Nel corso di una teleconferenza con la stampa, la NASA ha presentato le immagini ravvicinate di Mercurio ottenute dalla sonda MESSENGER. Nei prossimi tre giorni ne verranno pubblicate almeno un migliaio, tutte visibili con relativa descrizione sul sito NASA. Inizia così una vera abbuffata aperta due giorni fa con la diffusione in anteprima della prima immagine.
Le riprese stanno rivelando numerosi dettagli della superficie di Mercurio, il più vicino al Sole tra i pianeti del nostro Sistema. Come nel caso dell’immagine di questa pagina, dove è in primo piano una regione vicina al polo nord, caratterizzata da una intensa presenza di crateri. Si tratta in questo caso di crateri secondari, che non sono stati prodotti da impatti diretti ma dalla caduta di materiale sollevato da un precedente unico grande impatto, avvenuto in una zona circostante. La ripresa è stata ottenuta da un’altezza di 450 chilometri utilizzando la Wild Angle Camera: lo strumento è in grado di effettuare riprese in undici diverse bande dello spettro elettomagnetico, attraverso appositi filtri montati su una ruota girevole che permette di cambiare al volo il filtro in uso. Nella pratica verranno utilizzati solo otto filtri alla volta: da una parte per dare un limite all’enorme quantità di dati raccolti, evitando così di saturare la memoria a stato solido inserita nella sonda; dall’altra perché la velocità orbitale della sonda non le permette di alternare tutti i filtri prima che la zona di interesse sia stata sorpassata.
Otto filtri comunque bastano e avanzano per evidenziare dettagli e composizione chimica della superficie. Ad esempio alcuni minerali, come l’olivina, assorbono di più determinate lunghezze d’onda. Dallo studio della luce solare riflessa dalla superficie nelle diverse bande di lunghezze d’onda è così possibile stabilire la presenza o meno di un determinato elemento.
I compiti che attendono MESSENGER sono ancora tanti ma già da ora, grazie alle sue immagini, possiamo ammirare Mercurio come fossimo in prima fila.
Fonte: http://www.media.inaf.it
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.