Dopo la partenza, lo scorso 26 novembre da Cape Canaveral (Florida), del rover Curiosity della Nasa, torniamo a parlare di esploratori robotici. Più precisamente di un rover completamente autonomo, che percorrerà almeno un chilometro al giorno. È infatti con questi obiettivi che, all’interno del programma di ricerca StarTiger dell’ESA, è nato il progetto Seeker, presentato l’8 dicembre scorso nel corso della Appleton Space Conference 2011. Un chilometro può sembrare poco sulla Terra, ma su Marte rappresenta un tragitto lunghissimo: i rover marziani della Nasa ad esempio, dovendo sempre ricevere istruzioni da Terra, per spostarsi di qualche miglio impiegano anni. Ed è proprio il limite dei comandi da Terra che vogliono superare i futuri esploratori robotici dell’Esa, grazie alle tecnologie su cui lavoreranno nei prossimi sette mesi i ricercatori del progetto Seeker, membri di gruppi di ricerca francesi, britannici e canadesi.
La novità di Seeker sta nel fatto che permetterà ai futuri rover di esplorare Marte in totale autonomia e di calcolare con precisione la propria posizione sul pianeta. Inoltre, grazie ad avanzatissime tecnologie di intelligenza artificiale, di rilevamento elettronico e di elaborazione immagini, i piccoli automi esploratori saranno in grado di prendere decisioni in base alle diverse circostanze, di prevenire situazioni potenzialmente pericolose e di scegliere i siti più promettenti dove avviare esperimenti. Il tutto senza nessun supporto dal centro di controllo della missione e senza l’ausilio di sistemi simili al GPS terrestre. “Con il tempo che occorre ai segnali radio per controllare i rover convenzionali - ha spiegato Kim Ward della RAL Space, responsabile del progetto - almeno 30 minuti per viaggiare tra la Terra e Marte, la capacità che avrà Seeker di lavorare autonomamente su un terreno ostile sarà un elemento cruciale per ampliare le conoscenze sul Pianeta Rosso”. E, probabilmente, anche sui luoghi più inospitali della Terra. Antonino Neri Fonte: http://www.nextme.it |
Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
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Tuesday, January 3, 2012
Seeker: a passeggio su Marte in completa autonomia
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