendenza. Tutti i paesi nuclearizzati, vivono in un angosciante stato di nevrosi da scorie radioattive, “dove le metto dove le metto ...” e dove le mettono non si sa mai bene. Queste nazioni sono gravate dal costo di smantellamento di vecchi impianti. Smantellare una costruito nucleare è un opera che nessun governo al mondo vuole affrontare per rischi/costi. Una volta che hai unito attivato la fusione, da quel momento si entra nella tossicodipendenza cronica praticamente irreversibile. È un economia che non concede ripensamenti.
Compravendita non necessaria
È stimato che l'Italia, migliorata concretamente la rete elettrica e adottata una vera politica di risparmio energetico, potrebbe fare a meno di importare le quote annue di energia dall'estero. È indispensabile primeggiare lo sviluppo dell'energia rinnovabile (sole, vento, mare, calore della terra) in sostituzione alle energie di origine fossile. Purtroppo esiste un meccanismo che rende conveniente, quindi non necessario, l'importazione di energia estera che favorisce la compravendita in base alle caratteristiche degli impianti e non alle esigenze degli utenti.
Il referendum
Il commerciale non ha niente a che fare con l'ambiente/salute/logica. Lo sanno bene i pubblicitari dell'energia. Nessun nuclearista usa per i suoi spot promozionali, l'immagine di una centrale atomica; (nonostante la dichiarino “pulita”) sullo sfondo regna l'eolico e qualche pannello solare. Questo dimostra la consapevolezza delle lobby che per le popolazione, la percezione del nucleare è negativa, quindi, controproducente. Ciò che si omette è che la fissione indotta, usata per la produzione di energia nelle centrali nucleari, produce un materiale (scorie) che emette radiazioni penetranti e molto radiotossiche. Oltre il rischio permanente dell'iter produttivo, (manipolazione e stivaggio di Uranio, Plutonio, fissione indotta, ecc. ecc.) si deve accettare la “conservazione” millenaria di questi scarti. L'arroganza e l'avidità dell'uomo lo spingono oltre le sue possibilità. Il Giappone ha ricordato evidenziando i limiti dell'essere umano. Nel 1987 l'italiano ha negato il nucleare nel paese. Nel 2011 siamo chiamati a riconfermare questa volontà. Non perdiamo questa occasione importante … dopo potrebbe essere troppo tardi.
di (sito)
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