E’ ora di tornare a dare un’occhiata a Fukushima: un panorama di desolazione. Vi mostro gli ultimi due video diffusi dalla Tepco, la società che gestisce la centrale nucleare in triplo melt down e melt-through.
Sono stati girati, rispettivamente, sul reattore 3 il 24 agosto e sul reattore 2 il 17 settembre, attraverso una telecamera appesa al braccio di una gru.
Vapore intermittente si leva dai luoghi sotto i quali – dice la Tepco – si trovano i reattori. Nessuno sa in che condizioni siano davvero i reattori: se il corium – il combustibile nucleare fuso – è ancora lì dentro, se è sul pavimento del bunker di cemento armato, o se è nel sottosuolo.
In ogni caso, i reattori sono notoriamente bucati. E ora guardate.
I video sono stati pubblicati su internet dal quotidiano giapponese Mainichi Shinbun. Ci sono arrivata attraverso Ex-Skf, il blog in inglese di un giapponese: un ponte prezioso, l’ho già detto più volte, perchè rilancia notizie che escono solo in giapponese ma che sono di interesse non solo locale.
In fondo c’è il link, attraverso il quale si accede alle fonti giapponesi. Se passa di qui qualcuno in grado di leggerle, per favore lasci il uo contributo nei commenti.
Questo è il reattore 3. Nuvoletta di vapore al centro, dopo un minuto e 20 secondi circa dall’inizio.
Ed ecco il reattore 2. Fra terremoto, tsunami ed esplosioni dei primi giorni, gli edifici sono tuttora cimiteri bombardati. Per i principali media è come se a Fukushima tutto fosse finito: niente affatto. In questo video, il vapore compare in basso a destra dopo una trentina di secondi.
Un altro quotidiano giapponese, l’Asahi Shinbun, riporta il commento della Tepco: il vapore potrebbe uscire dai reattori, o potrebbe invece trattarsi dell’evaporazione di acqua piovana depositata sul coperchio dei reattori, che sono caldi.
In quest’ultimo caso – nota giustamente Ex-Skf – il vapore dovrebbe però levarsi costantemente. Mentre qui compare a sbuffi.
Su Ex-Skf Fukushima, vapore si alza dai reattori 2 e 3
Foto Matias GrennLink per vedere i video: http://blogeko.iljournal.it/2011/64103/64103
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