Statistiche

Monday, April 11, 2011

I segreti di Fukushima fanno arrabbiare l'Asia

Seul chiude le scuole per le piogge radioattive
e Pechino taglia l'import di prodotti giapponesi

ILARIA MARIA SALA

La paura viene dal cielo: Bambini sudcoreani con l'ombrello e la mascherina tornano a casa dopo che alcune scuole sono state chiuse per paura di piogge contaminate dalla radiattività dal Giappone


HONG KONG
Sulle prime, l’enormità di quello che ha colpito il Giappone ha significato che anche i Paesi con cui le relazioni diplomatiche sono spesso difficili, come la Cina e la Corea, avessero accantonato ogni rancore e fatto il possibile per aiutare un vicino bersagliato così brutalmente dalle catastrofi naturali. Ora, però, il perdurare della crisi alla centrale nucleare di Fukushima, il pericolo radiazioni, e soprattutto il modo poco trasparente con cui le autorità della centrale diffondono le notizie al riguardo, hanno cominciato a scalfire un po’ il sostegno incondizionato inizialmente espresso al Giappone.

La paura delle radiazioni, infatti, continua a gravitare su tutta la regione: i venti stanno spostando particelle radioattive un po’ in tutte le direzioni, con un innalzarsi della radioattività registrato tanto a Hong Kong che a San Francisco, passando, naturalmente, dalla Corea, la Cina e la Russia. Si tratta di percentuali molto basse, che, insistono tutti i governi, non hanno alcune conseguenze per la salute, e che non possono avere effetti negativi sull’agricoltura.

Non di meno, ora che in Corea sono iniziate le piogge primaverili, un certo panico nella popolazione timorosa di piogge radioattive ha significato che alcune scuole restassero chiuse da giovedì. Questo, dopo che tracce di cesio e iodio radioattivo sono state rinvenute nell’acqua piovana precipitata sull’isola meridionale di Jeju. Il ministero dell’Educazione non ha avallato la chiusura, dichiarando che i livelli di radioattività nell’acqua piovana sono bassi, ma ha lasciato che fossero i presidi a decidere. E alcuni hanno preferito chiudere le scuole per diminuire l’ansia dei genitori. Tutte le scuole hanno comunque ridotto le attività all’aperto, comprese le gare sportive, mentre il presidente coreano Lee Myung-bak ha richiesto che il cibo importato sia sottoposto a controlli per misurarne la radioattività, come sta già avvenendo in Cina. Pechino, del resto, aumenta quotidianamente il numero di beni alimentari che sottopone a test di radioattività e ha ristretto in modo significativo la lista di cibi che possono essere importati dal Giappone.

Tanto il governo cinese, quanto quello coreano, hanno espresso vivo disappunto nei confronti di Tokyo per essere stati avvertiti solo tre ore prima della decisione di scaricare nell’Oceano Pacifico tonnellate di acqua radioattiva. Tokyo ha subito offerto le sue scuse, spiegando che aveva ricevuto la richiesta di approvazione dalla Tepco (l’azienda che possiede la centrale danneggiata di Fukushima) solo un’ora prima di avvertire i Paesi vicini. Satoru Sato, portavoce del ministero degli Esteri, nel corso di una conferenza stampa, riferendosi alle proteste dei vicini, ha dichiarato di «dover considerare quali sono le misure adeguate che il governo deve prendere, basandosi su questa esperienza». Aggiungendo poi che «è difficile dare informazioni più rapidamente, quando la situazione cambia da un minuto all’altro».

Quello che comincia ad essere chiaro, però, è che mentre le condizioni della centrale nucleare continuano ad essere effettivamente pericolose e precarie, pochi sono disposti a guardare con indulgenza alle difficoltà incontrate dai responsabili della Tepco, data la mancanza di trasparenza e il perdurare di una notevole arroganza da parte dell’azienda. Questa settimana, infatti, è emerso che la Tepco aveva richiesto appena dieci giorni fa il permesso di costruire due nuovi reattori nucleari di fianco a quelli ora danneggiati (permesso rifiutato), e che per cercare di far diminuire la rabbia nei suoi confronti ha cominciato a distribuire centinaia di migliaia di dollari Usa in contante alle prefetture più colpite dalle radiazioni (ma non tutte finora hanno accettato il contributo).

Intanto, più di 80.000 persone, per lo più agricoltori, hanno dovuto evacuare la zona circostante la centrale di Fukushima, lasciandosi dietro campi di verdure che più nessuno vuole. E anche a Pechino, dopo che tracce di radioattività sono state notate su spinaci e crescione, nessuno vuole più nutrirsene, per quanto il governo assicuri che la contaminazione ha quantitativi troppo bassi per essere dannosa. Ma, ormai, i Paesi vicini guardano al Giappone con crescente irritazione e inquietudine.

Fonte: http://www3.lastampa.it

Commento di Oliviero Mannucci: IN ITALIA E' CADUTO IL SILENZIO STAMPA, MA IN GIAPPONE LE COSE NON SONO MIGLIORATE PER NIENTE. SI PREFERISCE PARLARE DELLE SCORRIBANDE DI BERLUSCONI E DEL CALCIO, CHE INFORMARE I CITTADINI SULLE CONSEGUENZE CHE UN INCIDENTE DEL GENERE HA CAUSATO E STA CAUSANDO.

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.