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Thursday, January 19, 2012

Nuovi esseri: trovati gli «intraterrestri»

Vivono in ambienti estremi in rocce provenienti dal mantello terrestre sotto le dorsali oceaniche. Analogie con Marte

In giallo: materia organica in un cristallo di idroandradite dissolto dall'interno dall'attività metabolica microbicaIn giallo: materia organica in un cristallo di idroandradite dissolto dall'interno dall'attività metabolica microbica
MILANO - Se gli extraterrestri non sono ancora stati trovati, gli «intraterrestri» sì. E a scoprire forme di vita nelle viscere profonde della Terra (non nelle miniere o nelle grotte, ma in rocce provenienti dal mantello terrestre) è stato un gruppo di ricerca italo-francese, guidato da Daniele Brunelli del dipartimento di scienze della Terra dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, pubblicato dalla rivista Nature Geosciences. Una scoperta che apre grandi prospettive sull’origine stessa della vita e che eccita molto chi è alla ricerca di forme di vita anche su Marte, dove numerose sono le analogie rispetto all’ambiente in cui vivono gli «intraterrestri».

LA SCOPERTA - Da tempo è nota una grande famiglia di organismi estremofili che cioè vivono in ambienti estremi, e che ricavano energia e alimenti per vivere da reazioni chimiche, senza svolgere la fotosintesi. Questi sono stati scoperti nelle miniere, nelle perforazioni, e molti batteri cosiddetti «sulfatoriduttori» hanno a che fare con i giacimenti petroliferi. La grande novità consiste nel fatto che questi microorganismi ora per la prima volta sono stati trovati in rocce portate in superficie nelle dorsali oceaniche - rocce che provengono cioè da centinaia di chilometri di profondità con temperature di centinaia di gradi - e raffreddandosi fuoriescono da spaccature della crosta terrestre che si aprono sotto gli oceani. Qui avviene un importante processo di progressiva idratazione chiamato serpentinizzazione (perché forma un minerale chiamato serpentino) che fa acquisire acqua al reticolo dei minerali.

ORIGINE DELLA VITA - Durante questo processo si libera una grande quantità di idrogeno. «L’idrogeno è uno degli elementi principali per la respirazione di questi organismi», spiega Daniele Brunelli, con il quale hanno collaborato Valerio Pasini dell’'Università di Modena e Reggio Emilia e Benedicte Menez dell'Institute de Physique du Globe di Parigi. «Quindi l’ipotesi fatta qualche anno fa è che nelle serpentiniti ci siano le condizioni ideali per l’inizio della vita sulla Terra (idrogeno, disponibilità di metalli che permettono la formazione di molecole per lo scambio di elettroni, l’azoto e una temperatura ideale, al di sotto dei 100 gradi ma non così fredda come quella degli oceani). Inoltre in questo processo si formano quelle molecole complesse di carbonio che in maniera romantica vengono definite brodo primordiale. «Viste queste condizioni favorevoli all’inizio della vita, è partita la caccia a cercare microorganismi dentro queste rocce e noi siamo stati i primi a trovarli. Da anni raccogliamo le rocce del fondo oceanico. Queste provengono dal fondo dell’Atlantico portate in superficie attraverso la dorsale. Sono organismi degradati», continua il ricercatore, «con la materia organica cotta, visto l’ambiente caldo in cui si trovava. Però vediamo gli effetti della vita di questi microorganismi nei minerali utilizzati dalla loro attività metabolica, gli effetti del pasto, visto che hanno mangiato i minerali: siamo certi che è materia biologica».

COME SU MARTE - «È un primo passo, come aver messo piede sulla Luna, ora gli studi proseguiranno», conclude Brunelli. «Ma le serpentiniti sono state scoperte anche su Marte, dove c’è anche l’acqua e questo è molto attraente per chi cerca la vita extraterrestre, visto che sul pianeta rosso si trovano condizioni simili».

Massimo Spampani

Fonte: http://www.corriere.it

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