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Thursday, January 12, 2012

Scoperti altri due pianeti che ruotano intorno a due soli: l'esistenza di forme di vita è sempre più probabile

(Foto Eso)

(Foto Eso)

Bisogna immaginare la presenza nella Via Lattea di pianeti simili alla Terra come la norma e non come un fatto insolito. Questa conclusione viene da uno studio, effettuato da un gruppo internazionale e tre astronomi dell’European Southern Observatory, pubblicato su Nature del 12 Gennaio 2012. Si basa su sei anni di osservazioni con una tecnica, chiamata “microlensing”, che sfrutta l’effetto di focalizzazione esercitato dalla gravità di piccole masse piuttosto che quella di intere galassie.
Come se gli oltre 700 pianeti extra-solari scoperti negli ultimi 16 anni non bastassero a convircerci della verità di queste conclusioni, ora arrivano altre affascinanti scoperte di cui si dà conto nelle pagine dello stesso numero di Nature. Il telescopio spaziale Kepler ha scovato due pianeti che ruotano attorno a due soli, simili a quelli immaginati nei film di fantascienza come “Guerre Stellari”. Si chiamano Kepler-34b e 35b, hanno dimensioni simili a quelle di Saturno e si trovano nella costellazione del Cigno, rispettivamente a 4900 e 5400 anni luce dala Terra.
Altre osservazioni con lo stesso telescopio hanno invece confermato la presenza di tre piccoli pianeti che orbitano attorno un’altra stella chiamata Koi-96, a circa 130 anni luce dalla costellazione del Cigno. Koi-96, rappresenta per i tre piccoli pianeti quello che per noi è il Sole, soltanto che anziché essere una nana gialla è una nana rossa, quindi è relativamente più fredda. La si può paragonare a una stella conosciuta dagli esperti di astronomia chiamata stella di Barnard’s, una delle più vicine alla Terra.
I tre pianeti hanno differenti caratteristiche: il loro raggio va da circa la metà ai circa 0.78 di quello della Terra e i periodi della loro orbita variano da circa dodici ore a due giorni. Ciò significa che sono molto vicini alla stella, tanto da essere troppo caldi perché possa esistere acqua. E perché una vita, così come la conosciamo noi, possa evolversi. Comunque, il significato di questa cascata di scoperte degli ultimi anni suggerisce che l’esistenza della vita da qualche parte nella nostra galassia è molto più probabile di quanto immaginavamo. Secondo Arnaud Cassan dell’Istituto di Astrofisica di Parigi, autore del paper su Nature, nella nostra galassia i pianeti sono più comuni delle stelle e, tra loro, quelli più simili a super-Terre fredde molto più comuni di altri tipi di pianeti.

Clicca qui per vedere il video dell’Eso sui pianeti nella Via Lattea

Fonte: http://blog.panorama.it

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