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Wednesday, April 20, 2011

Un taxi per lo spazio. Contro i tagli Usa la Nasa apre ai privati

Dallo Space Shuttle agli Space Taxi, da Apollo al Dragone di Elon Musk. Lo Spazio americano percorre una dopo l'altra le tappe della sua lenta trasformazione, tra chiusure di impianti e tagli di personale mentre il nuovo avanza accanto ai protagonisti di mezzo secolo di esplorazione. Anche la Nasa cambia pelle e si libera progressivamente delle attività commerciali per preparasi ai nuovi capitoli dell'esplorazione. L'idea è che i privati debbano essere in grado di offrire servizi di trasporto al primo spazio (orbita bassa, LEO). Devono farlo in sicurezza e a prezzi competitivi, mentre al governo degli Stati Uniti e dunque alla Nasa spetta concentrarsi sull'esplorazione dello spazio interplanetario, pensando a Marte (con o senza tappa sulla Luna) e oltre. Insomma, se è vero che oggi la Nasa appare molto vulnerabile, questa trasformazione potrebbe rimetterla alla guida della corsa esplorativa e, con il lancio imminente dell'ultimo Endeavour targato STS-134, si scrive l'ultima pagina di una storia mentre già si lavora sul canovaccio del futuro.

Tagli nella Space Coast
A pagare il prezzo della trasformazione sono in questa fase soprattutto i lavoratori della United Space Alliance, prime contractor dell'aereo spaziale che proprio nell'imminenza della missione della STS-134 ha annunciato tagli estivi per 2,800 persone, che si andranno ad aggiungere a quelli già compiuti. Nella "Space Coast", tra Texas, Alabama e Florida, il livello occupazione del settore è sceso dai 10.500 addetti dell'ottobre 2009 a circa 5.500 di oggi. Una volta chiuso definitivamente il capitolo Space Shuttle – le navicelle rimaste sono già state nei musei – la squadra United verrà ulteriormente dimezzata. La compagnia ha già annunciato che il taglio più forte lo dovrà subire la Florida, quasi duemila persone, dove il Kennedy Space Center (KSC) resta capitale dei lanci Usa anche se progressivamente la California prende piede.

Taxi spaziali cercasi
Mentre una mano di Obama taglia, l'altra distribuisce finanziamenti per lo sviluppo della nuova industria aerospaziale, nell'ambito del progetto CCDev2 (Commercial Crew Development). Fuor di acronimo si tratta di far costruire all'industria privata americana un veicolo spaziale per il trasporto umano che permetta l'accesso all'orbita bassa (oggi Stazione ISS domani chissà) e che chiuda nel tempo più breve possibile il vuoto spalancato dal pensionamento dello Shuttle. Fino a quando Washington non avrà un suo "taxi spaziale" dovrà usare quello offerto dai russi, e pagare come già sta facendo un conto molto salato non solo sul piano dell'immagine. Dopo il via del 2008, CCDev fase 2 vuole accelerare i tempi. I 269milioni di dollari stanziati dal Congresso sono stati distribuiti tra 4 società. La fetta più grossa (92ml$) è andata al colosso Boeing, le altre a Sierra Nevada Corp(80ml.), Space X (75ml.) e Blue Origin (22ml.).

Start-up spaziali
Dietro alla stessa Boeing, colosso mondiale del trasporto e della difesa, c'è in realtà il CST-100, una capsula da lanciare sulla testa di un razzo sviluppata con Robert Bigelow della Bigelow Aerospace Proprio Bigelow, fondatore e proprietario di una catena di alberghi low-coast passato all'aerospaziale, che ricorda polemicamente nella sua home page come la Nasa abbia appena chiuso un nuovo contratto da 753ml.$ con Mosca per comperare altri 12 posti/astronauta a bordo della Soyuz diretta alla Iss.

Facendo i conti all'amministrazione di Washington (presidenze Bush Jr e Obama), Bigelow denuncia una spesa di oltre 2miliardi negli ultimi 5 anni. Più simile allo Shuttle, almeno per il fatto che ha le ali e rientra in atmosfera planando, è invece il Dream Cheaser della Sierra Nevada Corporation è lungo 9 metri per 7 di apertura alare e ha chiaramente un carico molto ridotto rispetto agli attuali orbiter. Disegno più tradizionale invece per il New Shepard della Blue Origin, start-up spaziale sostenuta dal fondatore di Amazon.com Jeff Bezos. Estremamente discreta nel rivelare informazioni sull'avanzamento dei lavori, conferma via web l'intenzione di lanciare fin dal prossimo anno. E infine c'è Space X (75ml.$), che oltre a essere la più nota delle start-up spaziali è anche l'unica al lavoro su un sistema di lancio completo, composto cioè da navicella più razzi vettori che lo devono portare in orbita. Quando nel dicembre dello scorso anno la compagnia di Elon Musk ha lanciato con successo la capsula pressurizzata Dragon si è portata avanti nella corsa. Ora annuncia un nuovo test per l'estate e punta decisamente a diventare il primo tra i privati a conquistare il titolo e i lucrosi contratti che questo potrà assicurare.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

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