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Saturday, March 19, 2011

E' primavera anche su Titano: dalle nubi piovono gocce di metano

ROMA - E' primavera pure da quelle parti e i capricci del tempo cominciano a farsi sentire. Il clima è un po' pazzarello e anche all'equatore di Titano, piove. Solo che dalle nubi non cade acqua: le gocce che arrivano al suolo sono di metano liquido. E' la singolare scoperta fatta da un team internazionale di ricercatori grazie ai dati raccolti da Cassini, la sonda in missione della Nasa in connubio con l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) con il significativo apporto dell'italiana (Asi).

Il velivolo terrestre è al suo settimo anno di permanenza nell'orbita di uno dei giganti del sistema solare: Saturno. Ma la scoperta riguarda uno dei suoi satelliti più interessanti, Titano appunto. «Già dallo scorso mese di settembre avevamo osservato qualcosa di interessante sulla superficie della luna del pianeta con gli anelli - spiega Jonathan Lunine, astrofisico dell'Università di Tucson in Arizona, attualmente associato Inaf e docente dell'Università di Roma Tor Vergata -. Adesso ci è chiaro che le piogge cadono nelle aride zone equatoriali molto più frequentemente di quanto si pensava prima».

Lunine è il coautore di un articolo che è stato pubblicato da poche ore sulla rivista Science. «Come accennavo -continua lo scienziato Usa-, lo scorso settembre abbiamo verificato che una enorme massa di nubi è comparsa nella regione equatoriale del satellite. Aveva una dimensione di circa 500 mila chilometri quadrati, quasi l'uno per cento dell'intero corpo celeste. Nei mesi successivi a questo primo evento, attraverso un processo cosiddetto di imaging, abbiamo catturato rapidi cambiamenti della superficie. In una regione situata al confine sud dell'arida zona collinare denominata Belet, ed altre regioni più piccole nelle vicinanze, sono diventate più scure in breve tempo. Siamo arrivati dunque alla conclusione che questo cambiamento di luminosità, con tutta probabilità, sia dovuto al fatto che la superficie sia stata bagnata da piogge di metano».

Per gli scienziati si è trattato di un significativo risultato in quanto finora si sospettava che le nubi potessero fare la loro apparizione solamente a latitudini non certo equatoriali. Gli idrocarburi allo stato liquido, infatti, in particolare metano ed etano, erano stati osservati finora solo nei laghi in prossimità dei poli.

«Questa scoperta - ribatte Elizabeth Turtle, scienziata del Johns Hopkins University Applied Physics Lab nel Maryland (Usa) - è oltremodo interessante perchè conferma un'attività così familiare, con tempeste e cambiamenti climatici simili a quelli che avvengono sulla Terra su un satellite distante e ghiacciato come Titano». Insomma la Luna più sconcertante di Saturno non finisce mai di stupire.

Per gli scienziati rappresenta un ottimo modello di comparazione per ciò che riguarda il suo complesso sistema climatico con cicli di tipo stagionale. Un po' come sulla nostra Terra. «Sì, anche su Titano le stagioni sono quattro, solo che ciascuna di esse dura circa sette anni -sottolinea Lunine-. Sono molte le similitudini che questo satellite ha con il nostro pianeta: inclinazione dell'asse (23 gradi quello della Terra, 28 quello di Titano), cicli stagionali e conformazione della superficie, luoghi in cui i biochimici hanno azzardato una remota possibilità di particolari forme di vita. Ad ogni modo quel corpo distante da noi circa un miliardo di chilometri è una fonte inesauribile di informazioni».



Chissà in un futuro non troppo remoto, su Titano, qualcuno potrebbe anche pensare di organizzare il periodo delle ferie visto che l'estate lì dura 29 volte di più della nostra. Piccolo inconveniente: anche in "agosto" ci si dovrà coprire bene. Purtroppo sciarpa e cappotto non serviranno molto. Un vero peccato visto che la temperatura è di 180 gradi sotto zero.




Fonte: http://www.ilmessaggero.it/

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